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mercoledì 10 luglio 2013

di Unknown

Il nuovo museo/studio di Zaha Hadid

Zaha Hadid,
(Link foto)
La regina dell'architettura stupisce ancora una volta. Mi riferisco a Zaha Hadid, che in pieno stile archistar è sul punto di acquistare l'edificio dell'attuale Design Museum di Londra, museo che a breve traslocherà in una nuova sede. Secondo il World Architecture News l'affare si aggirerebbe intorno ai dieci milioni di sterline, e il bottino, certo di non poco conto, finirà in beneficenza. Il tutto è previsto per il 2015.

Hadid già progetta di riempire il suo nuovo museo-studio con il suo immenso archivio e di utilizzare la location per esposizioni e mostre d'arte, intessendo dialoghi fitti con il mondo del design, dell'arte e della fotografia.

Non resta che attendere la prima mossa dell'architetto più famoso al mondo, vi pare che prima di metter piede nell'edificio non lo ristrutturi in pieno stile Hadid? E noi tutti lì: ad osservare, analizzare, criticare e osannare.


Design Museum, Londra
(Link foto)
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lunedì 11 febbraio 2013

di Unknown

VideoPost | Dialogo a tre: Armin Linke, Kuehn Malvezzi, Carlo Mollino

Prorogata fino al 28 febbraio la mostra in corso presso Vistamare a Pescara. 
La mostra consiste in un percorso fotografico dovuto all'interesse di Armin Linke e Wilfried Kuehn nei confronti di tutta l'architettura di Carlo Mollino, architetto torinese con una speciale visione del Modernismo, visione "spregiudicata e visionaria".

A. Linke, Carlo Mollino,
 Furggen cableway, ghost station Cervinia (Aosta), Italy
(link photo)

Ne è nata una mostra, anzi due: la prima dal titolo Maniera Moderna, presso l'Haus der Kunst di Monaco, curata da Linke e Kuehn e realizzata con lo studio Kuehn Malvezzi. La seconda a Pescara presso la galleria Vistamare di Benedetta Spalletti. Le due mostre offrono sguardi diversi ma complementari. Se nella prima l'interesse verte tutto su una lettura della "modernità divagante" di Mollino, nella seconda il punto di vista si ribalta e il lavoro dell'architetto torinese diventa l'occasione per approfondire concetti e punti di vista di Linke e Kuehn Malvezzi. Architetture, interni, mobili, fotografie, spazi inventati e installazioni di Mollino fotografati da Linke e divenuti fonte d'ispirazione per Kuehn Malvezzi.

A. Linke, Carlo Mollino,
Casa sull'altopiano (Villa K2), Agra (Varese), Italy
Le affinità si svelano palesemente. Prima tra tutte l'idea di Mollino dell'architettura come display, come palcoscenico, un luogo in cui mettere in scena o provocare delle dinamiche. Stessa ricerca è portata avanti dallo studio berlinese di Johannes, Wilfried Kuehn e Simona Malvezzi, mosso sempre dalla volontà di creare prima che oggetti, relazioni.
Stesso concetto torna in Armin Linke, attraverso l'obiettivo fotografico.

Un discorso a tre colmo di affinità e risvolti ben analizzati dal testo critico di Cloe Piccoli che indaga alla perfezione anche l'altra idea condivisa dalle tre ricerche, ossia il montaggio, inteso con lo stesso carico concettuale di un ready made duchampiano: accostamenti e ri-significazioni di elementi che appartengono a contesti diversi.

La mostra diviene terreno fertile per momenti di riflessione sull'architettura ma anche sul ruolo della fotografia come strumento d'indagine.

Per saperne di più eccovi il link alla galleria e un video della mostra.

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sabato 13 ottobre 2012

di Unknown

Un pezzo del favoloso mondo di Walter Visentin scende in piazza a Torino

W. Visentin, gazeabout #2#3
W. Visentin, gazeabout #2#3
A Walter Visentin piacciono gli intrecci, gli accumuli e il bianco. 
Almeno è ciò che sembra da una sbirciatina, senza troppe pretese critiche, ai suoi lavori pubblicati qua e là nel web.
In realtà l'artista torinese nasconde un mondo più intricato e profondo di quel che appare a prima vista.
A volte sembra la versione italiana di Kurt Schwitters. Ho detto "sembra", si perché i lavori di Visentin sono molto più legnosi e spesso i suoi gazeabout sono en plein air, accumuli senza pareti limitanti, a differenza del merzbau schwittersiano.

 La sua casAlbero è frutto di un'eco-favola moderna fatta di rumori, progetti sospesi a mezz'aria e misurazioni su di un tiglio. Un po' tutti i video, che potete trovare sul suo sito, sono documentari poetici del suo fare. (vedi CasAlbero - Drawing room). Alcuni lavori sono vere postazioni di lancio per la fantasia, penso a Veliero dei Sogni, un letto in cui tutti noi torneremmo bambini.

W. Visentin, Veliero dei Sogni
A metà tra design e scultura, non sai mai se le sue strane seggiole abbiano la canonica funzione di seduta o se stiano lì per essere guardate. Certo una cosa non esclude l'altra. A volte, come nel caso di Miraggio di Miglioramento, accade che le funzioni si moltiplichino su se stesse, proprio come le tavole che compongono la struttura. 
si sale, ci si siede, si osserva, ci si inerpica, si gode della magnificenza delle prospettive, si inizia a comprendere la vastità del panorama, e già arriva il momento di scendere. (link)
Davvero riduttivo definirla sedia! E' un'impalcatura di esperienze e di emozioni concatenate.

W. Visentin, Miraggio di Miglioramento
Sarà anche per questo che oggi, 13 ottobre, Miraggio di Miglioramento è stata la postazione di un comizio sui generis. Da qui Torino ha regalato alla città un nuovo progetto per l'arte contemporanea. In Piazza della città, attori e musicisti si sono susseguiti sul podio di Visentin per presentare al pubblico "The Others", questo il titolo del progetto. L'evento espositivo si rivolge all'arte contemporanea emergente: alle gallerie nate dopo il 2009, a centri no-profit, fondazioni, associazioni, progetti editoriali e collettivi di artisti; avrà carattere internazionale e si svolgerà dal 9 all'11 novembre presso l'ex carcere Le Nuove di Torino. (info)
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lunedì 27 febbraio 2012

di Unknown

Video Post | Bruno Munari e la fantasia

Bruno Munari è stato uno dei massimi rappresentanti dell'arte del secolo scorso. Con il suo fare poliedrico ha sperimentato nel campo della pittura, scultura, grafica e design.

Con occhio sapiente ha guardato all'arte e alle sue molteplici forme scovando la chiave di lettura giusta per avvicinare anche i più piccini alla pazzia e misura della fantasia.

Nel video che vi proponiamo l'artista prova a dare una sua definizione di fantasia.
La semplicità delle sue parole e la forza della sua ricerca lo rendono ancor oggi un punto di riferimento da tener sempre presente.





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martedì 22 marzo 2011

di Unknown

Invasione di "pelago" in corso all'Aurum di Pescara

                                                                                                                                          
Partendo da semplici ed innocui segni di inchiostro nero, Donato di Zio crea un mondo metamorfico e totalizzante che dal grazioso servizio per il tè a quello per il caffè, si allarga e si staglia su fondi di piatti e si trasforma in intrecci per parure. 
Dal design intriso di antico artigianato, gli stessi grovigli ritmicamente e ossessivamente sono reiterati su tele, stampe, supporti in rame, in cui dal pelago in bianco e nero si passa a prove più articolate in cui agli ingredienti base si aggiungono applicazioni in foglia d'oro, monocromi blu, lingue di rosso fuoco e scie di cromie contrastanti.


Un semplice groviglio che nella reiterazione trova autonomia, si libera dal suo aspetto segnico ed invade ogni che. All'Aurum le opere di Di Zio sono legate l'una all'altra tramite omonimia grafico testuale che di volta in volta si rinnova. La sensazione che ne deriva è un germogliare organico che nasconde echi passati.  Lo stesso motivo che invade le porcellane e che ricorda gli intrecci  fitomorfi e astratti  tanto cari al Secessionismo, s'insinua tra le storie della Divina Commedia e dagli Inferi danteschi rimbalza e si espande sino al macrocosmo.





Il segno incontrollabile della mano certosina dell'artista approda e dilaga anche in foto di spazi urbani ben riconoscibili, come la Piramide di Pei a Parigi o Palazzo della Signoria a Firenze.



Ogni immagine, testo, scena o spazio contagiato dal pelago si apre quindi a letture multiple. Rita Levi Montalcini, nominata e ringraziata nel catalogo che correda la mostra a cura di Gillo Dorfles, ha scritto : " [...] indaga la vita in tutti i suoi molteplici e variegati aspetti, alcune opere possono ricordare dei microrganismi ingranditi al microscopio dove si ha la reale percezione della grandezza e della vitalità che regna nel cosmo: in questo trovo dell’assonanza con il mio operato, una ricerca costante che non avrà mai fine. [...] Trovo che la scienza, la cultura e l’arte siano campi d’indagine che portano chi se ne occupa in maniera attiva ad avere una visione sempre più ampia della vita [...]".
Interessanti anche una serie di pop ritratti in negativo/positivo e i bozzetti per i costumi di scena.



L'opera di Donato Di Zio, pittore, grafico, scenografo, costumista, invade letteralmente gli spazi candidi dell'Aurum di Pescara fino al 27 marzo. Affrettatevi!

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