giovedì 20 marzo 2014

di Unknown

VideoPost | Una rete di draghi ed una di salvataggio per il MACRO


Il caro MACRO è sempre più spesso oggetto di post e articoli che ne annunciano la potenziale, sempre imminente e poi rimandata o scongiurata chiusura... ma tralasciamo per un attimo queste voci - piuttosto fondate vista la situazione critica degli ultimi mesi in cui il MACRO si trova - per puntare lo sguardo su un'opera che da dicembre scorso è ospitata proprio nella hall del museo di via Nizza a Roma.
Apparentemente solo una rete, ma basta avvicinarsi, togliersi le scarpe e cominciare a viverla per captarne tutta la magia.


Nella rete le voci che s'innalzano sono quelle dei bambini e dei loro genitori (che qui tornano ad essere bambini) che entrano, saltano, dondolano, fanno capriole in un'immensa distesa di colori sospesa a pochi metri da terra. Entrarci e fare capolino nel suo lato convesso è una difficile avventura tra strati di bocche concentriche, ma una volta arrivati al suo interno difficilmente vi verrà voglia di abbandonarla. Un intreccio di fili che accoglie e culla attimi di spensieratezza.

Harmonic Motion/Rete dei draghi è un'installazione interattiva di Toshiko Horiuchi MacAdam, realizzata nell’ambito della settima edizione di Enel Contemporanea.

L'opera è interamente intrecciata a mano dall’artista giapponese. Il tessuto è al centro della sua ricerca – ha lavorato come designer di tessuti a New York – di cui indaga la struttura e le possibili modalità di applicazione per costruire installazioni che sono architetture abitabili, spazi ludici, in cui il pubblico è coinvolto attivamente.

Appare strano e stride vedere un'installazione che sprizza gioia ospitata in un museo che molto probabilmente è al suo canto del cigno.


Il Macro, in un momento difficile come questo, orfano di direttore da più di sei mesi, con gravi problemi economici e dal 28 febbraio scorso svuotato della sua parte migliore, avrebbe bisogno proprio di una rete simile.

Una rete che lo sorregga nel mare dell'arte, una rete di salvataggio ideata da bravi e competenti tessitori di percorsi artistici, la cui trama non sia frutto solo ed esclusivamente di legami convenienti e politiche sterili.
Per ora invece all'orizzonte c'è solo una "Barca"  alla deriva (l’assessore alla cultura di Roma Capitale) che ai primi di marzo dichiara che le sorti del museo saranno risollevata grazie al suo fedele sponsor: Enel Contemporanea.
Roma è in crisi economica e i contratti dei lavoratori del MACRO sono scaduti. Al museo non restano che i custodi. Fuori gli addetti all'ufficio stampa, i curatori e la squadra di specialisti che ne muoveva i fili.

Un museo orfano, proprio come lo ha definito Iginio de Luca che durante la notte tra il 13 e il 14 marzo ha proiettato un video di lattanti piangenti sulle facciate delle due sedi del museo romano.


Ma ritorniamo alla rete dei draghi: anche se da comunicato stampa avete tempo fino al 31 dicembre 2014 per farci un salto, nel vero senso del termine, vi consiglio di andarci il prima possibile.
Istruzioni d'uso: entrate e lasciate fuori dalla rete tutto il resto!
Noi ci abbiamo provato, eccovi il servizio video.


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