martedì 22 marzo 2011

di Unknown

Invasione di "pelago" in corso all'Aurum di Pescara

                                                                                                                                          
Partendo da semplici ed innocui segni di inchiostro nero, Donato di Zio crea un mondo metamorfico e totalizzante che dal grazioso servizio per il tè a quello per il caffè, si allarga e si staglia su fondi di piatti e si trasforma in intrecci per parure. 
Dal design intriso di antico artigianato, gli stessi grovigli ritmicamente e ossessivamente sono reiterati su tele, stampe, supporti in rame, in cui dal pelago in bianco e nero si passa a prove più articolate in cui agli ingredienti base si aggiungono applicazioni in foglia d'oro, monocromi blu, lingue di rosso fuoco e scie di cromie contrastanti.


Un semplice groviglio che nella reiterazione trova autonomia, si libera dal suo aspetto segnico ed invade ogni che. All'Aurum le opere di Di Zio sono legate l'una all'altra tramite omonimia grafico testuale che di volta in volta si rinnova. La sensazione che ne deriva è un germogliare organico che nasconde echi passati.  Lo stesso motivo che invade le porcellane e che ricorda gli intrecci  fitomorfi e astratti  tanto cari al Secessionismo, s'insinua tra le storie della Divina Commedia e dagli Inferi danteschi rimbalza e si espande sino al macrocosmo.





Il segno incontrollabile della mano certosina dell'artista approda e dilaga anche in foto di spazi urbani ben riconoscibili, come la Piramide di Pei a Parigi o Palazzo della Signoria a Firenze.



Ogni immagine, testo, scena o spazio contagiato dal pelago si apre quindi a letture multiple. Rita Levi Montalcini, nominata e ringraziata nel catalogo che correda la mostra a cura di Gillo Dorfles, ha scritto : " [...] indaga la vita in tutti i suoi molteplici e variegati aspetti, alcune opere possono ricordare dei microrganismi ingranditi al microscopio dove si ha la reale percezione della grandezza e della vitalità che regna nel cosmo: in questo trovo dell’assonanza con il mio operato, una ricerca costante che non avrà mai fine. [...] Trovo che la scienza, la cultura e l’arte siano campi d’indagine che portano chi se ne occupa in maniera attiva ad avere una visione sempre più ampia della vita [...]".
Interessanti anche una serie di pop ritratti in negativo/positivo e i bozzetti per i costumi di scena.



L'opera di Donato Di Zio, pittore, grafico, scenografo, costumista, invade letteralmente gli spazi candidi dell'Aurum di Pescara fino al 27 marzo. Affrettatevi!

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