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mercoledì 11 gennaio 2012

di Unknown

Festival della videoarte In Visibile

In seguito all'interesse suscitato nelle sue edizioni estive presso Colli del Tronto, il Festival della videoarte In Visibile, ha pensato bene di fare un bis con un'edizione invernale presso Bellante, cittadina in provincia di Teramo.  Il 6, 7 e 8 gennaio video installazioni di artisti emergenti sono state presentate al pubblico nell'antico e suggestivo Palazzo De Laurentis, grazie all'Associazione culturale Liberamente, guidata da Nicola De Dominicis, e la supervisione del curatore ticinese Riccardo Lisi.

Il festival invisibile nasce da un'idea dell'Associazione il Formichiere di Colli del Tronto: "Rendere l'invisibile in visibile" è il gioco semantico alla base del progetto che consiste in una vera e propria kermesse di giovanissimi video maker alle prese con uno spazio.

Inutile dire che spesso proprio lontano dai centri deputati all'arte contemporanea si rimane piacevolmente stupiti.

Giustino Di Gregorio
Il primo artista incontrato è Giustino Di Gregorio che paradossalmente, attraverso il buio dello spazio, è riuscito a catturare la luce, imprigionandola in una sorta di poetico quanto moderno cilindro che ce ne racconta le evoluzioni. Trapped Light, questo il titolo dell'installazione, ha sicuramente qualcosa in comune con l'osannato vincitore dell'ultima  Biennale di Venezia Haroon Mirza
Di Gregorio emozionato ci rivela:   
"Il tutto è nato da un ricordo di mio figlio che a cinque anni cercava di catturare la luce".

Gloria Sulli
Gloria Sulli invece ha scelto di rendere manifesta la paura e l'angoscia degli immigrati attraverso una sorta di metafora: un mare in tormenta che fagocita giocattoli per poi restituirli. A rendere il tutto meno astratto e più tangibile, a far da monito, una montagna di  giochi ai piedi del video.





Hypericum
Hypericum, duo emergente di artisti freschi freschi dall'Accademia, ma con le idee già chiare, hanno proposto una versione contemporanea del mito di Icaro, nata dall'esigenza di metter in scena la fragilità umana attraverso la fragilità del corpo, scegliendo di rappresentare una sorta di disfacimento in tre atti. Le tre teste di cera, stese su un letto di sale calpestabile, sono i resti di un pericoloso azzardo dal sapore di sconfitta misto a coraggio.



A stupirci piacevomente soprattutto Punta_Spillo, coppia di giovani artiste appena nate, italianissime ma conosciutesi durante un Erasmus  in Inghilterra. 
Noli me tangere/in cattività è una video installazione da guardare ma soprattutto da raccontare, fitta di suggestioni, ossessioni e contrasti, pensata in forte relazione con l'edificio che la ospita, come una delle artiste ci spiega:  
Punta_Spillo
"L'opera in realtà è stata concepita proprio per questo spazio. Abbiamo chiesto la genealogia degli abitanti di quest'antico palazzo del '600 ed abbiamo scoperto una discendenza patrilineare: prelati, medici, veterinari. Questa cosa ci ha interessate come suggestione iniziale...".

Suggestione che ha dato il LA per una trama imbastita intelligentemente, mai a caso e sempre con cognizione di causa: dalla figura della donna immersa nella conquista della sua emancipazione, alla bestialità insita in ognuno di noi e sempre repressa, sino al concetto di tempo nella gabbia, luogo per antonomasia in cui il tempo nell'attesa
 "si annulla, si dilata, diventa struggente, diventa aspettativa, pesante, diventa morte quotidiana." 

Altro artista da indagare è sicuramente Stefano Boffi con la sua opera a metà tra performance, installazione e video, in cui una sorta di rito concorre ad un unico obiettivo: un invito a godere della percezione privata dai lacci che spesso le vietano di esprimersi liberamente, come lui stesso precisa:
"Lavoro esclusivamente sulla percezione e penso ci siano tantissimi elementi che fanno parte della cultura che non le permettono di evolversi, uno tra tutti il simbolo che è una sorta di verità a cui noi spesso diamo un significato che può rivelarsi anche solo un'illusione... Superare il concetto di simbolo può aiutarci a spingerci verso una verità nostra e personale".
Stefano Boffi
In tal senso, in Upanishad, l'artista  si serve del pane come simbolo ed invita il fruitore dell'opera a calpestarlo per approdare al senso dell'opera, alla verità, simbolicamente rappresentata da un testo esplicativo.


Oltre agli artisti già citati hanno preso parte alla manifestazione anche Davide Calvaresi, Cloro Cloro Cloro, Rosaria Farina, Mirko Aretini, il tutto con le performance di compositori di musica elettronica come Orgon, Fabio Perletta, dj Kurtz, Mc Geyser, Aliquid e Sunjata. 


Festival ricco di spunti e linguaggi artistici eterogenei, nato da soli due anni, a cui auguriamo una fortuna maggiore per le prossime edizioni. 
Noi intanto vi mostriamo pillole di questa edizione speciale, per rendere un po' più visibile "In visibile"...



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