Inaugurazione Eroica/Antieroica, MADRE |
Non lo si può definire pittore, né artista concettuale, né commediografo, né architetto, né poeta, né filosofo, o almeno nessuna di queste cose singolarmente, piuttosto tutte e altre ancora contemporaneamente. Nella sua produzione artistica, infatti, affronta questioni di politica contemporanea ma rievoca anche il mito, realizza assemblaggi caotici di strumenti musicali, manichini e specchi come pure opere dal rigore geometrico (in cui ricorrono semicroci, cerchi e triangoli), riesce a spaziare dalla performance alla pittura su tela, dal disegno alla riflessione concettuale, dalle installazioni site-specific alla fotografia e ai collage.
V. Pisani, Elevazione della Vergine, 1972-2011 Courtesy Elisabetta Catalano Photo © Elisabetta Catalano |
Il discorso su Vettor Pisani è dispiegato dai curatori Andrea Viliani e Eugenio Viola secondo polarità e antinomie (che pure non escludono possibilità di commistione), coerentemente a quanto accade nelle sue opere. Eros-sacro, umano-divino, femminile-maschile, umano-animale sono alcuni dei binomi ricorrenti che diventano spunti tematici per l’ordinamento delle sale, tra la Re_pubblica MADRE del piano terra (che ospita la ricostruzione della sua prima esposizione alla Galleria La Salita di Roma nel 1970, intitolata Maschile, Femminile e Androgino – Incesto e Cannibalismo in Marcel Duchamp) e il terzo piano del museo.
Sospensione, meditazione e fragilità effondono le opere dai titoli volutamente evocativi come Barca dei sogni, Divano (Cipressi), Viaggio nell’eternità, Il mio cuore è un cupo abisso, Edipo e la Sfinge, in cui Pisani recupera e fa rivivere temi e immagini del simbolismo europeo, da Khnopff a Böcklin. Cosa che non significa, però, mero citazionismo, ma capacità di riappropriazione e ricreazione, nell’accezione propria del termine revival, e che svela un altro aspetto caratteristico del modo di lavorare di Pisani: il rapporto e il dialogo con l’altro, con le opere e gli artisti del passato, ma anche del presente.
V. Pisani, Barca dei sogni, 2001 Courtesy Galleria Umberto Di Marino, Napoli Collezione Ovidio Jacorossi, Roma |
V. Pisani, Divano (Cipressi), 1980 Courtesy Dora Stiefelmeier, Roma |
Frequenti sono anche i rimandi a Yves Klein e all’esoterismo rosacrociano, come pure all’opera e alla lepre di Joseph Beuys, cui Pisani confronta/scontra il suo ‘antieroico’ e ‘banale’ coniglio. E ancora, la relazione con Alighiero Boetti, Gino de Dominicis e Michelangelo Pistoletto, col quale avvia addirittura il progetto di Plagio, in una delle innumerevoli varianti de Lo Scorrevole, performance ispirata al Grande Vetro di Duchamp e ricostruita nella serata dell’inaugurazione.
V. Pisani, Lo Scorrevole, 1972 Courtesy Collezione Maramotti, Reggio Emilia |
Dunque vastità e varietà, antitesi e polarità nella produzione di Vettor Pisani, ma anche unitarietà e armonia se le singole opere vengono lette come tasselli di un’unica, coerente e affannosa ricerca artistica, in continua evoluzione. È stato un precursore, per questo poco compreso dal suo tempo, un artista ironico ma allo stesso tempo tragico (e vale la pena ricordarlo, morto suicida all’età di 77 anni), che – come sottolinea Laura Cherubini, supervisore scientifico della mostra – ha vissuto l’arte con “atteggiamento meditativo, mai perentorio” e per questo insieme eroico e anti-eroico.
Per maggiori info Vettor Pisani | eroica / antieroica: una retrospettiva | MADRE
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Servizio Fotografico a cura di Anna Ricciardi
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