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giovedì 10 aprile 2014

di Unknown

VideoPost | MUTAFORMA, la prima Biennale d'Arte Giovane Abruzzese


Questo week end chiuderà i battenti una delle mostre più interessanti del panorama artistico abruzzese. 
Avete tempo fino al 13 aprile per dirigervi al Mu.Mi. Museo Michetti di Francavilla al Mare (CH), che accoglie nei suoi spazi "Mutaforma", la Prima Biennale d'Arte Giovane in Abruzzo

mercoledì 5 marzo 2014

di Unknown

VideoPost | Getulio Alviani e Anna Franceschini, doppia personale da Vistamare



Nelle sale che si rincorrono al secondo piano del palazzo in Largo dei Frentani a Pescara, la Galleria Vistamare di Benedetta Spalletti accoglie una doppia mostra dedicata all'opera di Getulio Alviani e Anna Franceschini.
Un sapiente e misurato faccia a faccia tra uno degli esponenti più incisivi dell'arte programmata e ghestaltica e una giovane videoartista.

mercoledì 26 febbraio 2014

di Unknown

VideoPost | Sironi e la Grande Guerra, la mostra che apre in Italia le riflessioni sul centenario della prima guerra mondiale

M. Sironi, Vittoria alata, 1915
Collezione privata, Milano
Dopo i successi delle mostre dedicate a Francis Bacon, Aligi Sassu, Emilio Greco e ai codici miniati, la Fondazione Carichieti torna ad inaugurare una mostra di alto livello scientifico.  
"Sironi e la Grande Guerra- l'arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix" - questo il titolo della mostra- s'inserisce all'interno del programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario Prima Guerra Mondiale 2014/2018

venerdì 30 agosto 2013

di Anonimo

Street Art: Visione urbana del nuovo millennio

Wynwood, Particolare, Miami,
(Link foto)

Quando si parla di Street Art spesso s'intende quel fenomeno artistico, sociale e culturale nel quale si concentrano varie tecniche come la Sticker Art, lo Stencil, le Proiezioni video e le Sculture installate in luoghi pubblici. L'elemento principale che accomuna tutte queste tecniche come luogo d'espressione è la strada.

Negli ultimi dieci anni la Street Art si è resa portavoce delle nuove generazioni di artisti che sempre più spesso scelgono la strada come galleria per mostrare, sperimentare e condividere i loro nuovi linguaggi interagendo con il sociale. 

Questa nuova tendenza artistica segna un punto di rottura con l'individualità dettata dai canoni dell'arte contemporanea. 

mercoledì 28 agosto 2013

di Unknown

Castelbasso, borgo di antiche memorie e visioni contemporanee

Mimmo Paladino, Senza Titolo (Bandiere), 2003
(alluminio policromo) Collezione dell'artista

Arriviamo a Castelbasso all'imbrunire, dopo aver fatto visita alla fortezza di Civitella del Tronto. Rispetto alle mura possenti del borgo medievale, in cui il silenzio accompagna il visitatore senza mai dargli tregua, Castelbasso ci appare minuto, un borgo preservato dal tempo, in cui il brulichio di voci dei vacanzieri si perde tra i tetti arroccati l'uno all'altro.

In questo scenario, ad accoglierci una prima visione: sulla cinta muraria campeggiano nove bandiere in alluminio policromo, pronte a  riflettere gli ultimi bagliori del giorno. Il percorso espositivo di VARIeAZIONI, mostra allestita negli spazi della Fondazione Malvina Menegaz durante tutta la stagione estiva, parte proprio da qui. Il progetto espositivo è a cura di Laura CherubiniEugenio Viola.

domenica 25 agosto 2013

di Unknown

LIVE da Castelbasso/Civitella. Cultura contemporanea nei borghi

 E’ stata inaugurata a fine giugno e si concluderà il mese prossimo la seconda edizione di “Castelbasso/Civitella. Cultura contemporanea nei borghi”
La collaborazione tra  la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture di Castelbasso e l’Associazione Naca Arte di Civitella del Tronto ha nuovamente reso l'Abruzzo teatro d'eccezione per l’arte contemporanea. Due antichi borghi medievali della provincia di Teramo in un dialogo serrato con artisti d'eccellenza dell'ultima generazione di creativi e con artisti già affermati a livello nazionale e internazionale. Da Paul McCurthy a Damien Hirst, tanto per citarne alcuni. 
Dal 28 giugno è stata inaugurata nella Fortezza Borbonica di Civitella del Tronto la mostra VISIONI. La Fortezza internazionale dell’arte. La mostra si snoda in due percorsi espositivi: “Visione Animale” a cura di Giacinto Di Pietrantonio e “Visione Mario Dondero” a cura di Umberto Palestini. Le mostre saranno visitabili fino al 30 settembre.
Spostandoci verso la bellissima cornice di Castelbasso, nella Fondazione Malvina Menegaz, scopriamo altre due bellissime occasioni espositive. Si è infatti svolta il 6 luglio l’inaugurazione delle mostre “Mimmo Paladino. VARIeAZIONI” e “Le ragioni della pittura” a cura di Laura Cherubini e Eugenio Viola, che sarà possibile visitare fino al 1 settembre nelle sedi di Palazzo Clemente e di Palazzo De Sanctis.

Per i ritardatari ancora da convincere o per chi non avrà la possibilità di andare eccovi il LIVE dalle mostre. Con piacere le visitiamo anche per voi!

sabato 13 luglio 2013

di Unknown

VideoPost | Wunder Festival, tra caos e meraviglia

A chi non è mai capitato di salire in macchina, mettersi in viaggio e sbagliare strada? 
Qualche giorno fa ero diretta all'inaugurazione di una mostra ufficiale in un museo ufficiale. Prospettiva alquanto noiosetta... 
Preparata tutta l'attrezzatura da blogger d'assalto (telecamera, treppiedi e macchinetta fotografica), sono partita alla volta della costa abruzzese, ma anziché approdare nella meta prescelta mi sono ritrovata in quel di Teramo. Mentre ero in viaggio, Stefano Boffi, artista già conosciuto qualche anno fa, mi contatta su Facebook invitandomi al Wunder Festival di Cellino Attanasio. Praticamente e per sbaglio io già ero lì, a quindici minuti d'auto. Mai deviazione e cambio di programma furono più felici...

mercoledì 26 giugno 2013

di Unknown

Intervista | Oblivion, il pianeta della "dimenticanza"

Si è conclusa domenica scorsa la mostra Oblivion, presso l'Alviani ArtSpace, lo spazio espositivo nel cuore dell'AURUM di Pescara, accessibile solo e grazie ad un tunnel, opera site specific realizzata dal maestro dell'optical art Getulio Alviani. 
Ancora una volta, la scelta espositiva di Lucia Zappacosta, direttrice dello spazio,  ha regalato all'opera di Alviani una nuova identità. 



Ricordate l'ammirazione del Piccolo Principe quando approda sul pianeta del lampionaio che non fa altro che accendere e spegnere ogni minuto il suo lampione, nella solitudine dello spazio che lo accoglie? La stessa ammirazione e la stessa poesia l'ho provata viaggiando nel pianeta Oblivion: un'immersione totale in un piccolo ambiente fatto di buio denso e proiezioni luminose. Un pianeta abitato non da un unico lampionaio ma da un collettivo di tre artisti che accolgono i viaggiatori con le loro tre installazioni.

La mostra, a cura di Sibilla Panerai, ha ridisegnato completamente lo spazio dell'Alviani ArtSpace, immergendo il visitatore in una dimensione altra, in cui suono, luce e materia dialogano fra loro con fare poeticamente minimal. Il pianeta Oblivion ha coordinate totalmente nuove. 

Luce: intrappolata, evanescente, psichedelica, appare e scompare in un gioco continuo di verticali e orizzontali sospese a mezz'aria, proiezioni concentriche e perpendicolari.
Materia: quasi invisibile, è pelle che cattura i giochi di luce, è parete labirintica consumata dal tempo, un fossile in cui il buio si scompone per lasciar spazio a rose luminose.
Suono: un battibecco altalenante che narra la composizione e scomposizione di materia e luce, grazie alla bravura di un violinista classico ma non troppo (Luca D'Alberto) e un chitarrista dell'underground (Pierluigi Filipponi).




Per spiegarvi meglio il progetto abbiamo intervistato il collettivo formato da Giustino Di Gregorio, Manuela Cappucci e Claudio Pilotti,  i tre artisti che intrecciando i loro percorsi, le loro ricerche, sensazioni e emozioni ci guidano verso lo stato sperduto della "dimenticanza".

Giustino Di Gregorio, Manuela Cappucci, Claudio Pilotti
Eccovi l'intervista ai tre lampionai di Oblivion.


Servizio video a cura di blarco.com
Fotografie: Giustino Di Gregorio, Peter Ranalli
Per maggiori info vi rimando alla Pagina Facebook di Oblivion

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venerdì 7 giugno 2013

di Unknown

Biennale Arte 2013 | Il Palazzo Enciclopedico da Marino Auriti a Massimiliano Gioni [il video e le foto]

MarinoAuriti
e sua moglie
(link foto)
Il 16 novembre 1955 l'artista autodidatta italo-americano Marino Auriti depositava presso l'ufficio brevetti statunitense i progetti per il suo Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell'umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite.

Sarà per la complessità del progetto, o forse per la dolcezza del sogno incompiuto o semplicemente per il fascino dell'utopia, in bilico tra reale e immaginario, che Massimiliano Gioni, il giovane curatore della 55. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, ha cercato la sua ispirazione nell'abruzzese Auriti e nel suo modellino architettonico di 136 piani, intitolando la sua mostra ricerca, per l'appunto, Il Palazzo Enciclopedico.

Marino Auriti,
Palazzo Enciclopedico
Attraversando i vani espositivi dell'Arsenale e dei Giardini, di volta in volta, è come se ci accucciassimo a guardare attraverso le minuscole finestre di celluloide del palazzo di Auriti, e guardassimo dentro con l'irrefrenabile voglia di scrutare, scoprire e forse anche capire. 

Il nipote di Auriti, in un recente articolo, ricorda come da bambino, guardando il modellino realizzato da suo nonno, provasse ogni volta una sorta di indignazione nello scoprire il vuoto dell'interno e l'attesa e la speranza di vedervi un giorno tutte le invenzioni del genere umano, già in perfetto stato di funzionamento, ridotte in scala 1:400.

Gioni, attraverso la Biennale, ha popolato quelle stanze con tutta l'infinita varietà e ricchezza dell'umanità che ha trovato forma, trasformandosi in formule, calcoli, cataloghi, credenze, visioni oniriche e ancestrali, ma soprattutto immagini. 
Immagini reali e immagini del sogno, concrete o potenziali, individuali e collettive, evanescenti e geometricamente concrete, mute e chiassose, provenienti dalla memoria e proiettate dal futuro.
Come il Palazzo di Auriti anche la mostra di Gioni è un involucro ricolmo di immagini. E come il Palazzo di Auriti e il Palazzo di Gioni, anche noi, con tutto il nostro carico di credenze, conoscenze catalogate, immaginazione e pazzia, siamo media, portatori sani di immagini che dentro e fuori di noi si moltiplicano all'infinito.

Massimiliano Gioni

Un percorso che dall'Arsenale ai Giardini e dai Giardini all'Arsenale sembra ribadire che
"non ha senso cercare di costruire un'immagine del mondo, quando il mondo stesso si è fatto immagine" (M. Gioni)
Basta guardare dentro e fuori di noi.

Per chi non ha avuto e non avrà l'opportunità di andare a Venezia per curiosare e meravigliarsi, ecco un reportage fotografico e un video, in cui troverete le opere che più ci hanno colpito ne Il Palazzo Enciclopedico e i commenti di Gioni stesso, beccato nel giorno dell'inaugurazione, mentre passeggiava per l'Arsenale accompagnato e intervistato da una troupe di giornalisti e cameramen.
Da notare come tra un'intervista e l'altra si sia preoccupato perfino di raddrizzare le opere esposte.
Bravo Gioni, 100% Art Curator!





Servizio fotografico: Silvia Lucantoni
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giovedì 4 aprile 2013

di Unknown

Se non pagate mi riprendo la scultura!

Il fattaccio ruota attorno ad una bella scultura  intitolata Nuovo ciclista, posizionata sul lungomare sud di Giulianova. Una scultura, una bici, realizzata dall'artista Gloria Sulli che nel 2009 partecipò al concorso dedicato a Venanzo Crocetti, organizzato in occasione del centenario del Futurismo. 


Il giorno dell'inaugurazione della scultura il sindaco dichiarò che l'opera consacrava la cultura ciclabile su cui l'Amministrazione stava puntando. Tutte parole al vento, considerando che, trascorsi da allora più di tre anni, la scultura risulta ancora non pagata; nonostante le sollecitazioni dell'associazione Piazza Dante al comune giuliese. 
E l'artista pescarese che fa? Puf... fa sparire nottetempo la scultura, caricandola su un furgoncino durante la pasquetta. A documentare il tutto la foto del piedistallo ormai vuoto.

link foto 
Anche se il gesto a nostro parere sarebbe stato più che giusto...trattasi solo di semplice pesce d'aprile: la foto è frutto di un fotomontaggio e poco dopo l'associazione svela che in realtà la scultura non è mai stata smossa dalla sua base.
Come dire: "Se non pagate mi riprendo la scultura!"

Ma possibile che sulla costa abruzzese le sculture non hanno mai vita facile? O, nonostante siano state fatte a regola d'arte, non vengono pagate (caso Gloria Sulli a Giulianova), o,  pur essendo state pagate cifre esorbitanti, all'improvviso e imprevedibilmente, vanno letteralmente in frantumi (caso calice di Toyo Ito in piazza Salotto a Pescara).

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martedì 19 febbraio 2013

di Unknown

Da Alviani Art Space la contemporaneità che viviamo e i mendicanti della nuova generazione

Da Alviani Art Space, lo spazio di ricerca e sperimentazione sul contemporaneo all'interno dell'Aurum di Pescara e a cura di Lucia Zappacosta, ha inaugurato sabato scorso la seconda mostra della stagione espositiva. 
La collettiva dal titolo (Con)temporary shop, ideas for sale, a cura di Stefano Verri e realizzata in collaborazione con Sponge Arte Contemporanea, vede la partecipazione di sei artisti che indagano la contemporaneità che viviamo. E' una mostra fatta di ossessioni e false credenze travestite da brand, fatta di dipendenze da tempi altrui a cui rispondono proposte di potenziali vie d'uscita.


La mostra è un concentrato di idee che se da un lato smascherano, dall'altro offrono ricette salva vita.
Smascherano le contraddizioni su cui impostiamo la nostra quotidianità, gli artisti Giovanni Presutti, Rita Soccio e Hisako Mori.

G. Presutti, Dependency #15,
fotografia digitale, Dibond, 2011
courtesy Collezione Tartaglione
Giovanni Presutti con la sua serie Dependency, restituisce l'immagine di un'umanità perennemente narcotizzata dalle proprie debolezze. Dell'intera serie in questa mostra troviamo la foto con i due anziani coniugi seduti di spalle in salotto, muniti di cuffie. L'impostazione simmetrica dell'immagine esalta la passività dei due anonimi personaggi, completamente e totalmente catturati dalla propria e personalissima televisione. 

R. Soccio, Costituzione,
stampa fotografica lampda su dibond, 2009
courtesy Galleria Marconi / Cupra Marittima
Rita Soccio presenta un'opera di qualche anno fa ma ancora molto attuale, considerando le recenti affermazioni politiche riguardo la Costituzione. L'artista, servendosi del marketing e dei suoi meccanismi accattivanti, ce ne offre un assaggio, riproponendoci articoli scritti a mo' di frasi smielate alla Federico Moccia (uno degli autori italiani scelti dalla nota casa dolciaria). Al fruitore dell'opera non resta che assaporare il lato contraddittorio e amaro del senso.

H. Mori, è la mia metà,
installazione, origami, 2012,
courtesy Quattrocentometriquadri gallery /Ancona
Al centro della galleria è sospesa la borsetta origami di Hisako Mori, che alla funzione solita dell'acquisto sostituisce un momento di auto-riflessione. Intima e personale tramite un fondo specchiante all'interno della borsetta; ironica e universale attraverso l'utilizzo di riviste (italiane per l'esterno, giapponesi per l'interno), simbolo di mancata integrazione culturale.

Rispondono con modelli di vita probabili le opere di Paolo Angelosanto e Giovanni Gaggia che con For love only for love e Ali squamose, opere d'arte ricamate, optano per una velocità più slow e quindi meditativa per il futuro. Angelosanto durante una performance ha ricamato un cuore su una camicia della linea di moda di John Malcovich e in mostra ne ritroviamo il prodotto: la camicia con il cuore, incorniciata come "una reliquia della contemporaneità". Gaggia invece utilizza la stessa tecnica e lo stesso soggetto su una tela di lino bianca ma all'azione del singolo sostituisce l'azione collettiva di un intero paesino abruzzese (Sant'Omero).

P. Angelosanto, For love only for love,
ricamo su camicia di John Malkovich,, 2012
courtesy Rossmut / Roma
G. Gaggia, Ali squamose,
 ricamo su lino, 2009,
Courtesy Factory-Art gallery / Berlino
L'escamotage risolutivo, per far fronte a tutte le paure concrete regalateci dalla società moderna (crisi, default, spread...), è dato però dall'opera di Jukuki. L'artista partendo dall'Hobo americano, il senzatetto per scelta che non disdegna lavori occasionali, ipotizza e realizza un kit di sopravvivenza fatto con stile, brandizzando di fatto crisi e povertà. L'artista propone una comoda postazione dove inginocchiarsi per elemosinare aiuto tramite una serie di cartelli prodotti su supporti rigidi, colorati, resistenti e leggeri, con un design innovativo ed originale. Il tutto accompagnato da frasi ad effetto scritte da utenti del web.  
Durante la serata inaugurale già in molti hanno provato l'ebbrezza realistica del mendicante contemporaneo, rendendo la postazione una vera e propria installazione - performance fruibile da tutti. D'altronde siamo o non siamo tutti sulla stessa barca? Poveri si, ma con stile...

Jukuki, Be Hobo / poveri con stile,
installazione, 2013
www.behobo.it

Mostra da non perdere! 
Per maggiori info Alviani Art Space.
Se anche tu vuoi essere un Hobo contemporaneo www.behobo.it
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lunedì 11 febbraio 2013

di Unknown

VideoPost | Dialogo a tre: Armin Linke, Kuehn Malvezzi, Carlo Mollino

Prorogata fino al 28 febbraio la mostra in corso presso Vistamare a Pescara. 
La mostra consiste in un percorso fotografico dovuto all'interesse di Armin Linke e Wilfried Kuehn nei confronti di tutta l'architettura di Carlo Mollino, architetto torinese con una speciale visione del Modernismo, visione "spregiudicata e visionaria".

A. Linke, Carlo Mollino,
 Furggen cableway, ghost station Cervinia (Aosta), Italy
(link photo)

Ne è nata una mostra, anzi due: la prima dal titolo Maniera Moderna, presso l'Haus der Kunst di Monaco, curata da Linke e Kuehn e realizzata con lo studio Kuehn Malvezzi. La seconda a Pescara presso la galleria Vistamare di Benedetta Spalletti. Le due mostre offrono sguardi diversi ma complementari. Se nella prima l'interesse verte tutto su una lettura della "modernità divagante" di Mollino, nella seconda il punto di vista si ribalta e il lavoro dell'architetto torinese diventa l'occasione per approfondire concetti e punti di vista di Linke e Kuehn Malvezzi. Architetture, interni, mobili, fotografie, spazi inventati e installazioni di Mollino fotografati da Linke e divenuti fonte d'ispirazione per Kuehn Malvezzi.

A. Linke, Carlo Mollino,
Casa sull'altopiano (Villa K2), Agra (Varese), Italy
Le affinità si svelano palesemente. Prima tra tutte l'idea di Mollino dell'architettura come display, come palcoscenico, un luogo in cui mettere in scena o provocare delle dinamiche. Stessa ricerca è portata avanti dallo studio berlinese di Johannes, Wilfried Kuehn e Simona Malvezzi, mosso sempre dalla volontà di creare prima che oggetti, relazioni.
Stesso concetto torna in Armin Linke, attraverso l'obiettivo fotografico.

Un discorso a tre colmo di affinità e risvolti ben analizzati dal testo critico di Cloe Piccoli che indaga alla perfezione anche l'altra idea condivisa dalle tre ricerche, ossia il montaggio, inteso con lo stesso carico concettuale di un ready made duchampiano: accostamenti e ri-significazioni di elementi che appartengono a contesti diversi.

La mostra diviene terreno fertile per momenti di riflessione sull'architettura ma anche sul ruolo della fotografia come strumento d'indagine.

Per saperne di più eccovi il link alla galleria e un video della mostra.

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domenica 9 dicembre 2012

di Unknown

VideoPost | Alviani ArtSpace, dal tunnel alla videoarte croata

Ha inaugurato sabato 1 dicembre il nuovo spazio espositivo sito nel piano inferiore dell'Aurum, la fabbrica delle idee di PescaraAlviani ArtSpace è accessibile grazie al famoso tunnel, opera site specific realizzata per Fuori Uso dal maestro dell'optical art Getulio Alviani. Il tunnel rende la visita  una vera e propria esperienza multisensoriale.
Ad inaugurare il nuovo spazio Trans Adriatic, una mostra di videoarte in cui quattro artisti croati riflettono sull'idea del tempo e dello spazio.

Abbiamo chiesto al direttore artistico Lucia Zappacosta di spiegarci com'è nato il progetto e le linee guida della mostra d'apertura. 
Eccovi l'intervista:


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sabato 24 novembre 2012

di Unknown

Figurabile.01, l'arte emergente a L'Arca di Teramo

Giorgio Pignotti
Venerdì scorso ha inaugurato a Teramo, presso L'ARCA, Laboratorio per le arti contemporanee, la collettiva Figurabile.01, a cura di Umberto Palestini. La mostra, in corso fino all'8 dicembre, ha rappresentato lo snodo centrale per gli eventi collaterali di Circuiti Contemporanei, manifestazione svoltasi dentro e fuori il museo e nata dalla collaborazione di diverse associazioni culturali presenti sul territorio, da BM Idea a Naca Arte e con il sostegno della Fondazione Tercas.

Matteo Fato
Così è stato possibile godersi la bella mostra con le note della pianista Rossella Rubini che rimbombavano in una sala del museo, assistere ai giochi musicali del Dj Aladyn di Radio Deejay con un Visual DjSet allestito su di  una finestra del museo L'Arca e sul corso principale di Teramo.

Gli artisti presentati nella collettiva sono tutti under 35 e rappresentano con diversi linguaggi un'arte in qualche modo ancora legata alla figurazione, spesso indagatori della figura umana e dell'io in maniera inedita e non scontata. Una ricognizione fatta di visioni diverse ma complementari, dalla fotografia alla pittura, dal disegno alla grafica, dall'azione performativa al video.

A colpirci soprattutto i lavori dalla poetica essenziale di Matteo Fato e le donne dell'artista Annaclara Di Biase che, come scritto in catalogo, "oscillano tra la femminilità attuale segnata dalle icone dello star system e da una santità dai risvolti inquietanti".

Annaclara Di Biase
Abbiamo intervistato Umberto Palestini, curatore della mostra e direttore artistico del museo L'Arca, che ci ha illustrato le linee guida della mostra e i risvolti positivi della collaborazione con le diverse associazioni culturali presenti sul territorio teramano.

Eccovi il video:

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martedì 23 ottobre 2012

di Unknown

VideoPost | Toyo Ito, Comune di Pescara e Clax. Chi pagherà il calice rotto?

Toyo Ito, Wine glass
Toyo Ito, l'architetto giapponese, chiede un risarcimento danni dell'ammontare di 1 milione di euro alla Clax Italia, l'azienda di Pomezia che realizzò la sua scultura, ribattezzata Huge Wine glasse, per piazza della Rinascita a Pescara e che nel febbraio 2009, ad appena 64 giorni dall'inaugurazione, andò letteralmente in frantumi. La cifra richiesta, come precisa l'avvocato dell'architetto, Maria Concetta Alessandrini di Roma, sarà devoluta in beneficenza. Il 5 ottobre Ito ha consegnato una memoria nelle mani del giudice Marco Bartone che presiede la causa civile in corso tra la ditta realizzatrice dell'opera e il Comune di Pescara. 
Quindi ricapitolando, il Comune di Pescara chiede 2 milioni e 100 mila euro alla Clax, da dividere tra i proprietari dell'opera rimasti, è il caso di dire, a bocca asciutta, ossia il comune stesso per l'80 per cento e la Banca Caripe al 20 per cento. La Clax scarica le colpe sul progetto dell'architetto che a sua volta incolpa la ditta di non aver eseguito le sue raccomandazioni. La prossima udienza ci sarà tra 7 mesi.  

Nel frattempo la morale della favola giudiziaria sapete qual è? E' che in piazza della Rinascita a Pescara campeggia ancora il calice rosso in questione, tra armamenti di sicurezza arrugginiti, acqua imputridita, rifiuti e sguardi indignati dei passanti. Ma non sarà forse il caso di rimuoverla? Ma a spese di chi? Lasciamo a voi il piacere amaro del commento. 

Eccovi un video girato qualche giorno fa.




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lunedì 3 settembre 2012

di Unknown

XXXIX Premio Sulmona 2012: il caso Sgarbi, il vincitore, le foto e il video dell'evento

Parte della Giuria del XXXIX Premio Sulmona
da sx Giorgio Seveso, Vittorio Sgarbi, Chiara Strozzieri (foto Zac 7)
Come detto nel precedente post riguardo il XXXIX Premio Sulmona, tutti ci aspettavamo anche l'arrivo del noto critico d'arte Vittorio Sgarbi che però, durante l'inaugurazione, non si è fatto vivo. A quanto pare è giunto al Polo Museale Diocesano solo domenica mattina e a riflettori già spenti, provocando il disappunto degli altri critici giunti a Sulmona dalle 17,30 del pomeriggio precedente.
Secondo "Abruzzo Web", considerando il ritardo, non gli sarebbe stata data la possibilità di votare. Immaginate la reazione del calmo e pacatissimo Vittorio...

Alla fine sembra essersi risolto tutto per il meglio, con voto accettato e breve giro di perlustrazione nel Sulmonese, tanto quanto basta per scatenare il bel ciuffo ed accendere una seconda polemica.
Sempre secondo "Abruzzo Web", in seguito alla visita della prestigiosa Abbazia di Santo Spirito al Morrone, il critico avrebbe avanzato disappunto riguardo gli indennizzi post-sisma per gli edifici storici:
"Se lo stesso indennizzo - ha detto - viene dato a un edificio che si trova all'Aquila e uno che si trova a Sulmona, si può dire che quest'ultima sia privilegiata rispetto al capoluogo abruzzese".
"Alla fine - ha concluso Sgarbi - abbiamo mangiato un buon piatto di spaghetti e visitato chiese bellissime. Splendido l'eremo di Celestino, anche il territorio merita di non restare nell'anonimato" (Abruzzo web)
Empedocle Amato, Stazione di notte, 2009
Al di là delle facili polemiche e scaramucce tra critici e addetti ai lavori vi annunciamo che il vincitore della XXXIX Edizione del Premio Sulmona è Stazione di notte, un olio su tela del neorealista Empedocle Amato.

Per voi la galleria di foto e il video dell'inaugurazione del 1 settembre con gli interventi del Presidente e Vice Presidente de "Il Quadrivio" Giuliano Presutti e Raffaele Giannantonio, il Sindaco di Sulmona Fabio Federico, l'On. e Imprenditrice di Sulmona Paola Pelino, la Vice Presidente della Provincia dell'Aquila Antonella Di Nino, gli storici e critici d'arte Giorgio Di Genova, Toti Carpentieri e Duccio Trombadori.




Servizio fotografico realizzato da Silvia Lucantoni
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giovedì 30 agosto 2012

di Unknown

Castelbasso, Civitella e la cultura contemporanea nei borghi

Tra colline lussureggianti, distese alte di girasoli e vigneti cullati dal canto della cicala, nel teramano stanno per chiudere i battenti tre mostre di arte contemporanea davvero speciali.
L' Associazzione Naca Arte, a Civitella del Tronto, e la Fondazione Malvina Menegaz per le arti e le culture, a Castelbasso, anche per quest'estate hanno dato esempio concreto di come l'arte ben si inserisca in contesti dal fascino senza tempo. 


Cultura contemporanea nei borghi, questo il titolo della manifestazione, intreccia perfettamente la memoria dei luoghi, le risorse del territorio e le visioni artistiche del mondo contemporaneo.

Arrivati a Civitella ci si inerpica lungo la fortezza borbonica e più si sale, più il paesaggio diviene mozzafiato. Gli spazi e le stanze, di questa grande opera di ingegneria militare, ospitano la bella mostra a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Umberto Palestini, intitolata "VISIONI la fortezza plurale dell'arte".  Come si legge nel catalogo 
"VISIONI è una mostra che non intende mettere al centro della riflessione dell’arte una qualche teoria estetica, o etica, ma più semplicemente le visioni differenti di artisti di varie generazioni che esprimono con vari mezzi una concezione personale dell’arte e del mondo".
Il visitatore è totalmente immerso in un'esperienza plurisensoriale: video, installazioni sonore, arazzi, dipinti, sculture e performance stuzzicano di continuo e rendono la passeggiata nella fortezza una scoperta continua.

Fortezza di Civitella del Tronto
Come non farsi rapire dalle cantilene e dagli echi, quasi tangibili, dell'installazione sonora di Valentina Vetturi, che raccontano di una donna e di una storia popolare consumatasi nel vicino bosco? 
Come non immergersi nella visione solitaria del film di Jan Fabre che al colore preferisce un bianco e nero con inserti letterari in blu poetico?

Jan Fabre, De Schelde, Hé wat een plezierige zottigheid!, 1988
Come non soffermarsi sulla mappa dell'Italia di Giuseppe Stampone, zeppa di storia, contraddizioni e misteri ancora irrisolti, tutti resi magistralmente tramite un'inconfondibile penna Bic?

Giuseppe Stampone, Mappa, Global Dictature, 2012
Come non sorridere dell'ironia scolastica dell'infanzia di Maurizio Cattelan in Untitled (Punizioni)?
E come non interrogarsi dinanzi all'alternarsi delle scritte video di Michelangelo Pistoletto in Chi sei tu? 

Maurizio Cattelan, Untitled (Punizioni), 1991

Michelangelo Pistoletto, Chi sei tu?, 1976
Altre opere di artisti si incontrano lungo il cammino. Ad esempio Vanessa Beecroft, Joseph Beuys, Sandro Visca, Enzo Cucchi, Ettore Spalletti e altri ancora.
Mostra da non perdere assolutamente avete tempo fino al prossimo 31 ottobre. 

Prima però dovete assolutamente andare a Castelbasso. Non vi rimane che quest'ultimo fine settimana, perché qui la chiusura delle due mostre in corso è prevista per il 2 settembre.

Castelbasso
Innanzitutto Castelbasso è un paese gioiello, perfettamente conservato, pieno di vicoli e balconi fioriti e vale una visita già di per sé. In più avrete la possibilità di ammirare, presso Palazzo Clemente, le opere di Carla Accardi, signora dell'astrattismo italiano. 

Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture
Nella mostra CARLA ACCARDI, smarrire i fili della voce, come fa notare la curatrice Laura Cherubini,
le opere sono legate da sottili ma solide relazioni ed emerge il rapporto tra i nuovi quadri inediti, macroscopici segni fatti di vivo colore, e le opere tridimensionali. (...) La relazione tra oggetti e superfici rivela come i quadri stessi di Carla Accardi siano in 
perpetuo dialogo con l’ambiente
Bellissimi i tre leggeri ombrellini, appoggiati sul pavimento di vetro che lascia intravedere le antiche fondamenta del palazzo castelbassese.  Un gioco intelligente e puro fatto di trasparenze, ombre, forme, segni e colori.

Uscendo da Palazzo Clemente, un percorso quasi obbligato vi conduce verso l'affascinante Palazzo De Sanctis, in cui è allestita la seconda mostra: RADICI memoria, identità e cambiamento nell'arte di oggi, a cura di Eugenio Viola.

Marina Abramovic (foto http://www.undo.net/it/mostra/142798)
Nomi internazionali dell'arte si interrogano ed interpretano le contraddizioni del nostro presente, scavando nel passato, senza mai scadere nel facile e scontato folklore, per risalire all'origine. Basti pensare alle foto di Marina Abramovic, con  le sue visioni ancestrali e irriverenti in cui danzano cielo, terra ed essere umano.

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lunedì 7 novembre 2011

di Unknown

Idee per una rinascita del "corpo sociale" dal MUSPAC


MUSPAC, inaugurazione ufficiale del 6 novembre 2011
In un paese in cui da qualche anno non si fa altro che chiudere musei o tagliare i fondi alla cultura, ogni tanto un segnale positivo ci lascia ben sperare.
Ancor di più se arriva dal capoluogo abruzzese colpito dal violento sisma del 2009.
Ieri, 6 novembre 2011, a partire dalle ore 12:00, il MU.SP.A.C. Museo sperimentale d'Arte contemporanea dell'Aquila, ha inaugurato gli spazi della nuova sede in via Ficara, Piazza d'Arti.

Nato nel 1993 come organo strumentale dell'Associazione Culturale "Quarto di Santa Giusta" (fondata nel 1984), il MUSPAC svolgeva l'attività artistica e culturale nel centro storico della città, in via Paganica 17. Scopo fondamentale è sempre stato quello di 
 "considerare l'arte come una pratica di esperienza globale, un processo totalizzante che serve alla rigenerazione e liberazione degli uomini dalle costrizioni della società". 
Oggi la città, liberata in maniera drastica e dolorosa da tutti i dictat di una società urbanisticamente definita e culturalmente schematizzata, si rivolge all'arte con una libertà ed una volontà del tutto nuova. 

Tavola rotonda
La tavola rotonda che ha avuto luogo ieri al MUSPAC, in cui sono intervenuti critici, artisti ed operatori culturali, ha sottolineato la necessità di rinsaldare e nel contempo ricreare ex novo le parti di un "corpo sociale", in cui l'arte e la cultura fungano da collante e forza rigeneratrice.

Un concentrato di idee e contributi che, dall'esperienza personale a quella collettiva, dalla memoria del passato alla volontà di affacciarsi al domani, tesse la trama di un nuovo assetto sempre più interdisciplinare, aperto e libero. 

Un concentrato che verrebbe voglia di imbottigliare e spedire a tutte quelle istituzioni e luoghi sacri del contemporaneo, sfavillanti e comodi nei loro nuovi, aurei, macro e maxi spazi, spesso più impegnati nel sottostare alle leggi del marketing e del profitto che a puntare alla sostanza.

E. Sconci e il sindaco dell'Aquila On. Massimo Cialente
al taglio del nastro
Chapeau per il direttore del museo Enrico Sconci e per tutte le menti illuminate impegnate nel campo culturale e sociale intervenute al dibattito, perché hanno reso giustizia alle potenzialità dell'arte e del suo magico contenitore qual è, o meglio dovrebbe essere, il museo.


Questa sera sul nostro canale YouTube il video integrale della tavola rotonda e dell' inaugurazione ufficiale. Nel frattempo eccovi qualche foto.


Piazza d'Arti
MUSPAC, la nuova sede
Inaugurazione ufficiale
Sindaco dell'Aquila,
 On. M. Cialente
E. Sconci e l'artista
 C. Pagone (Monticelli & Pagone)
La nuova sede del museo
La nuova sede del museo
La nuova sede del museo

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