Dal 13 settembre fino a domenica 20 ottobre presso la Galleria Civica di Modena è allestita la mostra intitolata "All you need is love. John
Lennon, Artista, Attore, Performer" a cura di Enzo Gentile, Marco Pierini,
Antonio Taormina, promossa e organizzata dalla Galleria Civica di Modena e
dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il sostegno di Hera Group in
collaborazione con Beatlesiani d’Italia Associati.
Si è conclusa domenica scorsa la mostra Oblivion, presso l'Alviani ArtSpace, lo spazio espositivo nel cuore dell'AURUM di Pescara, accessibile solo e grazie ad un tunnel, opera site specific realizzata dal maestro dell'optical art Getulio Alviani.
Ancora una volta, la scelta espositiva di Lucia Zappacosta, direttrice dello spazio, ha regalato all'opera di Alviani una nuova identità.
Ricordate l'ammirazione del Piccolo Principe quando approda sul pianeta del lampionaio che non fa altro che accendere e spegnere ogni minuto il suo lampione, nella solitudine dello spazio che lo accoglie? La stessa ammirazione e la stessa poesia l'ho provata viaggiando nel pianeta Oblivion: un'immersione totale in un piccolo ambiente fatto di buio denso e proiezioni luminose. Un pianeta abitato non da un unico lampionaio ma da un collettivo di tre artisti che accolgono i viaggiatori con le loro tre installazioni.
La mostra, a cura di Sibilla Panerai, ha ridisegnato completamente lo spazio dell'Alviani ArtSpace, immergendo il visitatore in una dimensione altra, in cui suono, luce e materia dialogano fra loro con fare poeticamente minimal. Il pianeta Oblivion ha coordinate totalmente nuove.
Luce: intrappolata, evanescente, psichedelica, appare e scompare in un gioco continuo di verticali e orizzontali sospese a mezz'aria, proiezioni concentriche e perpendicolari.
Materia: quasi invisibile, è pelle che cattura i giochi di luce, è parete labirintica consumata dal tempo, un fossile in cui il buio si scompone per lasciar spazio a rose luminose.
Suono: un battibecco altalenante che narra la composizione e scomposizione di materia e luce, grazie alla bravura di un violinista classico ma non troppo (Luca D'Alberto) e un chitarrista dell'underground (Pierluigi Filipponi).
Per spiegarvi meglio il progetto abbiamo intervistato il collettivo formato da Giustino Di Gregorio, Manuela Cappucci e Claudio Pilotti, i tre artisti che intrecciando i loro percorsi, le loro ricerche, sensazioni e emozioni ci guidano verso lo stato sperduto della "dimenticanza".
Giustino Di Gregorio, Manuela Cappucci, Claudio Pilotti
Eccovi l'intervista ai tre lampionai di Oblivion.
Servizio video a cura di blarco.com
Fotografie: Giustino Di Gregorio, Peter Ranalli
Per maggiori info vi rimando alla Pagina Facebook di Oblivion
Presso la Galleria Gallerati di Roma abbiamo avuto il piacere di conoscere i componenti del collettivo Triac, un trio di musica elettronica, minimalista e ambientale, nato alla fine del 2011 e composto da Rossano Polidoro (ex Tu m', Line USA), Marco Seracini e Augusto Tatone. La loro ricerca mira a creare installazioni audiovisuali, sperimentando la relazione tra spazio ed elementi naturali.
Sabato scorso la Galleria Gallerati, con la curatela di Noemi Pittaluga, ha ospitato Winter, una video installazione dei Triac. Uno schermo blu con impercettibili micro cambiamenti visivi. Come scritto nel comunicato stampa, "Winter è una piega del nostro cervello, una nicchia mentale, un groviglio psichico in cui le coordinate spaziali sono perdute".
Per saperne di più riguardo la ricerca portata avanti dal collettivo eccovi una breve intervista a Marco Seracini, uno dei Triac (www.triac-act.com).
Il GanGnam Style del repper sudcoreano PSY è il video più cliccato del momento (questa settimana ha ottenuto oltre il miliardo di visioni - il che lo rende il secondo video più visto su YouTube dopo Justin Bieber), è il motivo più ballato nelle discoteche e molto probabilmente anche nelle balere un po' più vecchiotte ci si scatena con questa strana danza equina. Il passo del galoppo l'ho ritrovato perfino in un corso di zumba fitness in palestra. Qualche settimana fa, dopo i flashmob di Milano e Palermo, l'hanno ballato in 30.00 a Roma, in Piazza del Popolo e qualche giorno prima sui TG non faceva altro che passare l'inedita versione con la top model Heidi Klum.
Insomma, davvero tutti "gangnammizzati"!
Ai Weiwei nel video parodia mentre caccia le manette (photo The Guardian)
Mancavano all'appello gli artisti e il loro carico giustamente polemico. Il primo a parodiare il cantante rep è stato circa un mese fa Ai Weiwei, il noto artista dissidente cinese che, manco a dirlo, è stato anche in quest'occasione nuovamente censurato. Il video era stato girato nel cortile di casa sua a Pechino e tra un salto e l'altro, l'artista mostra e poi indossa le manette. Il suo intento, come sempre, richiamare l'attenzione sulla libertà d'opinione negata nel suo paese. Ricordate il suo arresto nel 2011, senza che si sapesse nulla di lui per due lunghi mesi?
Anish Kapoor nel video parodia a Londra (photo The Guardian)
Giovedì scorso a scendere in campo, in segno di solidarietà nei confronti del collega cinese e al ritmo del gangnam style, è stato quindi Anish Kapoor. Circa 250 persone hanno risposto alla sua chiamata e si sono radunate nel suo studio di Londra, inclusi gli artisti Mark Wallinger, Bob e Roberta Smith e Tom Phillips, figure importanti del mondo dell'arte come Alison Myners, presidente dell'ACI, e Tamara Rojo, direttore artistico del National Ballet. A breve il video sarà su You Tube.
Nel frattempo guardiamoci quello di Ai Weiwei e attendiamo altri GanGnam raptus artistici in maglia rosa.
Il grande ritorno live di Adriano Celentano all'Arena di Verona non ha avuto a che fare solo con la musica. Al bar, sul palco di Rock Economy si discute - non in politichese e forse con troppa leggerezza- di economia, democrazia e bellezza. Quest'ultima, secondo l'economista francese Jean-Paul Fitoussi, salverà la società attuale.
Bellezza dovrebbe far rima con cultura ma per la politica non è così. Lo spread è l'unico valore su cui puntare tesi e progetti per un futuro che diviene sempre meno accessibile.
Gran parte della bellezza è tutta nella cultura, nelle arti e nel patrimonio ...ma, come dimostrato anche dal tecnico Ornaghi nel caso dell'arte contemporanea, si preferisce interloquire con le banche anziché con i musei. Tipico caso di Svalutation ...non della lira, come cantava il molleggiato, ma della cultura, potenziale motore che pian piano si spegne. Vedi il MADRE, il MAXXI commissariato e via dicendo...
Quando ascolto i Muse, con il loro tocco apparentemente minimal e al contempo esplosivo, immagino un'arte visiva fatta di suoni e luci, in cui la fisica svela l'immagine elementare delle sue leggi, la scienza fa esplodere tutte le sue provette multicolore e gli acuti di Matthew Bellamy si perdono nell'aria.
Il nuovo disco del gruppo, The 2nd Law, uscirà il 2 ottobre prossimo.
Nel frattempo mi godo la visione, anche questa solo apparentemente minimal, di Nicolai Carsten, inaugurata ieri presso l'Hangar Bicocca di Milano.La ricerca portata avanti dall'artista tedesco sul piano visivo, mi ricorda molto da vicino quella del trio inglese sul piano musicale.
50 metri di luci e suoni per dar vita ad un'esperienza personale e infinita. Lo spettatore è a tu per tu con l'immagine del tempo che prende forma, colore, luce e ritmo nell'installazione Unidisplay. L'opera consiste in un'unica parete - display audiovisiva, agli angoli due muri specchianti su cui le immagini si riproducono all'infinito, tutto grazie all'elaborazione delle forme tramite software all'avanguardia, capaci di attribuire segni e colori alla scomposizione del suono. Non a caso anche Nicolai è musicista e la sua ricerca si muove tra musica elettronica e immagini, ricerca scientifica e sperimentazione.
Ancora una volta il confine tra musica e arte visiva si fa magicamente evanescente. In entrambi i casi il risultato diviene pura poesia che, scavalcando udito e vista, arriva a toccare corde più profonde della percezione.
Grazie a questa mostra ho scoperto il magico legame tra la cantante Patti Smith e il fotografo Robert Mapplethorpe.
Per chi volesse saperne di più a riguardo è vivamente consigliato Just Kids, il libro in cui lei racconta della loro amicizia. La loro complicità vien fuori dalla famosa copertina del primo album di Patti, Horses, del 1975, una foto che Mapplethorpe le fece senza luci, senza assistenti, soli in una stanza lei e lui. Ma questa è solo una delle tante cover e storie che raccontano l'intreccio tra le due arti e le loro reciproche evoluzioni. Jazz, Rock e Pop veicolati da artisti sempre diversi: Andy Warhol e Roy Lichtenstein, per l’ equilibrio forma-colore, Keith Haring e Banksy per la graffiti art, Guido Crepax e Frank Kozic per il fumetto, il già citato Robert Mapplethorpe e Anton Corbijn per la fotografia, Hipgnosis e Peter Saville per la grafica. E poi Salvador Dalì, Damien Hirst, Andrea Pazienza, HugoPratt, Jim Flora, John Holstrom, Charles Burns e altri ancora.
Il connubio perfetto tra arte e musica è tutto in 45 Art, l'Arte a 45 giri, una mostra da non perdere, avete tempo fino al 30 settembre.
Eccovi un video della mostra, per maggiori info vi rimandiamo al sito.
Matteo Nasini, classe 1976, vive e lavora a Roma. Si è diplomato in contrabbasso presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.
Beh... dalla performance a cui ho assistito questa sera nulla mi avrebbe fatto pensare ad uno scolaretto del Santa Cecilia.
Matteo Nasini, con Stan, una performance che mi ha felicemente rotto i timpani e frantumato le coordinate sonore e spaziali, ha preso parte all'ultima serie di performance di Re-generation, mostra in corso fino ad oggi presso il MACRO Testaccio di Roma.
Un ensemble estemporaneo, composto da musicisti professionisti e non, ha eseguito le note iniziali di Also sprach Zarathustra, poema sinfonico di Richard Strauss e colonna sonora indimenticabile (dopo questa performance lo è ancor di più) di 2001: Odissea nello spazio. Un vero e proprio omaggio dell'artista a Stanley Kubrick.
Facciamo un gioco da settimana enigmistica? Provate a distinguere ogni tipo di strumento utilizzato. Scommettiamo che non riuscite ad individuarli tutti?
Da oggi e fino al 7 agosto, al Pecci di Prato, un interessante confronto tra l'arte contemporanea e la musica rock.
La mostra, intitolata "Live! L'arte incontra il rock", è a cura di Luca Beatrice e Marco Bazzini. I due curatori hanno voluto dimostrare come questi due mondi artistici abbiano avuto, nel corso degli ultimi quarant'anni, stimoli ed evoluzioni comuni.
Dipinti, sculture, installazioni, videoclip, lp, fotografie, riviste e film si combinano in ricerche correlate e sconfinamenti continui.
Vi rimandiamo al sito del Pecci per avere maggiori informazioni.
Nel frattempo ecco per voi il Comunicato Stampa della mostra: