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martedì 19 febbraio 2013

di Unknown

Da Alviani Art Space la contemporaneità che viviamo e i mendicanti della nuova generazione

Da Alviani Art Space, lo spazio di ricerca e sperimentazione sul contemporaneo all'interno dell'Aurum di Pescara e a cura di Lucia Zappacosta, ha inaugurato sabato scorso la seconda mostra della stagione espositiva. 
La collettiva dal titolo (Con)temporary shop, ideas for sale, a cura di Stefano Verri e realizzata in collaborazione con Sponge Arte Contemporanea, vede la partecipazione di sei artisti che indagano la contemporaneità che viviamo. E' una mostra fatta di ossessioni e false credenze travestite da brand, fatta di dipendenze da tempi altrui a cui rispondono proposte di potenziali vie d'uscita.


La mostra è un concentrato di idee che se da un lato smascherano, dall'altro offrono ricette salva vita.
Smascherano le contraddizioni su cui impostiamo la nostra quotidianità, gli artisti Giovanni Presutti, Rita Soccio e Hisako Mori.

G. Presutti, Dependency #15,
fotografia digitale, Dibond, 2011
courtesy Collezione Tartaglione
Giovanni Presutti con la sua serie Dependency, restituisce l'immagine di un'umanità perennemente narcotizzata dalle proprie debolezze. Dell'intera serie in questa mostra troviamo la foto con i due anziani coniugi seduti di spalle in salotto, muniti di cuffie. L'impostazione simmetrica dell'immagine esalta la passività dei due anonimi personaggi, completamente e totalmente catturati dalla propria e personalissima televisione. 

R. Soccio, Costituzione,
stampa fotografica lampda su dibond, 2009
courtesy Galleria Marconi / Cupra Marittima
Rita Soccio presenta un'opera di qualche anno fa ma ancora molto attuale, considerando le recenti affermazioni politiche riguardo la Costituzione. L'artista, servendosi del marketing e dei suoi meccanismi accattivanti, ce ne offre un assaggio, riproponendoci articoli scritti a mo' di frasi smielate alla Federico Moccia (uno degli autori italiani scelti dalla nota casa dolciaria). Al fruitore dell'opera non resta che assaporare il lato contraddittorio e amaro del senso.

H. Mori, è la mia metà,
installazione, origami, 2012,
courtesy Quattrocentometriquadri gallery /Ancona
Al centro della galleria è sospesa la borsetta origami di Hisako Mori, che alla funzione solita dell'acquisto sostituisce un momento di auto-riflessione. Intima e personale tramite un fondo specchiante all'interno della borsetta; ironica e universale attraverso l'utilizzo di riviste (italiane per l'esterno, giapponesi per l'interno), simbolo di mancata integrazione culturale.

Rispondono con modelli di vita probabili le opere di Paolo Angelosanto e Giovanni Gaggia che con For love only for love e Ali squamose, opere d'arte ricamate, optano per una velocità più slow e quindi meditativa per il futuro. Angelosanto durante una performance ha ricamato un cuore su una camicia della linea di moda di John Malcovich e in mostra ne ritroviamo il prodotto: la camicia con il cuore, incorniciata come "una reliquia della contemporaneità". Gaggia invece utilizza la stessa tecnica e lo stesso soggetto su una tela di lino bianca ma all'azione del singolo sostituisce l'azione collettiva di un intero paesino abruzzese (Sant'Omero).

P. Angelosanto, For love only for love,
ricamo su camicia di John Malkovich,, 2012
courtesy Rossmut / Roma
G. Gaggia, Ali squamose,
 ricamo su lino, 2009,
Courtesy Factory-Art gallery / Berlino
L'escamotage risolutivo, per far fronte a tutte le paure concrete regalateci dalla società moderna (crisi, default, spread...), è dato però dall'opera di Jukuki. L'artista partendo dall'Hobo americano, il senzatetto per scelta che non disdegna lavori occasionali, ipotizza e realizza un kit di sopravvivenza fatto con stile, brandizzando di fatto crisi e povertà. L'artista propone una comoda postazione dove inginocchiarsi per elemosinare aiuto tramite una serie di cartelli prodotti su supporti rigidi, colorati, resistenti e leggeri, con un design innovativo ed originale. Il tutto accompagnato da frasi ad effetto scritte da utenti del web.  
Durante la serata inaugurale già in molti hanno provato l'ebbrezza realistica del mendicante contemporaneo, rendendo la postazione una vera e propria installazione - performance fruibile da tutti. D'altronde siamo o non siamo tutti sulla stessa barca? Poveri si, ma con stile...

Jukuki, Be Hobo / poveri con stile,
installazione, 2013
www.behobo.it

Mostra da non perdere! 
Per maggiori info Alviani Art Space.
Se anche tu vuoi essere un Hobo contemporaneo www.behobo.it
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sabato 24 novembre 2012

di Unknown

Figurabile.01, l'arte emergente a L'Arca di Teramo

Giorgio Pignotti
Venerdì scorso ha inaugurato a Teramo, presso L'ARCA, Laboratorio per le arti contemporanee, la collettiva Figurabile.01, a cura di Umberto Palestini. La mostra, in corso fino all'8 dicembre, ha rappresentato lo snodo centrale per gli eventi collaterali di Circuiti Contemporanei, manifestazione svoltasi dentro e fuori il museo e nata dalla collaborazione di diverse associazioni culturali presenti sul territorio, da BM Idea a Naca Arte e con il sostegno della Fondazione Tercas.

Matteo Fato
Così è stato possibile godersi la bella mostra con le note della pianista Rossella Rubini che rimbombavano in una sala del museo, assistere ai giochi musicali del Dj Aladyn di Radio Deejay con un Visual DjSet allestito su di  una finestra del museo L'Arca e sul corso principale di Teramo.

Gli artisti presentati nella collettiva sono tutti under 35 e rappresentano con diversi linguaggi un'arte in qualche modo ancora legata alla figurazione, spesso indagatori della figura umana e dell'io in maniera inedita e non scontata. Una ricognizione fatta di visioni diverse ma complementari, dalla fotografia alla pittura, dal disegno alla grafica, dall'azione performativa al video.

A colpirci soprattutto i lavori dalla poetica essenziale di Matteo Fato e le donne dell'artista Annaclara Di Biase che, come scritto in catalogo, "oscillano tra la femminilità attuale segnata dalle icone dello star system e da una santità dai risvolti inquietanti".

Annaclara Di Biase
Abbiamo intervistato Umberto Palestini, curatore della mostra e direttore artistico del museo L'Arca, che ci ha illustrato le linee guida della mostra e i risvolti positivi della collaborazione con le diverse associazioni culturali presenti sul territorio teramano.

Eccovi il video:

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mercoledì 19 settembre 2012

di Unknown

VideoPost | "Fare arte a Scampia" e... metterla in mostra al PAN di Napoli

"Fare arte a Scampia" è una collettiva di arte contemporanea in mostra dal 15 al 30 settembre presso il PAN Palazzo delle Arti di Napoli.  37 artisti provenienti da Cina, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Romania, Spagna e Italia hanno preso parte al Simposio Internazionale d'Arte organizzato dalla Cooperativa Occhi Aperti da luglio 2008 a luglio 2012 nel cuore di Scampia. Le opere in mostra, frutto della collaborazione tra artisti e residenti del noto quartiere napoletano, evidenziano l'importanza dell'arte e dei suoi linguaggi, il suo sapersi muovere e stabilire legami entro confini problematici. In realtà spesso dimenticate o alla ribalta solo per eventi negativi, l'arte crea connubi, relazioni e scambi inaspettati, capaci di superare i pregiudizi e dar vita alla bellezza.


Così Enrico Muller descrive il meccanismo magico del progetto: 
"L'incontro ha fatto sgorgare il "desiderio" di ciascuno e ciascuna per la vocazione universale dell'arte: la gente è stata toccata nel cuore e ha permesso che una nuova comunicazione avvenisse, che le culture s'incontrassero, le lingue si mischiassero, che si stesse insieme dentro l'arte e dentro il Mistero della comune umanità. Le artiste e gli artisti, a loro volta, si sono lasciati toccare i cuori e hanno permesso che fosse Scampia a inebriarli e a far sì che le loro opere fossero come sbocciate dal quartiere stesso"
Eccovi un video della mostra in corso ma vi invitiamo ad andare di persona a vedere, molte delle opere sono davvero interessanti. In più vi segnaliamo il sito della Cooperativa Occhi Aperti, dove scoprirete una faccia diversa di Scampia, più colorata e meno grigia.

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