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sabato 10 novembre 2012

di Unknown

New Art | Tomaso Marcolla e l'ironica serietà dell'arte

Tomaso Marcolla non gira mai intorno ai concetti, punta dritto al senso e non senso di ciò che intorno a noi accade. La sua produzione è una contaminazione tra grafica, arte pittorica, arte digitale e illustrazione.
I suoi collage sono sipari in acrilico che mandano in scena realtà naturali: un fiore, un paesaggio o un intreccio di rami. La stampa fotografica sembra disperdersi nell'acrilico e viceversa. Sembra quasi che una strana pozione stia sciogliendo i colori dinanzi ai nostri occhi. 
La sua produzione grafica a penna ed acquerello sembra essere il dettato visivo di un occhio che scruta il mondo e i suoi oggetti del quotidiano con scrupolosa cura.

T. Marcolla, Mela_inavado,
2006, foto e computer grafica

Ma la parte più interessante del lavoro di quest'artista, quella che ci restituisce le contraddizioni e assurdità della nostra civile società, si nasconde in una serie di  vignette. Un mix tra foto e computer grafica, forti immagini d'impatto visivo e concettuale, che senza equivoci ci spingono ad una riflessione ben precisa. Il gioco è imbastito tutto su semplici e mai scontati accostamenti soppesati con ironica serietà.

T. Marcolla, War, 2007,
foto e computer grafica
War, la sua composizione di proiettili non anonimi, è un quadro amaro delle intenzioni umane che smuove le coscienze e nel contempo un invito alla presa di responsabilità.
La sua matita stretta in vita da un etichetta di censura è più eloquente di uno sciopero di logorroici giornalisti.
La sua Mela_invade è più forte e comunicativa di qualsiasi prima pagina di stampa: una mela rossa, che simboleggia il mondo, e due morsi dalle sembianze di militari che avanzano muniti di mitra. Non a caso quest'opera grafica è stata utilizzata per promuovere una commedia sui diritti umani e ha ottenuto il primo premio nella sezione grafica dei “Best artist 2009” organizzati dal Muvac, Museo Virtuale Arte Contemporanea.

Se è vero che l'arte contemporanea produce prima di tutto simboli, le immagini confezionate da Marcolla potrebbero essere etichette simboliche del nostro tempo. 

Per saperne di più sull'artista e i suoi lavori vi invito a fare un giro sul suo sito.
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Tomaso Marcolla, Diplomato all'Istituto d'Arte di Trento ha iniziato l'attività di grafico nel 1985.Attualmente è impegnato nel campo della grafica, si occupa inoltre di prodotti multimediali. Socio dell'AIAP "associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva". Membro del BEDA "Bureau of European Designers associations". All'attività professionale di grafico, abbina l'attività artistica con una variegata produzione che spazia dagli acquerelli agli oli, dalla fotografia all'acrilico, dalle vignette ai lavori grafici fino alla computer grafica. Ha già vinto Premi, esposto in numerose collettive ed ha allestito personali in diverse gallerie e spazi pubblici. 
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venerdì 12 ottobre 2012

di Unknown

Ape on the moon e Red Lemon Club by Alex Mathers

Essendo questo un blog la curiosità è d'obbligo, soprattutto quando si cerca di scovare nel web qualche altro interessante blog o progetto. Muovendoci a zonzo tra Twitter e Facebook, followers e fans, siamo felicemente incappati in un nome tutto da scoprire. Si tratta di un ex studente di geografia, che dopo la laurea ha messo su due siti, uno dedicato al mondo dei creativi, l'altro più legato all'arte grafica contemporanea. Nel frattempo, Alex Mathers, questo il nome del nostro eroe del web di oggi, è un freelance, illustratore autodidatta per Google, vive a Tokyo e sogna di fondare e gestire uno studio di animazione.

Vi presento i suoi due siti: Ape on the moon e Red Lemon Club.

www.apeonthemoon.com

Ape on the moon è un sito innanzitutto coloratissimo. E' gestito da Alex insieme a Philip Dennis. I due, che si definiscono scimmie inter planetarie -così è scritto sul sito stesso-, documentano tutto ciò che c'è di nuovo nel mondo delle arti visive contemporanee, con particolare attenzione per la grafica, l'illustrazione, l'animazione e tutti i sottogeneri che da queste derivano. Pensate che c'è perfino una sezione tutta dedicata ai giochi. (per vederla clicca qui).
La parte del sito che preferisco è sicuramente quella dei tutorial, articoli incentrati su grafici internazionali che spiegano l'iter dei loro lavori, dallo schizzo a mano al pc.

www.redlemonclub.com
Red Lemon Club invece ha una mission più pratica. E' un progetto web originale e dall'animo generoso: il sito si propone di aiutare i creativi indipendenti e liberi professionisti ad ottenere il riconoscimento che meritano. Come? Attraverso la condivisione delle idee, suggerimenti, branding e cercando di attirare i clienti e le imprese. 

Cari creativi italiani, anche questi sono due siti da salvare nella barra dei preferiti! eccovi i link: Ape on the moon Red Lemon club  
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martedì 11 settembre 2012

di Unknown

A Napoli una nuova personale per Lidia Palumbi

L. Palumbi, Infanzia,
mixed media, 2000
Lidia Palumbi l'abbiamo conosciuta qualche tempo fa per un'intervista su Blarco. Ci fa piacere annunciarvi che sabato 15 settembre inaugurerà una sua personale a Napoli, nella bella cornice di Castel dell'Ovo, dal titolo Noli Tangere. Saranno esposte opere scultoree, alcune frutto della sua più recente ricerca artistica. 

Per maggiori dettagli sulla mostra eccovi un link ed un estratto del comunicato stampa:

Lidia Palumbi, artista italo-olandese, presenta una personale di sculture nella Sala delle Prigioni, a Castel dell'Ovo, Napoli, dal 15 al 29 settembre 2012. 

Messaggio centrale dell'opera e' dare voce al silenzio di sofferenza e di protesta dell'oppresso. Le sculture rappresentano spazi chiusi, immagini di coercizione, e spazi aperti, le piazze, che esprimono liberta' di pensiero e azione. Due realta' poste l'una accanto all'altra, vicine ma senza toccarsi. 
Nella mostra a Castel dell'Ovo l'artista pone un particolare accento sul silenzio dell'infanzia sottoposta alla violenza fisica ed emotiva dell’indottrinamento culturale e ideologico. 
In questo contesto le parole Noli Tangere hanno un doppio significato. Si riferiscono alla proibizione imposta sul bambino di “non toccare la vita” e contengono un'ammonizione verso gli adulti che “toccano negativamente” la vita e l'integrita' del bambino attraverso l'abuso fisico o psicologico. 
Di quest'ultimo aspetto parlano le opere “Omaggio e Pianto”, “Piccola Venere”, e “Child-Bride”, sculture che vengono esposte in anteprima nella mostra a Napoli. Sono un omaggio alla figura femminile e un richiamo a rispettare la donna. 
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mercoledì 14 marzo 2012

di Unknown

La poesia e la forza nel segno di Strazza e Tito

Diciamocelo francamente... La grafica in Italia non ha mai riscosso grande interesse da parte della critica né del collezionismo. 
Da tempo, però, Giuseppe Appella si muove alla ricerca e diffusione di questa arte così sofisticata e che ha il sapore dolce di antico. 
Spesso proprio gli artisti la praticano in maniera marginale, relegandola ad intimo e personalissimo vezzo artistico, il più delle volte sconosciuto perfino al loro fedele pubblico. Strano, però, che proprio nella grafica e nelle molteplici varianti che questa nasconde,  spesso si celi la vena più pura di un artista. Quasi ci fosse una sorta di distanza minima tra il suo pensiero/intenzione e l'opera fatta. 

Dal 10 febbraio, le suggestive mura della galleria romana Sala 1 ospitano un faccia a faccia a colpi di segni, tra due artisti che la grafica la conoscono davvero bene. Appella, curatore d'eccezione,  volendo dare nuovo rilievo a questa forma artistica, presenta una selezione sapiente di lavori, dagli anni Cinquanta ad oggi, di due artisti storici, che come pochi, si sono confrontati nella ricerca incisoria. 

G. Strazza, Trama quadrangolare, 1978
Guido Strazza è uno dei più conosciuti artisti italiani in questo campo. Soprattutto anche grazie al rilievo critico e storico conferito da lui alla disciplina, tramite una ricerca teorica parallela alla pratica.
Non a caso l'auterovole voce di Argan, a riguardo affermava:
"Dell'arte incisoria non esistono, che io sappia, trattazioni analitiche altrettanto vaste e addentrate: la ricerca penetra fino alla sorgente e alla prima mossa del gesto grafico, alla qualità dei mordenti e degli inchiostri, alla grana delle carte, alla microplastica dell'immagine incisa. Quella critica è in parte scritta con intento didattico, ma per lo più è interna al fatto artistico"



T. Amodei, Deposizione, 1961
Tito Amodei, al contrario, conosciuto in qualità di scultore e pittore, è autore di un corpus grafico notevole ma pressoché sconosciuto.
Se fino agli anni '80 la grafica rappresenta quasi un aspetto secondario del suo lavoro, quasi un mezzo preparatorio e di studio, d'ausilio alla scultura, dagli anni '90 in poi il segno diviene autonomo, non più come mezzo ma soggetto stesso dell'opera, una sorta di "segno significante", come lo definì A. Rubini

A volte sembra quasi che alla forza segnica dell'artista non sia sufficiente la grafica e il discorso si completi solo attraverso la scultura. Forse non a caso in occasione della mostra a Sala 1, campeggiano in fondo alla sala, le opere di Tito scultore che meglio evidenziano questo magico legame tra le due attività artistiche.

Mostra interessante per ammirare l'opera di Strazza e per scoprire da vicino la passione e la forza di Tito. 
Affrettatevi perché la mostra chiude i battenti il 10 aprile.

Per info www.salauno.com
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venerdì 22 luglio 2011

di Unknown

Una mostra per grandi e piccini al Punto Einaudi Merulana di Roma

Anche se oggi a Roma un preannunciato ma sempre e comunque inaspettato sciopero dei mezzi impazza dalle metropolitane ai tram agli autobus, nessuna scusa sarà buona per perdersi un appuntamento con l'arte e la fantasia come quello che avrà luogo nel nuovo Punto Einaudi Merulana.
Prendete dunque l'auto, la bici, il motorino, un taxi, fatevi 4 bei passi o come ipotetiche eroine di fiabe cartacee fate il pieno di magia e come d'incanto teletrasportatevi in quel di via Merulana, precisamente in Largo S. Alfonso.



Il ciclo di mostre IllustrAzionE..., sei esposizioni personali di artisti che operano nel campo dell'illustrazione per la narrativa d'infanzia e non, apre oggi i battenti.

L'iniziativa vede protagonisti Alberto Macone, Daniela Tieni, Il Pistrice, Simone Rea, Alessandra Fusi e Franca Rovigatti ed include iniziative collaterali come letture di alcuni brani tratti dalle pubblicazioni per l'infanzia illustrate dagli artisti, che saranno effettuate nella libreria Il Posto delle Favole, sempre in via Merulana.

A conclusione del ciclo espositivo una mostra collettiva sottolineerà i tratti distintivi o accomunanti dei diversi artisti.

Il progetto si colloca nell'ambito della riqualificazione culturale del quartiere Esquilino di Roma, nasce dalla cooperazione tra giovani artisti e storici dell'arte ed è reso possibile grazie alla sensibilità di uno spazio poliedrico come il Punto Einaudi Merulana.

A. Macone, Scelta giusta
Ad aprire il ciclo espositivo sarà Alberto Macone, artista biologo, i cui lavori ricordano nella rigorosità e nelle geometrie la precisione scientifica, e insieme mostrano una dimensione intima e immaginativa, tutt'altro che slegata da un ambito come quello delle scienze.
Alberto Macone è nato a Rochester, New York, nel 1971. Si è trasferito durante l'infanzia a Gaeta. Nel 1995 ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche presso l'Università La Sapienza di Roma. Successivamente si è diplomato come Specialista in Patologia Clinica, ed ha conseguito il Dottorato di ricerca in Biochimica.
Lavora come ricercatore presso le facoltà di Medicina e Farmacia ed è autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali.
Parallelamente alla formazione scientifica, Alberto ha sviluppato una forte attitudine artistica, perfezionandosi da autodidatta dapprima nel disegno, poi nella pittura.
Svolge l'attività di illustratore principalmente su committenza privata e collabora attualmente con la casa editrice Eli di Ancona.

Per i più piccini mostra da non perdere assolutamente, per voi un po' più in là con l'età se proprio non riuscite a partecipare all'inaugurazione di oggi, fateci un salto un altro dì, ne vale la pena, anche per il gusto di rispolverare la vostra fantasia oramai un po' assopita.

Venerdì 22 luglio, dalle ore 19.00
Punto Einaudi Merulana
Largo Sant'Alfonso, 3 (angolo via Merulana)
Roma
Tel. 06 44700084
puntoeinaudimerulana@gmail.com

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domenica 10 luglio 2011

di Unknown

Ti presento Serena Riglietti, matita italiana di Harry Potter

Serena Riglietti
In attesa dell'ormai imminente uscita nelle sale italiane dell'ultimo film Harry Potter e i doni della morte, parte 2, al cinema dal 13 luglio, ci piaceva l'idea di accogliere il maghetto quattrocchi più osannato dalla critica e dall'editoria, raccontandovi di un'italiana che lo conosce davvero a pennello.

Trattasi di Serena Riglietti, illustratrice italiana di Harry Potter fin dal 1998, ai tempi di Harry Potter e la pietra filosofale, primo volume della fortunata saga. 


Poi arrivarono anche Harry Potter e la camera dei segreti, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il calice di fuoco, Harry Potter e l'ordine della fenice.

Ma la trascrizione grafica delle vicende raccontate non sono mai prive di inventiva e tracce personali. Ad esempio nel 1998 la prima copertina presentata alla Rawling, l'autrice, già si faceva notare per il copricapo scelto dalla Riglietti per il suo Potter. Dello strano cappello a forma di testa di topo non vi era alcuna traccia nel romanzo.

S. Riglietti, Harry Potter e la pietra filosofale

La Riglietti ha sempre da aggiungere ai personaggi che le sono proposti. E' quel pizzico di sale in più che rende speciale un piatto. Quasi come volesse fabulare anche lei, lasciando in libera uscita i pensieri fantastici che ognuno di noi fa quando la mente ancora non si scontra con i limiti imposti dal reale, quando si è ancora bambini. Ogni sua scelta però, sempre ponderatissima, nasconde sempre un perché. 
Lei stessa come si legge nella suo personal site, svela:
"Se i giochi dell’infanzia servono per conoscere il mondo, proseguirli ‘da grandi’ significa conoscere la libertà di inventarne altre versioni [...] Io disegno per raccontare con i segni, i simboli e le metafore, e li utilizzo come se fossero parole"
Oltre alla combriccola dei maghi in erba di Hogwarts, la disegnatrice marchigiana ha dato un volto e nuova forza visiva anche ad altri personaggi fiabeschi. 

S. Riglietti, Il mago di Oz

La sua matita ha solcato con dovizia di particolari i voli di un Peter Pan verso la sua Isola che non c'è, le cadute oniriche quasi metafisiche di un Alice nel Paese delle meraviglie, le peripezie di Dorothy nel mago di Oz e tante altre avventure di rocamboleschi attori dell'immaginario collettivo. 
Tutte opere nate dalla collaborazione con varie case editrici italiane e straniere fra cui Grimm Press, Simon e Shuster, Fabbri, Mondadori, Ta Chien Pubblishing e Salani (quest'ultima per Harry Potter).
Racconti visivi dell'artista tutti riuniti nella recente mostra "Da Peter Pan a Harry Potter - sogni e disegni di Serena Riglietti", allestita presso la Rocca di Gradara, da gennaio a maggio scorsi.

Della Riglietti ci piace il suo sguardo disincantato ed elegante, il suo tratto limpido e fresco, le sue connotazioni iconiche, che rendono riconoscibile ogni sua creatura, come fosse figlia adottiva di una madre premurosa.

Per saperne di più e gongolarvi tra le tavole dell'artista vi rimandiamo al suo official site (clicca qui)
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martedì 22 marzo 2011

di Unknown

Invasione di "pelago" in corso all'Aurum di Pescara

                                                                                                                                          
Partendo da semplici ed innocui segni di inchiostro nero, Donato di Zio crea un mondo metamorfico e totalizzante che dal grazioso servizio per il tè a quello per il caffè, si allarga e si staglia su fondi di piatti e si trasforma in intrecci per parure. 
Dal design intriso di antico artigianato, gli stessi grovigli ritmicamente e ossessivamente sono reiterati su tele, stampe, supporti in rame, in cui dal pelago in bianco e nero si passa a prove più articolate in cui agli ingredienti base si aggiungono applicazioni in foglia d'oro, monocromi blu, lingue di rosso fuoco e scie di cromie contrastanti.


Un semplice groviglio che nella reiterazione trova autonomia, si libera dal suo aspetto segnico ed invade ogni che. All'Aurum le opere di Di Zio sono legate l'una all'altra tramite omonimia grafico testuale che di volta in volta si rinnova. La sensazione che ne deriva è un germogliare organico che nasconde echi passati.  Lo stesso motivo che invade le porcellane e che ricorda gli intrecci  fitomorfi e astratti  tanto cari al Secessionismo, s'insinua tra le storie della Divina Commedia e dagli Inferi danteschi rimbalza e si espande sino al macrocosmo.





Il segno incontrollabile della mano certosina dell'artista approda e dilaga anche in foto di spazi urbani ben riconoscibili, come la Piramide di Pei a Parigi o Palazzo della Signoria a Firenze.



Ogni immagine, testo, scena o spazio contagiato dal pelago si apre quindi a letture multiple. Rita Levi Montalcini, nominata e ringraziata nel catalogo che correda la mostra a cura di Gillo Dorfles, ha scritto : " [...] indaga la vita in tutti i suoi molteplici e variegati aspetti, alcune opere possono ricordare dei microrganismi ingranditi al microscopio dove si ha la reale percezione della grandezza e della vitalità che regna nel cosmo: in questo trovo dell’assonanza con il mio operato, una ricerca costante che non avrà mai fine. [...] Trovo che la scienza, la cultura e l’arte siano campi d’indagine che portano chi se ne occupa in maniera attiva ad avere una visione sempre più ampia della vita [...]".
Interessanti anche una serie di pop ritratti in negativo/positivo e i bozzetti per i costumi di scena.



L'opera di Donato Di Zio, pittore, grafico, scenografo, costumista, invade letteralmente gli spazi candidi dell'Aurum di Pescara fino al 27 marzo. Affrettatevi!

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