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martedì 12 febbraio 2013

di Unknown

Art Passport, la cittadinanza sotto il segno dell'arte

I progetti in fase di start-up hanno sempre una magia particolare che affascina, forse data dal carico di aspettative sempre in bilico tra sogno e scommessa.
Art Passport, la sfida lanciata dall’associazione bergamasca The Blank, ha tutto il fascino del sogno ma anche la forza prorompente di una razionale progettualità, che mantiene i piedi ben saldi a terra e  si permette il lusso di volare più in alto solo quando può. La sfida consiste nel far rete nel mondo dell’arte contemporanea, sia a livello nazionale che internazionale, ma lo fa in maniera del tutto originale, udite udite: creando passaporti d’arte.
Per aiutarvi a comprendere meglio l’intero progetto, abbiamo rivolto loro qualche domanda.




Da chi e come, è nata l’idea di Art Passport?
Art Passport è l’estensione di un progetto nato per Art Date 2012, tre giornate dedicate all’Arte Contemporanea nella città di Bergamo organizzate da The Blank. L’idea è nata sviluppando su un piano artistico il modello dei timbri presenti lungo il Cammino di Santiago di Compostela, nei luoghi di culto Giapponesi o nei rifugi di montagna. In tutti questi posti abbiamo notato che le persone avevano piacere a utilizzare il timbro per imprimere e portar via un ricordo del luogo e un momento della propria vita. Abbiamo pensato che tutti, andando in un centro d’arte, avrebbero voluto avere non solo un ricordo del luogo ma anche una vera e propria opera d’arte da portare via, così è nata l’idea di Art Passport.

Ci spiegate meglio in cosa consiste?
Ci sono tre elementi principali: l’Art Passport - un vero e proprio passaporto personalizzato cartaceo – il network di musei, gallerie e istituzioni culturali italiane e straniere e i timbri realizzati dagli artisti che si trovano in questi luoghi. Il passaporto potrà essere ritirato facendone richiesta dal sito www.artpassport.it o direttamente nelle istituzioni culturali che partecipano al network. Ogni polo culturale inviterà un artista con cui ha lavorato a realizzare un timbro d’autore che chiunque potrà poi applicare al proprio passaporto rendendolo un’opera d’arte aperta e preziosa. Inoltre al raggiungimento di un certo numero di timbri saranno sbloccati dei bonus – dall’ingresso gratuito ai musei, alla spedizione di cataloghi etc… - per incentivare la circolazione e la fruizione dell’arte contemporanea.

Dal vostro sito abbiamo potuto notare che procedete per fasi, obiettivo dietro obiettivo. A che punto della vostra sfida vi trovate?
Il progetto è appena stato lanciato, siamo nella fase di raccolta fondi che ci permetterà di stampare i passaporti veri e propri e di attivare a inizio Aprile il network italiano. In meno di un mese abbiamo già raccolto da 350 sostenitori 3.320 Euro dei 10.000 necessari alla start-up.

Quali sono i segnali che vi incoraggiano e quali quelli che vi farebbero gettare subito la spugna?
Sicuramente il grande numero di donatori, pur non essendo ancora stato inserito su una piattaforma di crowdfunding (finanziamento collettivo) la partecipazione è stata notevole e ci ha lasciato particolarmente stupiti. Così come l’attenzione attorno al progetto che sarà presentato ad AMACI – associazione che riunisce tutti i principali musei d’arte contemporanea italiani – ad Aprile. Per questo al momento e per fortuna non vediamo molti segnali negativi, ma il percorso è lungo e ci saranno sicuramente imprevisti.

Avete già qualche nome da svelarci circa gli artisti coinvolti nella realizzazione dei timbri?
Durante Art Date 2012 sono stati coinvolti artisti come Marcello Maloberti, Riccardo Beretta, Shannon Ebner, Alis/Filliol, Navid Nuur, Andrea Mastrovito, Oscar Giaconia etc… ma saranno i musei, le gallerie e le istituzioni culturali che entreranno a far parte del network – ci sarà una selezione qualitativa degli spazi e quindi anche degli artisti- a scegliere l’artista che li rappresenterà.

Tre buoni motivi per sostenervi nel progetto?
Pensiamo che sia un’idea originale, gestibile da un punto di vista organizzativo e sostenibile nel suo aspetto economico. Crediamo sia un progetto utile per ampliare il pubblico e la circolazione delle persone all’interno dell’arte contemporanea, aggiungendo come stimolo la possibilità di iniziare una collezione gratuita, quindi accessibile a chiunque abbia voglia di scoprire i linguaggi del nostro tempo.

Eccovi il video di presentazione di Art Passport, per avere maggiori informazioni ed aderire al progetto www.artpassport.it


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mercoledì 21 novembre 2012

di Unknown

Intervista | Fare per capire: arrivano le WIP!

WorkInProject è una nuova associazione culturale che si occupa di progettazione educativa multidisciplinare. 
Giovanna, Linda e Silvia, le tre storiche dell'arte fondatrici dell'associazione, fanno spola da un capo all'altro di Roma, armate di pennelli, colori, matterelli e tante tante idee da far impallidire la borsa senza fondo di Mary Poppins. Tra eventi, manifestazioni e luoghi deputati e non all'arte, le tre WIP si rivolgono ad un pubblico che va dal bambino all'adulto. Tra un laboratorio e l'altro la loro creatività non smette mai di sfornare idee nuove da trasformare in progetti. 
Le abbiamo incontrate in occasione della prima tappa romana di Affordable Art Fair, alle prese nello spazio bimbi con uno dei loro divertenti e coloratissimi laboratori. Le abbiamo seguite anche da Eataly, durante un laboratorio di arte e cucina, tra odori di spezie trasformate in quadri da piccoli pittori in erba.

Per saperne di più abbiamo rivolto loro qualche domanda. 


Le WIP: Linda Mazzoleni, Giovanna Cozzi, Silvia Garzilli
(Photo di Sara Feola)
Come nasce WorkInProject?
WorkInProject è nata più di un anno fa in un momento lavorativo un po’ buio: ero (Giovanna) abbattuta e sentivo di non avere una strada da percorrere davanti a me così ho pensato di costruirmela io quella strada e di coinvolgere con me le mie fidate amiche e colleghe che subito mi hanno sostenuta e insieme abbiamo creduto in questa sfida. 
WorkInProject nasce quindi dall'esigenza di mettersi in gioco in prima persona, di voler credere in noi stesse e nelle nostre capacità e di proporre un’alternativa valida all'offerta didattica esistente.


Spazio Bimbi di  Affordable Art Fair affidato a WorkInProject
La vostra mission? 
La nostra mission è creare una didattica a portata di tutti, facendola uscire dai posti deputati sperando che, così facendo, abbracci pubblici diversi e più vasti. 
La nostra parola chiave, contenuta anche nella denominazione stessa, è progettare. Progettare per tutti e in maniera originale per mediare informazioni, contenuti e riflessioni nel modo più piacevole possibile. 

Tutti i bambini conoscono le WINX e i loro poteri. Chi sono invece le WIP e quali poteri hanno?
Il nostro potere? Educare facendo divertire. Alcuni genitori ogni tanto ci hanno chiesto quale sia il nostro segreto, ma la verità è che non ne abbiamo: siamo tutti - soprattutto bambini e giovani - molto più famelici di conoscenza di quanto la gente non creda. 

La differenza fondamentale tra adulti e bambini nei confronti dell’arte?
La maggiore differenza tra i due pubblici è l’incredibile apertura mentale dei bambini (ancora senza nozioni, preconcetti e convinzioni) che, spesso, perdono in adolescenza fino all'età adulta ma che, alcuni, ritrovano in età più avanzata. 
WorkInProject si dedica soprattutto all'arte contemporanea che è la più difficile da veicolare perché avvertita troppo spesso come distante e difficile ma non per i bambini che si rivelano gli spettatori più imparziali e disinvolti. 

Spazio Bimbi di Eataly durante un laboratorio di WorkInProject

Didattica in un museo e didattica in un luogo non deputato all'arte. Servono strategie diverse? Quali?
Fare didattica dell’arte in presenza di opere è l’ideale, ma talvolta non è tutto. In luoghi diversi da musei o gallerie l’impresa è catturare l’attenzione senza avere le opere d’arte davanti… partiamo sempre dallo stesso metodo: momento teorico di osservazione e momento di lavoro pratico ma, non essendo di fronte alle opere, la sfida è riuscire a stimolare la curiosità utilizzando supporti che la riproducono. In questo caso è necessario studiare domande guida che facciano arrivare i partecipanti a dare le risposte da cui emergeranno i contenuti. 
Abbiamo anche progettato per musei e gallerie e in quei casi l’attività prende avvio dall'esplorazione interattiva dello spazio (dove la curiosità e l’attenzione é certamente più facile da ottenere) cui segue la fase pratica. 
In ogni caso le WIP incoraggiano sempre i bambini a visitare con le famiglie mostre, musei, parchi e luoghi d’interesse culturale. 

La vostra rete di contatti si espande tra le varie gallerie romane. Frequentandone tante e collaborando con esse vi siete mai dovute ricredere riguardo qualcosa?
Ricredere riguardo le gallerie stesse no: tutte noi, durante l’università, abbiamo lavorato presso diverse gallerie e conosciamo bene i meccanismi e le dinamiche all'interno di esse. 
Probabilmente ci aspettavamo una difficoltà maggiore nel far entrare i laboratori al loro interno cosa che, invece, è stata ben accolta sia dalle gallerie (felici di portare nuovo pubblico non esperto al loro interno), sia dal pubblico. 

Prima di iniziare un laboratorio avete mai dubbi? Di cosa vi preoccupate?
Dubbi molti poiché ogni laboratorio è un’avventura a sé: non sarà mai la ripetizione degli stessi contenuti e non si attiveranno mai le stesse dinamiche di gruppo. Ogni volta la scommessa è alta, catturare l'attenzione dei bambini per poi chiamarli in gioco a rielaborare creativamente quello che hanno appena appreso. Preoccupazioni no, forse all'inizio un po' di paura di non essere ascoltate, di non essere seguite ma ormai lavoriamo in questo campo da diversi anni e queste paure ci hanno abbandonate. 

L’arte di quale artista contemporaneo trasformereste in un gioco in scatola per bambini?
Sarebbe davvero molto interessante poter creare un gioco da tavolo e di qualità per bambini sull'arte. Più che quale artista o movimento artistico (e probabilmente ognuna di noi ne sceglierebbe uno diverso!) ci interesserebbe il come farlo: il metodo e quali contenuti veicolare. Forse più che la monografia sarebbe interessante lavorare su un tema (rappresentazione umana, luce, paesaggio, materiali usati…). 

Il laboratorio finora più bello e coinvolgente?
Non abbiamo classifiche. Abbiamo testato moltissimi laboratori e riscontrato entusiasmo ogni volta in uno diverso. Ognuna di noi ha i suoi laboratori preferiti per un motivo o per un altro ma siamo certamente tutte molto legate al nostro primo laboratorio sull'arte e l'educazione alimentare, “Ritratti del cavolo”, soprattutto per motivi poco professionali e del tutto emotivi! 

Spazio Bimbi di Eataly durante un laboratorio di WorkInProject
La domanda più difficile fatta da un bambino durante un laboratorio? E la risposta più bella? 
Questa risposta sarà banale, so che dovremmo fare un esempio, ma domande difficili e risposte che ci lasciano esterrefatte avvengono quasi ad ogni laboratorio. Alcune volte bambini particolarmente profondi e meditativi tirano fuori osservazioni e risposte commoventi e, in generale, capiscono concetti che noi pensavamo troppo difficili da poter veicolare, hanno intuizioni incredibili… anche guardando i loro elaborati finali e ascoltando le loro spiegazioni si resta basiti da alcuni di loro. 

Un po’ di critica: cosa cambiereste nel sistema museale italiano? 
Innegabilmente il sistema museale italiano è spesso carente nell'innovazione e nella comunicazione. Nei musei sparsi per il mondo, infatti, vediamo file per entrare, pienoni ogni giorno, cosa che da noi non avviene. Parlando di cose che ci riguardano più da vicino sicuramente l’importanza data ai dipartimenti educazione: nel resto d’Europa e in America i dipartimenti interni dei musei fanno la corte ai dipartimenti educazione affinché valorizzino e sponsorizzino le proprie mostre mentre da noi sono troppo spesso considerati l’ultima ruota del carro e quasi sempre economicamente svantaggiati dalle decisioni di distribuzione di budget. Ovviamente si generalizza, ci sono musei in Italia che puntano sul proprio dipartimento educazione e che pagano anche adeguatamente i loro dipendenti per il lavoro specializzato che offrono!! 

Progetti futuri? 
Molti, troppi. Il nostro problema è che siamo piene di idee e di progetti da realizzare e ogni mese se ne aggiungono altri ma cerchiamo di dare ordine alle priorità in modo da realizzarne uno per volta. Alcuni grandi progetti non siamo ancora pronte a diffonderli ;).. siamo un po’ gelose delle nostre idee prima di diffonderle ufficialmente!! Una nuova proposta appena comunicata è per esempio l’apertura di un nuovo servizio di WIP-SITTING (non semplice baby-sitting ma laboratori didattici e percorsi educativi a domicilio anche per piccoli gruppi) e in generale l'allargamento di WorkInProject su più settori. 

Tre buoni motivi per partecipare ad uno dei vostri laboratori? 
1- Per rompere la solita routine del tempo libero con nuovi tipi di attività educative per passare del tempo in modo divertente e coinvolgente. 
2- Per incoraggiare la capacità di lavorare in gruppo senza competizione, ma al tempo stesso incoraggiando le differenti espressioni di ciascuno. 
3- Per accrescere il senso critico e di responsabilità.

L'offerta progettuale di WorkInProject è estremamente varia, sia nei termini di multidisciplinarietà (arte, design, architettura, fotografia, musica, cucina, narrativa, educazione civica…) sia di pubblici (scuole, bambini, adulti, famiglie, associazioni, aziende, artisti, insegnanti, educatori…).  Per saperne di più visitate la loro pagina web.
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