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giovedì 18 ottobre 2012

di Unknown

Da Moby Dick alla balena di Claudia Losi

Claudia Losi, La balena (photo link)
Dovete sapere che nel mio block notes di tanto in tanto appunto nomi di artisti su cui un giorno vorrei scrivere almeno un post. Oggi il doodle che festeggia il 161° anniversario di Moby Dick, il classico della letteratura americana scritto da Herman Melville, mi ha spinto a parlarvi di un'artista che nella mia lista c'è già da un bel po'. Sì, perché Claudia Losi di balene è un'esperta. L'artista piacentina ha realizzato una balena in tessuto di dimensioni reali e l'ha portata in giro il più possibile per creare di volta in volta delle relazioni sempre nuove e spesso inaspettate: Italia, Sudamerica, Inghilterra e Francia. Il progetto è nato nel 2004 da una serie di elementi diversi ma tutti importanti. Il primo ha a che fare con un ricordo infantile, legato alle colline di casa sua, dove trovarono delle ossa di balena o proto balena. E poi le suggestioni di un film in cui si racconta lo strano approdo, in un container guidato da un nano malefico, di una balena in un piccolo centro ungherese.

Claudia Losi è un'artista poliedrica, dal video alla scultura morbida e extra large. Predilige realizzare opere con materiali che necessitino di lavoro manuale, dal ricamo ad altre lavorazioni di tessuti, di volta in volta raccontando favole e poesie sempre nuove.

Balena project ha visto coinvolti anche Antonio Marras e Vinicio Capossela. Marras ha realizzato delle giacche con la stoffa ricavata dalla pelle della grande balena di Claudia e le prime cinque, tutte su misura per l'istrionico Capossela. Nel 2010 ne è nato Les funerailles de la Balene, la fine (artistica) di un progetto.

Per saperne di più, vi suggerisco di fare un giro nel sito di Claudia Losi.
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venerdì 12 ottobre 2012

di Unknown

Ape on the moon e Red Lemon Club by Alex Mathers

Essendo questo un blog la curiosità è d'obbligo, soprattutto quando si cerca di scovare nel web qualche altro interessante blog o progetto. Muovendoci a zonzo tra Twitter e Facebook, followers e fans, siamo felicemente incappati in un nome tutto da scoprire. Si tratta di un ex studente di geografia, che dopo la laurea ha messo su due siti, uno dedicato al mondo dei creativi, l'altro più legato all'arte grafica contemporanea. Nel frattempo, Alex Mathers, questo il nome del nostro eroe del web di oggi, è un freelance, illustratore autodidatta per Google, vive a Tokyo e sogna di fondare e gestire uno studio di animazione.

Vi presento i suoi due siti: Ape on the moon e Red Lemon Club.

www.apeonthemoon.com

Ape on the moon è un sito innanzitutto coloratissimo. E' gestito da Alex insieme a Philip Dennis. I due, che si definiscono scimmie inter planetarie -così è scritto sul sito stesso-, documentano tutto ciò che c'è di nuovo nel mondo delle arti visive contemporanee, con particolare attenzione per la grafica, l'illustrazione, l'animazione e tutti i sottogeneri che da queste derivano. Pensate che c'è perfino una sezione tutta dedicata ai giochi. (per vederla clicca qui).
La parte del sito che preferisco è sicuramente quella dei tutorial, articoli incentrati su grafici internazionali che spiegano l'iter dei loro lavori, dallo schizzo a mano al pc.

www.redlemonclub.com
Red Lemon Club invece ha una mission più pratica. E' un progetto web originale e dall'animo generoso: il sito si propone di aiutare i creativi indipendenti e liberi professionisti ad ottenere il riconoscimento che meritano. Come? Attraverso la condivisione delle idee, suggerimenti, branding e cercando di attirare i clienti e le imprese. 

Cari creativi italiani, anche questi sono due siti da salvare nella barra dei preferiti! eccovi i link: Ape on the moon Red Lemon club  
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mercoledì 30 maggio 2012

di Unknown

L'uovo Fabergé dalla corte dello zar alla chioma blu di Marge Simpson


Peter Carl Fabergé
Oggi Google con il suo Doodle ricorda il 166° anniversario della nascita di Peter Carl Fabergé. Le uova furono una realizzazione di gioielleria ideata presso la corte dello zar di tutte le Russie. Fra 1885 e il 1917 furono realizzate dalla compagnia Fabergé ben 57 uova di Pasqua in oro, preziosi e materiali pregiati.

A Londra quest'anno, nel periodo pre-pasquale, hanno organizzato una bella caccia al tesoro con mega uova tutte decorate da artisti, orafi, designer, architetti e stilisti di prestigio. Qualche nome? Mulberry, Sir Ridley Scott, Zandra Rhodes, Diane Von Furstenberg, Marc Quinn, Bruce Oldfield, the Chapman Brothers, Theo Fennell, William Curley, Candy and Candy, Zaha Hadid, Bompas and Parr, Polly Morgan e Tommy Hilfiger. 

Chissà se a Londra hanno preso spunto dalla puntata dei Simpson in cui Marge ruba una delle 12 uova Fabergè di Montgomery Burns, per aiutare una raccolta fondi di beneficenza? 

Organizzata da Fabergé, The Big Egg Hunt è stata sicuramente un'operazione anche di marketing, ma chi vi ha partecipato e ha vinto, si è portato a casa, senza doverlo nascondere tra i capelli come fece la signora Simpson, un preziosissimo esemplare di uovo Fabergé, il Diamond Jubilee Egg

Il gioco prevedeva la partecipazione dei londinesi: su ogni uovo, collocato in luoghi diversi della città, c'era una parola, un codice segreto che andava spedito via sms per poter partecipare all'assegnazione del premio finale. Gli sms naturalmente avevano un costo e i proventi sono finiti tutti in beneficenza ad associazioni che si occupano di tutela dei diritti dei minori, Action for Children e The Elephant family. In realtà l'idea prendeva spunto dalla tradizionale caccia alle uova pasquali.


Londra

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mercoledì 14 marzo 2012

di Unknown

Sculture leggere di Akira Yoshizawa

A. Yoshizawa
L'abbiamo ripetuto in molti dei nostri post e le mostre che continuamente visitiamo ogni volta ce lo ricordano: l'arte non conosce confini in quanto a materiali e tecniche di espressione, se poi vi si aggiunge un tocco di poetica manualità e passione pura... voilà... dinanzi a noi avremo forme d'arte autentiche. 

Premessa doverosa per dire che Akira Yoshizawa senza dubbio merita l'appellativo di artista.Se questo nome non vi dice nulla, ascoltate questa storia:

La legenda vuole che tra il XVI e il XVII secolo, in Giappone, durante il periodo Edo, l'imperatore ebbe un'illuminazione. Perchè non donare al suo popolo tanti "oggetti di riconoscimento"? Piccoli doni di carta originariamente rappresentanti la gru giapponese, animale simbolo della felicità e del benessere. Nel corso dei secoli successsivi, la tradizione di questi regali di carta fu ripresa dalle varie dinastie che si susseguirono al potere. Un giorno arrivò nelle mani di un certo Akira Yoshizawa, che trasfornò questa antica tradizione da lavoro artigianale a vera forma artistica. 

Avete capito bene, stiamo parlando degli origami.
Google oggi dedica il suo Doodle proprio al signor Yoshizawa, nel giorno in cui nacque e, per uno scherzo del destino, morì (14 marzo 1911- 14 marzo 2005).

Figlio di un allevatore della prefettura di Tochigi, cominciò a lavorare in una fabbrica di Tokyo verso i 13 anni, per poi dedicarsi alla sua formazione da disegnatore tecnico. Spesso utilizzò gli origami per spiegare e rendere visibili problemi geometrici. Nel 1937 lasciò il lavoro in fabbrica e si dedicò completamente agli origami.
L'artista creò più di 50.000 modelli.

Qualcuno continua a definire questa pratica solo come artigianato. Per noi che ci emozioniamo dinanzi alla semplicità, i modelli di Yoshizawa sembrano sculture senza peso con chili di emozioni.
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giovedì 17 novembre 2011

di Unknown

Giò Pomodoro, Google e Twitter tutti per lui!

Google oggi ha dedicato il suo doodle a Giò Pomodoro che nel contempo è diventato trend topic su Twitter.  

Oggi, 17 novembre 2011, l'artista avrebbe festeggiato il suo 81mo compleanno.


Tra i regali un doodle che richiama direttamente le sue sculture.
Il logo si veste di metallico ed è investito da un gioco chiaroscurale che rivela il soggetto reale della ricerca di Pomodoro: la luce.
Il sole infatti, anche se non sempre rappresentato o simboleggiato, è il dichiarato protagonista di molte delle sue creazioni che su piani fluttuanti innescano colloqui misteriosi con  lo spazio, con il vuoto, senza esimersi da connotazioni ideologiche e sociali.

Pomodoro stesso scriveva: 
"L'opera, sia essa stessa, dovunque essa sia, luogo e presenza"
Ed ancora, riferendosi al futuro della scultura:
"Non ho mai cessato dal 1958 ad oggi, di pensare all'estensione, all'importanza della determinazione, individuazione e presenza del "vuoto" e della sua importanza in scultura. Ormai sappiamo che il vuoto è ricolmo di energia, sia nel macro che microcosmo. Immensi campi d'energia si estendono ovunque. E' l'immensità in cui lavorare, sperimentare ed esplorare, per tracciare nuovi percorsi, costruire nuove realtà e nuove visioni"
G. Pomodoro
Leggendo tra le righe si avverte una visione dello spazio che avvolge l'uomo ma va oltre il tangibile, oltre le definizioni del reale, molto vicina alla dimensione che si respira nel cyberspazio che oggi, forse non a caso, lo omaggia.
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