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domenica 27 aprile 2014

di Anonimo

Le collezioni del MoMA, nell’epoca della riproduzione digitale


È sabato, mattinata inoltrata. Appena arrivata a New York City dopo un viaggio in autobus piuttosto lungo. Non ho molto tempo per visitare i musei, ma ho le idee chiare e subito mi dirigo verso la 53a strada per raggiungere il MoMA. Ho tre ore piene da dedicare alle collezioni e magari, se avanza del tempo, dare un’occhiata alle esposizioni temporanee.
Sono fortunata, non mi attende una fila troppo lunga alla biglietteria e posso in breve tempo avviarmi all’entrata. Non prendo l’ascensore, preferisco soffermarmi un attimo davanti all’enorme vetrata che apre sul giardino delle sculture per poi prendere le scale che mi offrono scorci e visuali della struttura del museo. Giusto uno sguardo, breve ma intenso, all’architettura in “stile internazionale” di quest’edificio inaugurato nel 1936, che pure meriterebbe attenzione pari a quella per le opere che contiene. 

giovedì 20 marzo 2014

di Unknown

VideoPost | Una rete di draghi ed una di salvataggio per il MACRO


Il caro MACRO è sempre più spesso oggetto di post e articoli che ne annunciano la potenziale, sempre imminente e poi rimandata o scongiurata chiusura... ma tralasciamo per un attimo queste voci - piuttosto fondate vista la situazione critica degli ultimi mesi in cui il MACRO si trova - per puntare lo sguardo su un'opera che da dicembre scorso è ospitata proprio nella hall del museo di via Nizza a Roma.
Apparentemente solo una rete, ma basta avvicinarsi, togliersi le scarpe e cominciare a viverla per captarne tutta la magia.

mercoledì 8 gennaio 2014

di Anonimo

EROICA/ANTIEROICA al MADRE, una retrospettiva dedicata a Vettor Pisani

Inaugurazione Eroica/Antieroica, MADRE

Non è semplice presentare, senza profusione di parole, la personalità di Vettor Pisani (1934-2011), artista nato a Bari ma di origini ischitane, attualmente protagonista a Napoli dell’esposizione Eroica/Antieroica, prima e più completa retrospettiva mai dedicatagli (MADRE, 21 dicembre 2013 – 24 marzo 2014).

giovedì 26 dicembre 2013

di Anonimo

Bill Viola entra nelle collezioni degli Uffizi

B. Viola, Self Portarait, Submerged, 2013,
(foto Kira Perov)
Link foto
Firenze-Uffizi è stata l’ultima tappa di un percorso che ha visto il noto video artist americano confrontarsi con alcune tra le maggiori istituzioni museali del nostro paese. Dopo The Encounter e The Raft, opere rispettivamente esposte alla GAM di Torino e al Palazzo Te di Mantova, per la città toscana Bill Viola ha realizzato un autoritratto che entrerà a breve nella collezione del Corridoio Vasariano. Prima, però, il video Self Portrait – Submerged, è stato esposto nella suggestiva cornice dell’ex-abside di San Pier Scheraggio, fino al 22 dicembre.

Come suggerisce il titolo, l’artista si presenta completamente sommerso dall’acqua, disteso sul letto di ciottoli di un fiume. L’inquadratura è fissa, la figura appare immobile ed esanime, avvolta da una sensazione di sospensione e fissità. 

Inizialmente l’audio sembra essere completamente assente, solo a poco a poco si avverte un leggero sciabordio mentre gli arti iniziano a muoversi impercettibilmente e anche le guance e gli occhi cominciano a fluttuare sotto le increspature delle onde. Alla stasi iniziale subentra via via un intenso dinamismo e ogni cosa diventa improvvisamente vitale e mutevole. 

L’elemento simbolico dell’acqua, ricorrente nelle opere di Bill Viola, si ripresenta anche nel caso dell’autoritratto, che perde, in questo modo, ogni connotazione personale e biografica, per essere assurto a metafora della condizione esistenziale stessa, del suo scorrere e continuo divenire.
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domenica 15 dicembre 2013

di Anonimo

Lisbona Contemporanea: Il Museo Coleção Berardo


Durante il mio ultimo viaggio in Portogallo ho visitato una Fondazione che mi ha sorpreso passo dopo passo. Il Museo Coleção Berardo, nasce in una zona turistica ma molto accattivante di Lisbona, dal 2006 si erge infatti fra il Mosteiro dos Jerónimos, il Padrão dos Descobrimentos e la Torre de Belém; un triangolo di monumenti che qualunque turista dovrebbe visitare. 

Si accede al museo da una verde terrazza in cui fanno sfoggio diverse opere fra cui un bellissimo lavoro di Henry Moore e uno abbastanza imponente dell’artista portoghese Joana Vasconcelos

giovedì 10 ottobre 2013

di Anonimo

Chi è Hou Hanru

Hou Hanru (Link foto)

Entrato in carica il mese scorso, Hou Hanru è il nuovo direttore artistico del MAXXI. Classe 1963, nato a Guangzhou, in Cina, si è laureato all'Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino, ha lavorato per sei anni al San Francisco Art Institute, curatore di numerose mostre in tutto il mondo e di alcune Biennali; tra cui quella di Shangai nel 2000 e quella di Istanbul nel 2007.
Si tratta  di un elemento perfettamente inserito all'interno del sistema contemporaneo, ma non di un fuori classe.

mercoledì 10 luglio 2013

di Unknown

Il nuovo museo/studio di Zaha Hadid

Zaha Hadid,
(Link foto)
La regina dell'architettura stupisce ancora una volta. Mi riferisco a Zaha Hadid, che in pieno stile archistar è sul punto di acquistare l'edificio dell'attuale Design Museum di Londra, museo che a breve traslocherà in una nuova sede. Secondo il World Architecture News l'affare si aggirerebbe intorno ai dieci milioni di sterline, e il bottino, certo di non poco conto, finirà in beneficenza. Il tutto è previsto per il 2015.

Hadid già progetta di riempire il suo nuovo museo-studio con il suo immenso archivio e di utilizzare la location per esposizioni e mostre d'arte, intessendo dialoghi fitti con il mondo del design, dell'arte e della fotografia.

Non resta che attendere la prima mossa dell'architetto più famoso al mondo, vi pare che prima di metter piede nell'edificio non lo ristrutturi in pieno stile Hadid? E noi tutti lì: ad osservare, analizzare, criticare e osannare.


Design Museum, Londra
(Link foto)
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lunedì 22 aprile 2013

di Unknown

VideoPost | Un talk al MACRO per il nuovo lavoro di Luca Trevisani

Nell’ambito del programma Artisti in residenza, mercoledì 17 aprile 2013 presso la Sala Cinema, il MACRO ha presentato il talk di Luca Trevisani, uno degli artisti italiani di ultima generazione più interessante. Il suo lavoro spazia dalla scultura al video, fino a discipline come le arti performative, la grafica, il design, il cinema di ricerca e l’architettura.

Durante il talk, a pungolare l’artista, sono intervenuti Claudia Gioia, curatrice della sua recente mostra presso la galleria Valentina Bonomo di Roma, e l’artista visivo Italo Zuffi.

Trevisani, dopo un’attenta riflessione sul suo lavoro, sempre ricco di echi e suggestioni, ha presentato al pubblico il progetto filmico che sta ultimando durante la residenza al MACRO. Protagonista è l’acqua e le sue trasformazioni.

Nel video che segue troverete nella prima parte il talk e nella seconda la presentazione in anteprima del lavoro (dal 27° minuto in poi).






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sabato 24 novembre 2012

di Unknown

Figurabile.01, l'arte emergente a L'Arca di Teramo

Giorgio Pignotti
Venerdì scorso ha inaugurato a Teramo, presso L'ARCA, Laboratorio per le arti contemporanee, la collettiva Figurabile.01, a cura di Umberto Palestini. La mostra, in corso fino all'8 dicembre, ha rappresentato lo snodo centrale per gli eventi collaterali di Circuiti Contemporanei, manifestazione svoltasi dentro e fuori il museo e nata dalla collaborazione di diverse associazioni culturali presenti sul territorio, da BM Idea a Naca Arte e con il sostegno della Fondazione Tercas.

Matteo Fato
Così è stato possibile godersi la bella mostra con le note della pianista Rossella Rubini che rimbombavano in una sala del museo, assistere ai giochi musicali del Dj Aladyn di Radio Deejay con un Visual DjSet allestito su di  una finestra del museo L'Arca e sul corso principale di Teramo.

Gli artisti presentati nella collettiva sono tutti under 35 e rappresentano con diversi linguaggi un'arte in qualche modo ancora legata alla figurazione, spesso indagatori della figura umana e dell'io in maniera inedita e non scontata. Una ricognizione fatta di visioni diverse ma complementari, dalla fotografia alla pittura, dal disegno alla grafica, dall'azione performativa al video.

A colpirci soprattutto i lavori dalla poetica essenziale di Matteo Fato e le donne dell'artista Annaclara Di Biase che, come scritto in catalogo, "oscillano tra la femminilità attuale segnata dalle icone dello star system e da una santità dai risvolti inquietanti".

Annaclara Di Biase
Abbiamo intervistato Umberto Palestini, curatore della mostra e direttore artistico del museo L'Arca, che ci ha illustrato le linee guida della mostra e i risvolti positivi della collaborazione con le diverse associazioni culturali presenti sul territorio teramano.

Eccovi il video:

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mercoledì 21 novembre 2012

di Unknown

Intervista | Fare per capire: arrivano le WIP!

WorkInProject è una nuova associazione culturale che si occupa di progettazione educativa multidisciplinare. 
Giovanna, Linda e Silvia, le tre storiche dell'arte fondatrici dell'associazione, fanno spola da un capo all'altro di Roma, armate di pennelli, colori, matterelli e tante tante idee da far impallidire la borsa senza fondo di Mary Poppins. Tra eventi, manifestazioni e luoghi deputati e non all'arte, le tre WIP si rivolgono ad un pubblico che va dal bambino all'adulto. Tra un laboratorio e l'altro la loro creatività non smette mai di sfornare idee nuove da trasformare in progetti. 
Le abbiamo incontrate in occasione della prima tappa romana di Affordable Art Fair, alle prese nello spazio bimbi con uno dei loro divertenti e coloratissimi laboratori. Le abbiamo seguite anche da Eataly, durante un laboratorio di arte e cucina, tra odori di spezie trasformate in quadri da piccoli pittori in erba.

Per saperne di più abbiamo rivolto loro qualche domanda. 


Le WIP: Linda Mazzoleni, Giovanna Cozzi, Silvia Garzilli
(Photo di Sara Feola)
Come nasce WorkInProject?
WorkInProject è nata più di un anno fa in un momento lavorativo un po’ buio: ero (Giovanna) abbattuta e sentivo di non avere una strada da percorrere davanti a me così ho pensato di costruirmela io quella strada e di coinvolgere con me le mie fidate amiche e colleghe che subito mi hanno sostenuta e insieme abbiamo creduto in questa sfida. 
WorkInProject nasce quindi dall'esigenza di mettersi in gioco in prima persona, di voler credere in noi stesse e nelle nostre capacità e di proporre un’alternativa valida all'offerta didattica esistente.


Spazio Bimbi di  Affordable Art Fair affidato a WorkInProject
La vostra mission? 
La nostra mission è creare una didattica a portata di tutti, facendola uscire dai posti deputati sperando che, così facendo, abbracci pubblici diversi e più vasti. 
La nostra parola chiave, contenuta anche nella denominazione stessa, è progettare. Progettare per tutti e in maniera originale per mediare informazioni, contenuti e riflessioni nel modo più piacevole possibile. 

Tutti i bambini conoscono le WINX e i loro poteri. Chi sono invece le WIP e quali poteri hanno?
Il nostro potere? Educare facendo divertire. Alcuni genitori ogni tanto ci hanno chiesto quale sia il nostro segreto, ma la verità è che non ne abbiamo: siamo tutti - soprattutto bambini e giovani - molto più famelici di conoscenza di quanto la gente non creda. 

La differenza fondamentale tra adulti e bambini nei confronti dell’arte?
La maggiore differenza tra i due pubblici è l’incredibile apertura mentale dei bambini (ancora senza nozioni, preconcetti e convinzioni) che, spesso, perdono in adolescenza fino all'età adulta ma che, alcuni, ritrovano in età più avanzata. 
WorkInProject si dedica soprattutto all'arte contemporanea che è la più difficile da veicolare perché avvertita troppo spesso come distante e difficile ma non per i bambini che si rivelano gli spettatori più imparziali e disinvolti. 

Spazio Bimbi di Eataly durante un laboratorio di WorkInProject

Didattica in un museo e didattica in un luogo non deputato all'arte. Servono strategie diverse? Quali?
Fare didattica dell’arte in presenza di opere è l’ideale, ma talvolta non è tutto. In luoghi diversi da musei o gallerie l’impresa è catturare l’attenzione senza avere le opere d’arte davanti… partiamo sempre dallo stesso metodo: momento teorico di osservazione e momento di lavoro pratico ma, non essendo di fronte alle opere, la sfida è riuscire a stimolare la curiosità utilizzando supporti che la riproducono. In questo caso è necessario studiare domande guida che facciano arrivare i partecipanti a dare le risposte da cui emergeranno i contenuti. 
Abbiamo anche progettato per musei e gallerie e in quei casi l’attività prende avvio dall'esplorazione interattiva dello spazio (dove la curiosità e l’attenzione é certamente più facile da ottenere) cui segue la fase pratica. 
In ogni caso le WIP incoraggiano sempre i bambini a visitare con le famiglie mostre, musei, parchi e luoghi d’interesse culturale. 

La vostra rete di contatti si espande tra le varie gallerie romane. Frequentandone tante e collaborando con esse vi siete mai dovute ricredere riguardo qualcosa?
Ricredere riguardo le gallerie stesse no: tutte noi, durante l’università, abbiamo lavorato presso diverse gallerie e conosciamo bene i meccanismi e le dinamiche all'interno di esse. 
Probabilmente ci aspettavamo una difficoltà maggiore nel far entrare i laboratori al loro interno cosa che, invece, è stata ben accolta sia dalle gallerie (felici di portare nuovo pubblico non esperto al loro interno), sia dal pubblico. 

Prima di iniziare un laboratorio avete mai dubbi? Di cosa vi preoccupate?
Dubbi molti poiché ogni laboratorio è un’avventura a sé: non sarà mai la ripetizione degli stessi contenuti e non si attiveranno mai le stesse dinamiche di gruppo. Ogni volta la scommessa è alta, catturare l'attenzione dei bambini per poi chiamarli in gioco a rielaborare creativamente quello che hanno appena appreso. Preoccupazioni no, forse all'inizio un po' di paura di non essere ascoltate, di non essere seguite ma ormai lavoriamo in questo campo da diversi anni e queste paure ci hanno abbandonate. 

L’arte di quale artista contemporaneo trasformereste in un gioco in scatola per bambini?
Sarebbe davvero molto interessante poter creare un gioco da tavolo e di qualità per bambini sull'arte. Più che quale artista o movimento artistico (e probabilmente ognuna di noi ne sceglierebbe uno diverso!) ci interesserebbe il come farlo: il metodo e quali contenuti veicolare. Forse più che la monografia sarebbe interessante lavorare su un tema (rappresentazione umana, luce, paesaggio, materiali usati…). 

Il laboratorio finora più bello e coinvolgente?
Non abbiamo classifiche. Abbiamo testato moltissimi laboratori e riscontrato entusiasmo ogni volta in uno diverso. Ognuna di noi ha i suoi laboratori preferiti per un motivo o per un altro ma siamo certamente tutte molto legate al nostro primo laboratorio sull'arte e l'educazione alimentare, “Ritratti del cavolo”, soprattutto per motivi poco professionali e del tutto emotivi! 

Spazio Bimbi di Eataly durante un laboratorio di WorkInProject
La domanda più difficile fatta da un bambino durante un laboratorio? E la risposta più bella? 
Questa risposta sarà banale, so che dovremmo fare un esempio, ma domande difficili e risposte che ci lasciano esterrefatte avvengono quasi ad ogni laboratorio. Alcune volte bambini particolarmente profondi e meditativi tirano fuori osservazioni e risposte commoventi e, in generale, capiscono concetti che noi pensavamo troppo difficili da poter veicolare, hanno intuizioni incredibili… anche guardando i loro elaborati finali e ascoltando le loro spiegazioni si resta basiti da alcuni di loro. 

Un po’ di critica: cosa cambiereste nel sistema museale italiano? 
Innegabilmente il sistema museale italiano è spesso carente nell'innovazione e nella comunicazione. Nei musei sparsi per il mondo, infatti, vediamo file per entrare, pienoni ogni giorno, cosa che da noi non avviene. Parlando di cose che ci riguardano più da vicino sicuramente l’importanza data ai dipartimenti educazione: nel resto d’Europa e in America i dipartimenti interni dei musei fanno la corte ai dipartimenti educazione affinché valorizzino e sponsorizzino le proprie mostre mentre da noi sono troppo spesso considerati l’ultima ruota del carro e quasi sempre economicamente svantaggiati dalle decisioni di distribuzione di budget. Ovviamente si generalizza, ci sono musei in Italia che puntano sul proprio dipartimento educazione e che pagano anche adeguatamente i loro dipendenti per il lavoro specializzato che offrono!! 

Progetti futuri? 
Molti, troppi. Il nostro problema è che siamo piene di idee e di progetti da realizzare e ogni mese se ne aggiungono altri ma cerchiamo di dare ordine alle priorità in modo da realizzarne uno per volta. Alcuni grandi progetti non siamo ancora pronte a diffonderli ;).. siamo un po’ gelose delle nostre idee prima di diffonderle ufficialmente!! Una nuova proposta appena comunicata è per esempio l’apertura di un nuovo servizio di WIP-SITTING (non semplice baby-sitting ma laboratori didattici e percorsi educativi a domicilio anche per piccoli gruppi) e in generale l'allargamento di WorkInProject su più settori. 

Tre buoni motivi per partecipare ad uno dei vostri laboratori? 
1- Per rompere la solita routine del tempo libero con nuovi tipi di attività educative per passare del tempo in modo divertente e coinvolgente. 
2- Per incoraggiare la capacità di lavorare in gruppo senza competizione, ma al tempo stesso incoraggiando le differenti espressioni di ciascuno. 
3- Per accrescere il senso critico e di responsabilità.

L'offerta progettuale di WorkInProject è estremamente varia, sia nei termini di multidisciplinarietà (arte, design, architettura, fotografia, musica, cucina, narrativa, educazione civica…) sia di pubblici (scuole, bambini, adulti, famiglie, associazioni, aziende, artisti, insegnanti, educatori…).  Per saperne di più visitate la loro pagina web.
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mercoledì 17 ottobre 2012

di Unknown

L'ennesimo furto in Europa: spariscono Picasso, Matisse e Gauguin

Kunsthal di Rotterdam (photo link)
Dopo il recente caso della Tate di Londra in cui una tela di Rothko è stata sfregiata, ecco la notizia dell'ennesimo furto. E' avvenuto in Olanda, in un museo di Rotterdam e le opere in questione non sono affatto di poca rilevanza. Trattasi di opere di Picasso, Monet, Gauguin, Matisse e Lucian Freud.

Il furto rappresenta l'ennesimo campanello d'allarme in fatto di sicurezza nei musei d'Europa, ultimamente terreno di caccia privilegiato dei ladri d'arte. Già nel 2010 cinque dipinti, tra cui un Picasso e un Matisse, erano stati rubati dal Musée d'Art Moderne di Parigi.

Nel frattempo, Willem Van Hassel, il presidente del consiglio della Kunsthal di Rotterdam, ieri ha annunciato la chiusura del museo e ha tenuto una conferenza stampa in cui ha dichiarato che erano state prese tutte le misure di sicurezza.

Misure di sicurezza un po' carenti, visti i risultati, mio caro signor Van Hassel...
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di Unknown

Roma non è Game Over. Arriva VIGAMUS, museo del videogioco

(photo link)
VIGAMUS sarà il secondo museo del videogioco in Italia. Aprirà a Roma il 20 ottobre prossimo e già tutti ne parlano. Il suo ideatore si chiama Marco Accordi Rickards, presidente di Aiomi (Associazione Italiana Opere Multimediali Interattive) e docente dell'Università Tor Vergata, per l'appunto unica in Italia ad avere un corso incentrato sulla teoria e critica delle opere multimediali e interattive.

Il nuovo museo sarà un centro multidisciplinare, in cui il videogioco sarà indagato dal punto di vista tecnico, artistico, storico. Vigamus sarà un centro polifunzionale per conferenze, incontri di settore e presentazioni. Le porte quindi saranno aperte ad un pubblico variegato, dal curioso che non ne sa nulla all'esperto che da anni ama, gioca e studia i videogiochi senza avere un centro di riferimento. 

Come dichiarato in queste ore dallo stesso Rickards, l'impresa non è stata molto facile, un percorso zeppo di problemi burocratici, economici e culturali. Primo tra tutti far comprendere alle istituzioni il valore storico e artistico dei videogiochi -Arrivare in fondo è stato più difficile che finire Dark Soulsha ammesso in un'intervista Rickards, direttore del museo.

A novembre già un evento degno di nota. Vigamus darà vita ad una mostra che racconterà lo stretto legame esistente tra videogiochi e cinema. “Interferenze Interattive. Playing Movies”, questo il titolo dell’evento in programma l’11 novembre, e nato all'interno della sezione “Risonanze” della VII Edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.

In realtà, in Italia, un museo del videogioco già esiste. La Mecca del Videogioco si trova a Gattorna di Moconesi (Genova).

Cari patiti e non del videogames non vi resta che scegliere, nel dubbio visitateli entrambi.

Per maggiori info VIGAMUS   LA MECCA DEL VIDEOGIOCO
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sabato 6 ottobre 2012

di Unknown

Non solo Amsterdam. L'arte contemporanea la trovi tutta a Tilburg

Amsterdam, si sa, è la capitale europea preferita dai giovani che, sacco in spalla, prendono l'aereo della compagnia low cost più nota del momento e fanno scalo ad Eindhoven, per il loro week end all'insegna del divertimento. Ma, prima di dirigervi verso i piaceri della capitale, vi consiglio una piccola deviazione per il vostro itinerario di viaggio, soprattutto se come me siete appassionati di arte contemporanea e avete qualche giorno in più rispetto ai due, tre canonici.

La meta è Tilburg, un comune olandese del Brabante Settentrionale. Siamo a soli 35 minuti circa da Eindhoven.

Dovete assolutamente recarvi in Wilhelminapark numero 1, al Museo De Pont.

De Pont, Tilburg
Si tratta di una vecchia fabbrica per la filatura della lana, nel 1992 convertita in museo di arte contemporanea. Il complesso architettonico oggi si presenta come un mix di spazi monumentali e piccole stanze simili a caveu. Non accade spesso di godere delle opere in assoluta visione solitaria, qui invece molti dei lavori sono esposti all'interno di queste stanzette in cui una volta si conservava la lana.

De Pont, Tilburg
Quando ci sono stata io, nel maggio scorso, era in corso una bellissima mostra su Ai Weiwei, il noto artista dissidente cinese. Vi erano esposte le sue opere datate tra il 2003 e il 2011, un gran numero di sculture e la sua quasi completa produzione video. Non poteva mancare Semi di girasole, il suo lavoro più importante, che già aveva affascinato i visitatori della Tate Modern di Londra e al De Pont presentato in una versione più ridotta. Dal 13 ottobre prossimo ci sarà una mostra tutta dedicata ad Anish Kapoor.

Ai Weiwei, Semi di girasole,
Museo De Pont
Ma anche la collezione permanente è davvero interessante e comprende nomi del panorama internazionale. 
Bellissima l'installazione a led della canadese Angela BullochNight Sky, Saturn North from Earth, o i lavori dell'artista belga Thierry De Cordier, in particolar modo a,a,a, ...

Angela Bulloch, Night Sky, Saturn North from Earth,
Museo De Pont
Thierry De Cordier, a, a, a, ...,
Museo De Pont
Inoltre può capitarvi di imbattervi anche in artisti italiani, come l'esponente dell'arte povera Giuseppe Penone con Scrigno.

Giuseppe Penone, Scrigno,
Museo De Pont
Nelle grandi aree del museo, campeggiano installazioni e lavori oltre misura, in grado di destabilizzare il visitatore nella percezione dello spazio. Ricordo i tre giganti in alluminio Big spirits, del tedesco Thomas Schutte o l'imponente pila di piatti verdi Senza Titolo dello statunitense Robert Therrien.

Thomas Schutte, Big Spirits,
Museo De Pont
Robert Therrien, Senza Titolo,
Museo De Pont
La percezione olfattiva è stuzzicata da Wachsraum, stanza in c'era d'api del tedesco Wolfgang Laib.
Inaspettatamente mi sono ritrovata anche dinanzi a The Greeting di Bill Viola, oramai un suo classico.

Bill Viola, The Greeting,
Museo De Pont
Come sempre, chi ha già letto altre mie recensioni su musei lo sa, il mio occhio di riguardo va alle sezioni didattiche. De Pont offre un programma che spazia dall'arte alla poesia, toccando perfino la filosofia. Particolare attenzione è rivolta agli adolescenti. Basti pensare che il museo ha addestrato guide di 16/17 anni, quindi coetanee al visitatore, per parlare di arte come si farebbe con un amico. Bello no? E poi dibattiti, lezioni in classe e laboratori pratici a tu per tu con le opere della collezione.

Museo De Pont
 (sezione didattica)
Invitandovi quindi a fare un giro dalle parti di Tilburg vi do ancora un'ultima dritta. Come avrete già intuito, Tilburg ha un importante passato nel settore tessile, soprattutto per quanto riguarda la lana. Non potete quindi lasciare la città senza aver fatto tappa anche all'Audax Textielmuseum, museo del tessile in Goirkestraat 96. Qui, oltre a visitare il museo storico, c'è anche un laboratorio che coinvolge artisti e fashion designers, tutti impegnati ad esplorare le infinite possibilità del materiale e a svilupparne progetti che spesso si traducono in mostre.

Textielmuseum
Textielmuseum














Eccovi due link utili per scoprire i due musei: De Pont  e Audax Textielmuseum.

Infine colgo l'occasione per ringraziare Cornelis, Cicerone olandese di questa mia incursione a Tilburg.
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venerdì 24 agosto 2012

di Unknown

La Grecia un po' meno archaeological e un po' più contemporary

Appena tornata dalle vacanze! 
Meta prescelta? Grecia. Ma attenzione, non è la solita Grecia che vi aspettate, quella delle gite e del tour operator per intenderci, fatta di capitelli, colonne, ridondante di vetrinette da museo colme di vasi dai nomi impronunciabili, tipo "oinochoe". No! 
La mia Grecia di quest'anno prevedeva due tappe di arte contemporanea. Ve le racconto a mo' di diario di viaggio.

State Museum of Contemporary art - Salonicco
PRIMA TAPPA: approdati ad Igoumenitsa alle 4 di mattina, dopo aver sorseggiato il primo caffè greco della vacanza, ci muoviamo dritti dritti verso Salonicco
Alle dieci di una domenica mattina, in pieno, afoso e boccheggiante agosto, troviamo aperto il Museo di Stato di Arte Contemporanea. Come non approfittarne? Anche perchè il Museo Macedone, altrettanto interessante se non di più, ahimè era chiuso.
L’edificio si trova in un quartiere non proprio centrale, ma facilmente raggiungibile in autobus dalla via Egnatia in soli dieci minuti. L'indirizzo preciso è via Kolokotroni, 21.
Prima di trovarlo ci perdiamo tra le vie e i palazzi dei dintorni. Sarà per via dei localetti che qui ci sono, ma qualcosa mi fa pensare al quartiere San Lorenzo di Roma.
Finalmente arriviamo! Armati di bottiglietta d’acqua, macchinetta fotografica e vocabolarietto d’emergenza, acquistiamo due biglietti e ne paghiamo solo uno (a qualcosa la mia Laurea in Storia dell’Arte serve ancora...almeno qui in Grecia).
Il Museo si trova nell'ala nord-est dello storico complesso Moni Lazariston, con una superficie totale di 3.300 metri quadrati.
State Museum of Contemporary art - Salonicco
Il primo piano, più che un museo, ha la parvenza di una scuola elementare. Lungo corridoio e stanze sui lati. Una di queste ci introduce alla collezione più importante qui conservata. Si tratta della Collezione Costakis, che comprende 1,275 capolavori dell'avanguardia russa. Gli artisti presenti sono: Kazimir Malevich, Kandinsky Vasilij, Liubov Popova, Vladimir Tatlin, Aleksandr Rodcenko, Ivan Kliun , Solomon Nikritin, Olga Rozanova, Varvara Stepanova, Nadezhda Udaltzova, Mikhail Matjusin, Gustav Klutsis ecc.
L'acquisto della collezione Costakis è stata effettuata dal governo greco nel marzo del 2000, in seguito alla decisione politica del Ministro della Cultura, prof. Evangelos Venizelos
George Costakis è nato a Mosca nel 1913 dove ha trascorso la maggior parte della sua vita. Ha lavorato come autista per l'ambasciata greca fino al 1940 e poi come capo del personale locale presso l'ambasciata canadese. Nel quadro dei suoi doveri professionali, ha accompagnato diplomatici stranieri nelle loro visite a negozi di antiquariato e case d'arte.
Senza avere alcuna formazione artistica e contatti con l'arte moderna, è stato colpito dalla vista di un dipinto di Olga Rozanova. Era il 1946 e la sua avventura da collezionista ebbe inizio, sviluppando un interesse per l'arte russa a partire dall'inizio del 20 ° secolo ed entrando in contatto con le famiglie degli artisti, da cui ha acquistato le loro opere. Costakis ha continuato la raccolta di opere per almeno tre decenni, dando vita ad una collezione meravigliosa. Senza rendersene conto, ha salvato una parte importante dell' arte moderna europea dalla distruzione e dall'oblio (in quanto il regime di Stalin aveva vietato tutte le opere dell'avanguardia russa, imponendo il dogma del realismo socialista anche nell'arte).
Il Museo ha anche un'altra sede nelle zone del Porto, ma nel pomeriggio, persi tra il tramonto all'ombra della Torre Bianca, simbolo di Salonicco, e la misteriosa Aghia Sofia, non riusciamo a farvi visita.

I cinque giorni seguenti sono tutto mare e relax nella penisola Calcidica, tra tuffi e bracciate nel mare cristallino, le verdi vette della selvaggia Sithonia e il silenzio dei monasteri ortodossi sulle coste off limits del Monte Athos... ma questo fa poco blog d’arte contemporanea, quindi ve lo risparmio.

Averoff Gallery - Metsovo
A ritorno, sempre sulla via che ci riconduce ad Igoumenitsa, lasciandoci alle spalle lo stupore della vista delle Meteore a Kalampaka, giungiamo alla nostra SECONDA TAPPA: Metsovo
Tipico paesino di montagna, tutto legno e mattoncini. Tra negozietti di souvenir e prodotti d’artigianato locale, tra profumi di arrosto e colate di miele su candidi yogurt, andiamo alla ricerca della Averoff Gallery.



Al di là della piazzetta centrale di un paesino di appena 3000 anime (7000 dopo l'accorpamento di diversi comuni), un museo di tutto punto di quattro piani con annessa terrazza panoramica sulle vette del Pindo ci riporta all’arte. Lo stile dell’edificio è conforme a quello del resto del paese. Forse il fascino sta proprio nel contrasto tra l’involucro architettonico e le opere che contiene. Contrasto che si acuisce man mano che si scendono i piani e l’arte si fa sempre più contemporanea ed imprevedibile. La galleria infatti ospita un'importante collezione di opere di artisti greci del IX e XX secolo, tra i quali Tsokos, Prosalendis e Lembesis, ma anche nomi più contemporanei, come Malalos, Moralis, Botsoglou, Moustakas, Paniaras, Prekas, Sorangas, Sperantzas, Tetsis, Fasianos e altri ancora.
Gran parte dei dipinti appartenenti alla collezione provengono dalla raccolta privata lasciata in eredità dal benefattore locale Evangelos Averoff Tossizza.
Children's Workshop- Averoff Gallery - Metsovo
Qui la sorpresa è stata sicuramente la piccola stanza dedicata ai ragazzi. Un laboratorio d’arte a tutto tondo, una sezione didattica coloratissima, piccola, ma che mette voglia di sperimentare, toccare, creare. Per i ragazzi, nel bookstore annesso al museo, sono in vendita anche due guide per andare alla scoperta delle opere esposte (Let's explore the Averoff Gallery, per bambini dai 6-9 anni, e Getting to know some of the themes of Greek Painting, per bambini dai 9-13 anni), puzzle delle opere e gadget di altro tipo.


Eccovi alcune foto, chissà, magari vi ispirano e quando sarete da quelle parti deciderete di deviare verso le mie due mete un po' meno archaeological e  un po' più contemporary.

Appartamento di George Costakis
State Museum of Contemporary art - Salonicco  

Petr Miturich, Ten cubes, 1919-21
State Museum of Contemporary art - Salonicco

Vsevood Sulimos Samuilo, Panel Fragments, 1927
State Museum of Contemporary art - Salonicco

Ivan Klium, Seven studies of color and form, ca.1917
State Museum of Contemporary art - Salonicco

Papayannis Thodoros, dalla serie My ghost, 1994
Averoff Gallery - Metsovo

Averoff Gallery - Metsovo

Giorgos Rorris, Portrait of Tatiane, 2002
Averoff Gallery - Metsovo

Papayannis Thodoros, Mother figures of Epirus, 1995
Averoff Gallery - Metsovo

Per saperne di più eccovi i link dei due musei: State Museum of Contemporary Art  Averoff Gallery

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mercoledì 21 dicembre 2011

di Unknown

VideoPost | Nuovo look per la GNAM

La GNAM, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, a Valle Giulia, istituita nel 1883 ma destinata a conquistare la sua sede attuale solo nel 1911, con il Palazzo delle Belle Arti appositamente progettato e poi ampliato da Cesare Bazzani, festeggia oggi i suoi 100 anni dall'apertura rifacendosi il look. 

La Soprintendente dello storico museo romano, Maria Vittoria Marini Clarelli, prendendo spunto da un sondaggio riguardo i desideri dei visitatori, ha ideato un nuovo allestimento più in linea alle nuove mode museali. 

Per saperne di più eccovi un servizio di Inside Art web TV (http://www.youtube.com/watch?v=4A82AKuD6ok).





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venerdì 7 ottobre 2011

di Unknown

VII Giornata del contemporaneo per AMACI

G.Paolini per la VII Giornata del Contemporaneo
Sabato 8 ottobre la Giornata del Contemporaneo apre le porte dei musei. Giunto alla sua settima edizione, il grande evento, promosso dall'Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (Amaci), presenta artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme che regalerà al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea. 

Protagonista di ogni edizione della Giornata è un artista italiano di fama internazionale. Dopo Pistoletto (2006), Cattelan (2007), Pivi (2008), Ontani (2009) e Arienti (2010), quest'anno va in scena Giulio Paolini, ideatore dell’immagine guida dell’evento, che attraverso un'architettura simbolica, una prospettiva aulica, una cornice d'oro, focalizza l'attenzione su temi come la percezione dell'opera d'arte e la sua destinazione museale.

Non ci resta che augurarvi una buona giornata del contemporaneo!
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venerdì 20 maggio 2011

di Unknown

Giornata grigia al MACRO: Luca Massimo Barbero dà le dimissioni


Notizia di oggi: Luca Massimo Barbero, direttore del Macro, il museo d'arte contemporanea in via Nizza a Roma, ha ufficializzato le sue dimissioni con una lettera, destinatario il Campidoglio.
Le critiche, come riporta Repubblica, non si sono fatte attendere. Ad esempio, secondo il  noto critico d'arte Achille Bonito Oliva, le cause andrebbero ricercate
 "nell'immobilismo totale di una giunta che trascura l’arte contemporanea".
Nel mirino della polemica nata intorno al caso finisce la giunta comunale romana ed in primis Alemanno e la soprintendenza. Una delle principali problematiche lamentate, risulterebbe essere l'insufficienza dei fondi stanziati ed il lavoro da fare di volta in volta per ottenerli, ma la lista dei perché di Barbero è lunga e non legata solo ed esclusivamente a ragioni economiche.

Luca Massimo Barbero
Certo è che rinunciare ad un elemento come Barbero, che gode di una certa reputazione non solo in Italia ma anche all'estero, è indice del fatto che comincia a traballare tutto un sistema, ancora in fieri ma promettente, ruotante intorno all'arte contemporanea a Roma. O meglio, che quel sistema non goda delle dovute garanzie da parte di chi dall'alto tutto muove. 
Per non essere di parte va anche detto che, per bocca di Alemanno, la storia è tutt'altra, visto che a suo dire le dimissioni non avrebbero accenti polemici. Infatti ha dichiarato:
"Nella lettera di dimissioni che mi ha inviato, il direttore del Macro ritiene concluso un suo percorso personale. Lo ringrazio perché ha fatto un grandissimo lavoro, molto creativo. Nella lettera non ci sono accenti polemici. Adesso bisogna andare avanti con il progetto Macro".
Per ora non ci resta che attendere i nomi papabili al titolo. La decisione, come puntualizzato dal sindaco, toccherà all'assessore Gasperini e al sovraintendente Broccoli
Certo, resta un po' d'amaro in bocca e la certezza di aver lasciato andar via un pezzo importante dell'ingranaggio che muoveva da più di un anno verso l'idea di una Roma centro dell'arte contemporanea.
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domenica 12 dicembre 2010

di Unknown

Il Novecento all'ombra del Duomo

"Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo
Gli ultimi musei dedicati all’arte contemporanea, guardando al modello francese del Centre Georges Pompidou, sono serviti anche e soprattutto come motori trainanti di rivalutazione urbanistica di quartieri metropolitani poco o mal definiti, basti guardare ad esempio il MACRO a Roma. Ma il contemporaneo ben si insinua anche tra vecchi palazzi e storiche piazze. Dopo 3 anni di lavori è stato aperto al pubblico lo scorso 6 dicembre, all’Arengario, presso Piazza Duomo, il Museo del Novecento, nuovo spazio museale ed espositivo del Comune di Milano.
Le quattrocento opere in mostra fanno tutte parte delle Civiche Raccolte Artistiche del Comune.
In ordine cronologico, la raccolta parte da Giuseppe Pellizza da Volpedo, con il Quarto stato del 1898-1902, installato sulla rampa elicoidale, stile Frank Lloyd Wright al Guggenheim, realizzata al centro dell’Arengario. Le altre opere, attentamente selezionate, rappresentano tappe fondamentali della storia dell’arte del secolo scorso.
L’avanguardia internazionale è presentata tramite le opere di Braque, Picasso, Klee, Matisse, Kandinskij e Modigliani. Un corpus di opere forma la sezione dedicata al Futurismo, con una sezione monografica tutta per Boccioni. Si prosegue poi ammirando opere di Sironi, Casorati, De Chirico, Morandi, Martini, Rosai e Melotti con opere degli anni ’20 e ‘30. Per Lucio Fontana, con il suo neon e i Concetti Spaziali degli anni ‘50, il posto d’onore sulla torre dell’Arengario. Il terzo piano è tutto per l’Informale, da quello materico di Burri a quello segnico di Capogrossi, dai lavori di Vedova all’originalità dell’ Accardi. Nell’ultima sezione gli esponenti della Pop Art made in Italy come Adami, Baj, Schifano e Rotella e altri artisti degli anni ’60 riconducibili all’Arte Povera come Boetti, Pistoletto, Calzolari, Kounellis e Zorio.
Alle note critiche sugli artisti assenti all’appello la Direttrice del Museo Marina Pugliese ha risposto, in difesa dell’attento lavoro di selezione svolto, di aver avuto come obiettivo quello di creare un corpus di opere che raccontassero una storia e non un’antologia. Inoltre, visto il successo di pubblico, prende maggior forma l’ipotesi di allargare gli spazi. Prima del 2015 Milano potrebbe inaugurare un secondo Museo del Novecento con opere datate dal 1965 ad oggi.
Per ora chiunque si trovasse in pieno centro a Milano è invitato a visitare il nuovo polo museale, in più vi farà piacere sapere che fino a marzo la visita è gratuita. Approfittiamone!
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martedì 23 novembre 2010

di Unknown

Not only Contemporary Art: una domenica ai Musei Capitolini

Spesso giro per Musei, Gallerie, Fondazioni, alla scoperta di news o arte già da manuale ma sempre e comunque contemporanea. 
Domenica ho fatto un cambio di rotta e ho scelto di fare un giro nel cuore di Roma. Cuore antico politico e artistico: il Campidoglio. 
Lo sapevate che il Museo Capitolino è il Museo pubblico più antico al mondo?

La nascita dei Musei Capitolini viene fatta risalire al 1471, quando il papa Sisto IV donò al popolo romano un gruppo di statue bronzee di grande valore simbolico. Le collezioni hanno uno stretto legame con la città di Roma, da cui proviene la maggior parte delle opere. Il Museo fu però aperto al pubblico solo in seguito all'acquisizione della collezione di statue e ritratti del cardinale Albani ad opera del papa Clemente XII, che lo inaugurò nel 1734.
Lupa Capitolina
V sec. a. C., bronzo
Mi dilungherei troppo nel parlare di tutte le collezioni oggi visibili nei Musei Capitolini. Ve ne sono davvero tante. A queste si aggiungono molte opere frutto degli scavi archeologici di Roma, la Pinacoteca e le mostre temporanee (se riuscite ad andare prima del 5 dicembre troverete esposto in pompa magna, nella Sala degli Arazzi in Palazzo dei Conservatori, un bozzetto di Michelangelo: "I due lottatori").
Il mio vuol essere solo un invito a tralasciare ogni tanto inaugurazioni e conferenze stampa di una "Contemporary Rome" e volgere il nostro sguardo "all'Antiqua Roma". Ripartire dalla fondazione, dalla Lupa Capitolina, da Romolo e Remo, tanto per esagerare.
Il problema delle città artistiche, per Roma soprattutto, è per chi ci vive. Abitua lo sguardo alla bellezza straordinaria dei suoi monumenti dimenticandone l'eccezionalità. Ho sentito di gente che vive da anni a Roma e ancora non ha visto la Cappella Sistina, ma gironzola tranquilla tra aperitivi d'arte e vernissage ad invito. Buffo? Io direi un po' triste.
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