Tra colline lussureggianti, distese alte di girasoli e vigneti cullati dal canto della cicala, nel teramano stanno per chiudere i battenti tre mostre di arte contemporanea davvero speciali.
L' Associazzione Naca Arte, a Civitella del Tronto, e la Fondazione Malvina Menegaz per le arti e le culture, a Castelbasso, anche per quest'estate hanno dato esempio concreto di come l'arte ben si inserisca in contesti dal fascino senza tempo.
Cultura contemporanea nei borghi, questo il titolo della manifestazione, intreccia perfettamente la memoria dei luoghi, le risorse del territorio e le visioni artistiche del mondo contemporaneo.
Arrivati a Civitella ci si inerpica lungo la fortezza borbonica e più si sale, più il paesaggio diviene mozzafiato. Gli spazi e le stanze, di questa grande opera di ingegneria militare, ospitano la bella mostra a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Umberto Palestini, intitolata "VISIONI la fortezza plurale dell'arte". Come si legge nel catalogo
"VISIONI è una mostra che non intende mettere al centro della riflessione dell’arte una qualche teoria estetica, o etica, ma più semplicemente le visioni differenti di artisti di varie generazioni che esprimono con vari mezzi una concezione personale dell’arte e del mondo".
Il visitatore è totalmente immerso in un'esperienza plurisensoriale: video, installazioni sonore, arazzi, dipinti, sculture e performance stuzzicano di continuo e rendono la passeggiata nella fortezza una scoperta continua.
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Fortezza di Civitella del Tronto |
Come non farsi rapire dalle cantilene e dagli echi, quasi tangibili, dell'installazione sonora di Valentina Vetturi, che raccontano di una donna e di una storia popolare consumatasi nel vicino bosco?
Come non immergersi nella visione solitaria del film di Jan Fabre che al colore preferisce un bianco e nero con inserti letterari in blu poetico?
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Jan Fabre, De Schelde, Hé wat een plezierige zottigheid!, 1988 |
Come non soffermarsi sulla mappa dell'Italia di
Giuseppe Stampone, zeppa di storia, contraddizioni e misteri ancora irrisolti, tutti resi magistralmente tramite un'inconfondibile penna Bic?
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Giuseppe Stampone, Mappa, Global Dictature, 2012 |
Come non sorridere dell'ironia scolastica dell'infanzia di Maurizio Cattelan in Untitled (Punizioni)?
E come non interrogarsi dinanzi all'alternarsi delle scritte video di Michelangelo Pistoletto in Chi sei tu?
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Maurizio Cattelan, Untitled (Punizioni), 1991 |
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Michelangelo Pistoletto, Chi sei tu?, 1976 |
Altre opere di artisti si incontrano lungo il cammino. Ad esempio Vanessa Beecroft, Joseph Beuys, Sandro Visca, Enzo Cucchi, Ettore Spalletti e altri ancora.
Mostra da non perdere assolutamente avete tempo fino al prossimo 31 ottobre.
Prima però dovete assolutamente andare a Castelbasso. Non vi rimane che quest'ultimo fine settimana, perché qui la chiusura delle due mostre in corso è prevista per il 2 settembre.
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Castelbasso |
Innanzitutto Castelbasso è un paese gioiello, perfettamente conservato, pieno di vicoli e balconi fioriti e vale una visita già di per sé. In più avrete la possibilità di ammirare, presso Palazzo Clemente, le opere di Carla Accardi, signora dell'astrattismo italiano.
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Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture |
Nella mostra
CARLA ACCARDI, smarrire i fili della voce, come fa notare la curatrice
Laura Cherubini,
“le opere sono legate da sottili ma solide relazioni ed emerge il rapporto tra i nuovi quadri inediti, macroscopici segni fatti di vivo colore, e le opere tridimensionali. (...) La relazione tra oggetti e superfici rivela come i quadri stessi di Carla Accardi siano in
perpetuo dialogo con l’ambiente”
Bellissimi i tre leggeri ombrellini, appoggiati sul pavimento di vetro che lascia intravedere le antiche fondamenta del palazzo castelbassese. Un gioco intelligente e puro fatto di trasparenze, ombre, forme, segni e colori.
Uscendo da Palazzo Clemente, un percorso quasi obbligato vi conduce verso l'affascinante
Palazzo De Sanctis, in cui è allestita la
seconda mostra:
RADICI memoria, identità e cambiamento nell'arte di oggi, a cura di
Eugenio Viola.
Nomi internazionali dell'arte si interrogano ed interpretano le contraddizioni del nostro presente, scavando nel passato, senza mai scadere nel facile e scontato folklore, per risalire all'origine. Basti pensare alle foto di Marina Abramovic, con le sue visioni ancestrali e irriverenti in cui danzano cielo, terra ed essere umano.