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sabato 2 marzo 2013

di Unknown

VideoPost | Winter, un'audiovideoinstallazione del collettivo Triac

Triac, Winter
Presso la Galleria Gallerati di Roma abbiamo avuto il piacere di conoscere i componenti del collettivo Triac, un trio di musica elettronica, minimalista e ambientale, nato alla fine del 2011 e composto da Rossano Polidoro (ex Tu m', Line USA), Marco Seracini e Augusto Tatone. La loro ricerca mira a creare installazioni audiovisuali, sperimentando la relazione tra spazio ed elementi naturali.

Sabato scorso la Galleria Gallerati, con la curatela di Noemi Pittaluga,  ha ospitato Winter, una video installazione dei Triac. Uno schermo blu con impercettibili micro cambiamenti visivi. Come scritto nel comunicato stampa,  "Winter è una piega del nostro cervello, una nicchia mentale, un groviglio psichico in cui le coordinate spaziali sono perdute".

Per saperne di più riguardo la ricerca portata avanti dal collettivo eccovi una breve intervista a Marco Seracini, uno dei Triac (www.triac-act.com).

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giovedì 14 febbraio 2013

di Unknown

VideoPost | Dai sistemi di classificazione scientifica alla micologia visionaria di Salvatore Arancio

Presso la Federico Schiavo Gallery (Roma) è in corso una mostra che indaga in maniera inedita il mondo della micologia e più in generale dei sistemi di classificazione scientifica. Ma l'artista in questione, Salvatore Arancio, con questa mostra intitolata The Little Man of the Forest With the Big Hat, va oltre l'apparenza e ne fa trasparire, mediante giochi scultorei e composizioni ardite, i risvolti inaspettatamente folli, maniacali e visionari.

S. Arancio,The Little Man of the Forest with the Big Hat, 2012, 
five glazed ceramics, gouaches on printed paper, perspex, painted MDF, giclée print on canvas
(
photo by Giorgio Benni, courtesy Federica Schiavo Gallery, Roma)
La mostra ruota attorno all'omonima installazione scultoreaprogettata e realizzata dall'artista nel 2012 a Faenza, in occasione della residenza presso il Museo Carlo Zauli. Ceramiche in bianco e nero lucente riproducono le forme di insoliti funghi velenosi, che ritroviamo anche in  illustrazioni di schede di classificazione rubate dai libri di micologia.

La manipolazione e la distorsione di forme e catalogazioni precise inducono la ricerca verso l'altra faccia della medaglia, dove la rigida classificazione dilaga in volontà maniacale. Stessa ambivalenza si rintraccia nelle proprietà benefiche e allucinogene del fungo.

S. Arancio, Bird, 2012,
looped video for projection,
(
photo by Giorgio Benni, courtesy Federica Schiavo Gallery, Roma)
Salvatore Arancio presenta anche un video, Bird, girato in Super 8 all'interno del Museo di Zoologia di Bologna. L'indagine qui si concentra sulle collezioni ornitologiche, in particolare quella della prima metà del secolo di Zaifagnini- Bertocchi. Alla manipolazione scultorea si sostituisce la manipolazione della ripresa lenta e ambigua, che ancora una volta mostra al fruitore l'aspetto più visionario insito nella nel rigore dell'azione catalogatrice. Ruolo fondamentale in questo senso è dato anche al suono che accompagna il film, Expo 70, progetto musicale di culto di Kansas City.

S. Arancio, View of The Little Man of the forest with the big hat, 2013
mixed media, installation view,
(
photo by Giorgio Benni, courtesy Federica Schiavo Gallery, Roma)
Nella terza ed ultima sala le relazioni natura/scienza si palesano più chiaramente, tramite giochi illustrativi e l'esposizione di una nuova scultura, realizzata durante una residenza d'artista presso l'European Ceramic Workcentre di 's-Hertogenbosch (Paesi Bassi).

Mostra da non perdere, in corso fino al 16 marzo.
Nel frattempo eccovi un video


Per maggiori info Federica Schiavo Gallery
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lunedì 28 gennaio 2013

di Unknown

VideoPost | L'arte surreale e grottesca di Nathaniel Mellors

Si è conclusa ieri la mostra dedicata al lavoro di Nathaniel Mellors presso la galleria Monitor di Roma. L'artista inglese nell'ultima Biennale di Venezia aveva catturato l'interesse del pubblico con il suo memorabile Hippy dialectics, una sorta di scultura animatronica a due teste. La ricordate? A noi era piaciuta moltissimo. 

N. Mellors, Hippy dialectics, 2010
(link foto)
La mostra Recent collaboration before THE SAPROPHAGE è la seconda personale dell'artista inglese nella galleria romana. Sviluppata in collaborazione con Gwendoline Christie e Chris Bloor, comprende un nuovo film, stampe digitali e dipinti.

Monitor
Monitor
L'intera mostra gira intorno al video The Soprophage in cui due personaggi, alquanto improbabili, dibattono su un'apocalisse culturale di cui sembrano essere entrambi superstiti. Il loro confronto verbale è bruscamente interrotto dall'arrivo inaspettato di un terzo personaggio, the Saprophage, un predicatore portatore di spiritualità negli Stati Uniti, chiaro omaggio dell'artista al mai realizzato San Paolo di Pier Paolo Pasolini.
A far da sfondo uno strano paesaggio, in verità tre diverse locations: Los Angeles, l'East London e la Grecia che, grazie al video, sembrano catapultare i tre personaggi in uno spazio unico ma temporalmente ibrido, in cui passato e futuro si annullano in un continuo presente.

Surreale e grottesco sono gli aspetti che tornano di nuovo nella ricerca artistica di Nathaniel Mellors. 

Per voi un video della mostra

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martedì 20 marzo 2012

di Unknown

VideoPost | Percorsi migranti paralleli di Ali Assaf

Da neanche un anno il MUSPAC, museo sperimentale d'arte contemporanea a L'Aquila, ha riaperto i battenti in Piazza d'arti, con lo scopo di rintracciare e nel contempo ricreare ex novo, insieme alle altre associazioni presenti sul territorio, il tessuto sociale di una città "migrante" dal suo vecchio stato ante sisma,  al suo nuovo assetto post sisma, in termini non solo architettonici ma soprattutto umani.

Il tema dell'immigrazione, nelle sue molteplici varianti, è caro ad Ali Assaf, artista poliedrico che 35 anni fa si trasferì da Bassora, sua città natale, a Roma, senza mai perdere il legame profondo che lo lega al suo paese. Quasi come una sorta di occhio lontano ma vicino nell'animo...
I cinque lavori presentati al MUSPAC, nella personale "Eh... se fosse con noi...", dal 18 marzo al 4 aprile, sono uno specchio della condizione dell'immigrato.

"La mia ambizione era di lavorare con Federico Fellini e diventare un divo del cinema". E' la risposta di un immigrato quando gli viene chiesto"Perchè sei qui?".

A. Assaf,
Quell'oscuro oggetto del desiderio 
Ali ha posto la stessa semplice domanda ad un gruppo di persone mediorientali stabilitesi a Roma. Ogni risposta è legata ad una foto - ritratto che insieme alle altre compone una visione variegata delle sensazioni, ambizioni, problematiche, sogni, aspirazioni che spingono o costringono un uomo o una donna a lasciare il proprio paese d'origine, per muoversi altrove. Come non pensare anche a tutti gli aquilani costretti a lasciare le proprie case? 

Oltre questa carrellata di volti e sguardi schietti, così diversi e simili tra loro, l'artista riflette anche sull'immagine confezionata e veicolata dall'informazione e dai mass media, quando la distanza rende difficile la comunicazione con i propri cari.
In "Greetings from Baghdad", su scenari di guerra e campi petroliferi in fiamme, campeggiano in primo piano i volti sorridenti di tre persone che, in palese contrasto con lo scenario che li accoglie, inviano saluti ai parenti lontani come fossero inviati dei TG. 
Gli stessi sorrisi di circostanza che spesso i politici e le autorità si sono stampati in volto, quando venivano a far visita alle macerie del 6 aprile.

Simile il paesaggio offerto dal video  "I am Her. I am Him", in cui le esplosioni improvvise, per mano e mente umana, ricordano da vicino l'imprevedibilità, la pazzia e l'irrompere della natura con le sue catastrofi.

A. Assaf,
Lampedusa Checkpoint
La video installazione "Narciso" è stata presentata dall'artista all' ultima Biennale di Venezia ma, nel contesto del MUSPAC, moltiplica il suo potenziale comunicativo. Gli oggetti cimeli che sfiorano le mani dell'artista, senza essere afferrati, ricordano gli effetti personali e gli oggetti intrisi di ricordi che nei giorni seguenti il terremoto affioravano dai cumuli di macerie. E' l'identità che faticosamente si ricostruisce, con la nostalgia e l'amore per ciò che è stato.
  
Il video "Lampedusa Checkpoint" è una riflessione sulla condizione dell'immigrato nel momento di approdo nel nuovo paese: scalzo, dalle vesti candide, con il suo bagaglio di riti e usanze che difficilmente il luogo d'approdo accoglie. Anche in questo caso la similitudine è con gli sfollati del terremoto, un istante dopo l'accaduto, quando la speranza e la voglia di ricominciare sono ancora lontani ed il senso di inadeguatezza nel nuovo contesto non trova isole felici, malgrado il forte desiderio di integrazione.

Ed è proprio su tale desiderio che tutto il progetto "Percorsi migranti", di cui la mostra fa parte, getta le fondamenta per una ricostruzione intelligente: all'insegna della diversità e nel contempo nell'uguaglianza della condizione precaria che ogni immigrato, sfollato, uomo è costretto a vivere.

Invitandovi a visitare la bella mostra, a cura di Martina Sconci ed inserita nella serie di iniziative promosse dal Coordinamento 'Ricostruire insieme', eccovi un'anteprima dal vernissage del 18 marzo.


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mercoledì 11 gennaio 2012

di Unknown

Festival della videoarte In Visibile

In seguito all'interesse suscitato nelle sue edizioni estive presso Colli del Tronto, il Festival della videoarte In Visibile, ha pensato bene di fare un bis con un'edizione invernale presso Bellante, cittadina in provincia di Teramo.  Il 6, 7 e 8 gennaio video installazioni di artisti emergenti sono state presentate al pubblico nell'antico e suggestivo Palazzo De Laurentis, grazie all'Associazione culturale Liberamente, guidata da Nicola De Dominicis, e la supervisione del curatore ticinese Riccardo Lisi.

Il festival invisibile nasce da un'idea dell'Associazione il Formichiere di Colli del Tronto: "Rendere l'invisibile in visibile" è il gioco semantico alla base del progetto che consiste in una vera e propria kermesse di giovanissimi video maker alle prese con uno spazio.

Inutile dire che spesso proprio lontano dai centri deputati all'arte contemporanea si rimane piacevolmente stupiti.

Giustino Di Gregorio
Il primo artista incontrato è Giustino Di Gregorio che paradossalmente, attraverso il buio dello spazio, è riuscito a catturare la luce, imprigionandola in una sorta di poetico quanto moderno cilindro che ce ne racconta le evoluzioni. Trapped Light, questo il titolo dell'installazione, ha sicuramente qualcosa in comune con l'osannato vincitore dell'ultima  Biennale di Venezia Haroon Mirza
Di Gregorio emozionato ci rivela:   
"Il tutto è nato da un ricordo di mio figlio che a cinque anni cercava di catturare la luce".

Gloria Sulli
Gloria Sulli invece ha scelto di rendere manifesta la paura e l'angoscia degli immigrati attraverso una sorta di metafora: un mare in tormenta che fagocita giocattoli per poi restituirli. A rendere il tutto meno astratto e più tangibile, a far da monito, una montagna di  giochi ai piedi del video.





Hypericum
Hypericum, duo emergente di artisti freschi freschi dall'Accademia, ma con le idee già chiare, hanno proposto una versione contemporanea del mito di Icaro, nata dall'esigenza di metter in scena la fragilità umana attraverso la fragilità del corpo, scegliendo di rappresentare una sorta di disfacimento in tre atti. Le tre teste di cera, stese su un letto di sale calpestabile, sono i resti di un pericoloso azzardo dal sapore di sconfitta misto a coraggio.



A stupirci piacevomente soprattutto Punta_Spillo, coppia di giovani artiste appena nate, italianissime ma conosciutesi durante un Erasmus  in Inghilterra. 
Noli me tangere/in cattività è una video installazione da guardare ma soprattutto da raccontare, fitta di suggestioni, ossessioni e contrasti, pensata in forte relazione con l'edificio che la ospita, come una delle artiste ci spiega:  
Punta_Spillo
"L'opera in realtà è stata concepita proprio per questo spazio. Abbiamo chiesto la genealogia degli abitanti di quest'antico palazzo del '600 ed abbiamo scoperto una discendenza patrilineare: prelati, medici, veterinari. Questa cosa ci ha interessate come suggestione iniziale...".

Suggestione che ha dato il LA per una trama imbastita intelligentemente, mai a caso e sempre con cognizione di causa: dalla figura della donna immersa nella conquista della sua emancipazione, alla bestialità insita in ognuno di noi e sempre repressa, sino al concetto di tempo nella gabbia, luogo per antonomasia in cui il tempo nell'attesa
 "si annulla, si dilata, diventa struggente, diventa aspettativa, pesante, diventa morte quotidiana." 

Altro artista da indagare è sicuramente Stefano Boffi con la sua opera a metà tra performance, installazione e video, in cui una sorta di rito concorre ad un unico obiettivo: un invito a godere della percezione privata dai lacci che spesso le vietano di esprimersi liberamente, come lui stesso precisa:
"Lavoro esclusivamente sulla percezione e penso ci siano tantissimi elementi che fanno parte della cultura che non le permettono di evolversi, uno tra tutti il simbolo che è una sorta di verità a cui noi spesso diamo un significato che può rivelarsi anche solo un'illusione... Superare il concetto di simbolo può aiutarci a spingerci verso una verità nostra e personale".
Stefano Boffi
In tal senso, in Upanishad, l'artista  si serve del pane come simbolo ed invita il fruitore dell'opera a calpestarlo per approdare al senso dell'opera, alla verità, simbolicamente rappresentata da un testo esplicativo.


Oltre agli artisti già citati hanno preso parte alla manifestazione anche Davide Calvaresi, Cloro Cloro Cloro, Rosaria Farina, Mirko Aretini, il tutto con le performance di compositori di musica elettronica come Orgon, Fabio Perletta, dj Kurtz, Mc Geyser, Aliquid e Sunjata. 


Festival ricco di spunti e linguaggi artistici eterogenei, nato da soli due anni, a cui auguriamo una fortuna maggiore per le prossime edizioni. 
Noi intanto vi mostriamo pillole di questa edizione speciale, per rendere un po' più visibile "In visibile"...



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sabato 21 maggio 2011

di Unknown

I 9 artisti italiani selezionati da Bice Curriger


Sono 9 gli italiani che esporranno al Padiglione centrale della Biennale di Venezia dal titolo "ILLUMInazioni / ILLUMInations", selezionati da Bice Curriger. 5 donne e 4 uomini. Alcuni straconosciuti, sia al pubblico più informato sia a quello meno vicino all'arte contemporanea; altri un po' meno.
Abbiamo sbirciato per voi nei curricula di questi artisti nostrani e per ognuno abbiamo selezionato almeno un buon motivo per cui vale la pena andarli a vedere a Venezia. Cominciamo!

Giorgio Andreotta Calò. Nato a Venezia, classe 1979, vive e lavora ad Amsterdam.

E' stato allievo di Ilia Kabakov (già questo è un buon motivo) ma soprattutto, vale la pena vederlo, perché i suoi lavori balzano sempre oltre i limiti, situandosi ad una distanza minima, ma invalicabile, dalla realtà.



Elisabetta Benassi. Nata a Roma, classe 1966, vive e lavora a Roma.

Perché ogni suo video è una ministoria intrisa di forza simbolica, in cui attualità e memoria, tecnologia e fantasia si combinano grazie all'intensità del ritmo narrativo.


Meris Angioletti. Nata a Bergamo, classe 1977, vive e lavora a Parigi.

Perché quest'artista non si arrende mai all'idea di Arte come puro gene impazzito e di volta in volta imposta la sua vivace ricerca artistica affiancando all'arte la scienza, la filosofia, la letteratura. 


Monica Bonvicini. Nata a Venezia, classe 1965, vive e lavora a Berlino.

Perché quest'artista approccia alla scultura in maniera davvero singolare. Tra installazione e performance, la sua arte è stata spesso definita "aggressiva" ma anche "liberatoria".


Gianni Colombo. Nato a Milano, classe 1937. Deceduto a Melzo nel 1993.

Per la sua forza innovatrice, sempre impegnato in un gioco continuo, in cui il visitatore è continuamente messo in crisi dalle suggestioni virtuali e da manipolazioni spaziali.


Luca Francesconi. Nato a Mantova, classe 1979, vive e lavora tra Milano e Parigi.

Perché è una sorta di archeologo del contemporaneo, sia nel reperimento dei materiali e oggetti che utilizza, sia nell'analisi e lettura a cui l'opera invita.


Luigi Ghirri. Nato a Scandiano, classe 1943. Deceduto a Reggio Emilia nel 1992.

Perché è stato uno dei più influenti fotografi europei e nei suoi paesaggi sospesi, in bilico tra realtà e visione metafisica, l'uomo si perde e nel contempo si trova accolto come in un grembo materno. 


Giulia Piscitelli. Nata a Napoli, classe 1965. Vive e lavora a Napoli.

Perché è un'artista che attraverso il disegno, la pittura, la performance e il video indaga nel quotidiano attraverso resti e azioni sempre apparentemente innocue ma in realtà di forte impatto emotivo, mettendo in luce la contraddittorietà moderna e amara dell'uomo.


Marinella Senatore. Nata a Cava dei Tirreni, classe 1977, vive e lavora tra Madrid e New York.

Perché nei suoi lavori, dalle fotografie ai video, dal cinema alle installazioni, pone maniacale attenzione alla luce, trasformando luoghi, spazi e figure in vere e proprie epifanie, il tutto intriso di accenti autobiografici.
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giovedì 28 aprile 2011

di Unknown

VideoPost | Misticismo contemporaneo tra fili di perle

Opera: Cattedrale, 2002, videoinstallazione, (proiezioni su uno schermo di perle di vetro montate su fili; per un totale di 750.000 perle e 650 fili; audio). 

In questi mesi il video di Alessandra Tesi, artista bolognese di ultima generazione, torna come già nel 2002, negli spazi del MACRO a Roma.
Ambientato nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi, presenta aspetti della liturgia cattolica con officianti e corali con paramenti blu e verdi che si ordinano in una processione ripetitiva. L’occhio della camera non inquadra mai le figure intere ma si sofferma sui giochi geometrici del pavimento per creare una sorta di straniamento e incanto.


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