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domenica 26 giugno 2011

di Unknown

VideoPost | Il "Silenzio" loquace di Valentina De' Mathà al Padiglione Italia in Abruzzo

V. De' Mathà "Silenzio"

Valentina De' Mathà, classe 1981, nata ad Avezzano, vive e lavora in Svizzera.
L'abbiamo incontrata in occasione dell'apertura del Padiglione Italia - Regione Abruzzo presso l'Aurum di Pescara, dove espone un'installazione scultorea commemorativa delle 308 vittime del tragico terremoto che il 6 aprile 2009 ha devastato la città di L'Aquila.

V. De' Mathà "Silenzio"

"Silenzio", questo il titolo del suo lavoro, racconta la drammaticità della catastrofe attraverso sculture in carta: sono corpi disfatti girati verso il muro, generati tutti da un'unica matrice.

Di fronte a tale visione cadono i commenti, le parole restano in bilico tra l'ovvio e lo scontato, la paura si placa, l'amara consapevolezza dell'accaduto si fa avanti, mentre s'insinua la convinzione assurda del credere di non poter far nulla.

Ma la De' Mathà contraddice lo stato d'inerzia e la sbrigativa rassegnazione con un dono speciale.

Domani, 27 giugno, alle 15:30, l'artista regalerà una scultura dell’installazione in questione alla città di L’Aquila, durante una cerimonia che si terrà nel tratto di portici che collega Corso Vittorio Emanuele e Piazza Duomo. 
Verrà applicata una targa commemorativa e padrino d'eccezione dell'evento sarà Dario Pallotta, giocatore dell’Aquila Rugby, particolarmente distintosi nel salvataggio di alcune vittime rimaste sotto le macerie del terremoto.

La scultura verrà posta in uno spazio all’aperto fino al suo completo deterioramento.
Durante l’evento sarà presente l’Assessore alla Cultura Stefania Pezzopane.

Valentina stessa in questa video intervista ci spiega il perché del suo lavoro e le motivazioni che l'hanno spinta a prender parte alla Biennale di Venezia.



Infine un Link che è un consiglio. Si tratta del sito dell'artista in questione, dove vale la pena girare a zonzo e perdersi nelle foto e nei lavori, è un piacere sia per gli occhi che per la testa. (clicca qui)

Lo styling di Valentina De' Mathà durante l'inaugurazione è stato curato da Abbiglieria e Esther optical di Avezzano
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martedì 22 marzo 2011

di Unknown

Invasione di "pelago" in corso all'Aurum di Pescara

                                                                                                                                          
Partendo da semplici ed innocui segni di inchiostro nero, Donato di Zio crea un mondo metamorfico e totalizzante che dal grazioso servizio per il tè a quello per il caffè, si allarga e si staglia su fondi di piatti e si trasforma in intrecci per parure. 
Dal design intriso di antico artigianato, gli stessi grovigli ritmicamente e ossessivamente sono reiterati su tele, stampe, supporti in rame, in cui dal pelago in bianco e nero si passa a prove più articolate in cui agli ingredienti base si aggiungono applicazioni in foglia d'oro, monocromi blu, lingue di rosso fuoco e scie di cromie contrastanti.


Un semplice groviglio che nella reiterazione trova autonomia, si libera dal suo aspetto segnico ed invade ogni che. All'Aurum le opere di Di Zio sono legate l'una all'altra tramite omonimia grafico testuale che di volta in volta si rinnova. La sensazione che ne deriva è un germogliare organico che nasconde echi passati.  Lo stesso motivo che invade le porcellane e che ricorda gli intrecci  fitomorfi e astratti  tanto cari al Secessionismo, s'insinua tra le storie della Divina Commedia e dagli Inferi danteschi rimbalza e si espande sino al macrocosmo.





Il segno incontrollabile della mano certosina dell'artista approda e dilaga anche in foto di spazi urbani ben riconoscibili, come la Piramide di Pei a Parigi o Palazzo della Signoria a Firenze.



Ogni immagine, testo, scena o spazio contagiato dal pelago si apre quindi a letture multiple. Rita Levi Montalcini, nominata e ringraziata nel catalogo che correda la mostra a cura di Gillo Dorfles, ha scritto : " [...] indaga la vita in tutti i suoi molteplici e variegati aspetti, alcune opere possono ricordare dei microrganismi ingranditi al microscopio dove si ha la reale percezione della grandezza e della vitalità che regna nel cosmo: in questo trovo dell’assonanza con il mio operato, una ricerca costante che non avrà mai fine. [...] Trovo che la scienza, la cultura e l’arte siano campi d’indagine che portano chi se ne occupa in maniera attiva ad avere una visione sempre più ampia della vita [...]".
Interessanti anche una serie di pop ritratti in negativo/positivo e i bozzetti per i costumi di scena.



L'opera di Donato Di Zio, pittore, grafico, scenografo, costumista, invade letteralmente gli spazi candidi dell'Aurum di Pescara fino al 27 marzo. Affrettatevi!

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lunedì 20 dicembre 2010

di Unknown

"Automatismi Residui: Duetto".Elie Abou Samra e Jörg Grünert

La mostra "Automatismi residui: Duetto", inaugurata ieri presso i suggestivi spazi di Area E-Spò a Spoltore (PE), è un abstract delle opere già esposte, dall'artista Elie Abou Samra e dall'amico/mentore e artista Jörg Grünert, nella primavera scorsa presso l’Ex Aurum di Pescara.  
Due ambienti si contendono le opere degli artisti.
Nel primo spazio il calore e l'atmosfera simbolico/religiosa delle tele dipinte dall'artista libanese Elie.
Tele lavorate con bitume, oro e cera. La pittura dal sapore antico e meticoloso, rimanda alla tradizione bizantina.
I bruni e i verdi magici strozzano urla e sospiri di donne Mito: Pasifae ci accoglie nella sua passione folle. Il Minotauro ci costringe ad un faccia a faccia. La luce della cera tramanda i silenzi di ombre/segni che come visioni ancestrali si muovono da una tela all'altra fin negli angoli più angusti della stanza. Elie completa il tutto con un'installazione video realizzata in Giordania.

Nel secondo spazio la ricerca artistica di Joerg, tedesco di nascita ma italiano d'adozione. Ferro, pietra, smalto, tela, alluminio, giornali, pigmenti, espressi con un linguaggio più astratto-concettuale ed una grammatica logico-formale di matrice filosofica. La prima sperimentazione polimaterica-Racconta l'artista stesso che durante il Vernissage riflette con i visitatori intorno ai suoi lavori- trae spunto dalla microbiologia, quella infinita e affascinante dello studio analitico di veri e propri vetrini. Alla biologia si aggiunge il fascino erotico e sensuale per le figure zoomorfe che con fattezze poco riconoscibili si muovono come materia fluttuante in paesaggi simbolico materici. 
Nella scultura al centro della stanza e nelle tre tele che fanno da pendant alle pareti, la ricerca si fa segnica e minimale. La X e le sue contrastanti accezioni (incognita, moltiplicatore...) divengono spunti di riflessione sulla vita senza abbandonare la simbologia materica. Il bianco candido ingloba la morbidezza del feltro, il legno arde sul rosso fuoco, il ferro moltiplica la freddezza dello sfondo nero, le ampolle in vetro rendono instabili le certezze. Entrambe gli artisti elaborano memorie culturali di provenienza ma con linguaggio espressivo contemporaneo.
I due artisti si sono “formati esteticamente” in Italia, Jörg Cristoph Grünert, scultore, performer e drammaturgo nato Köln, Germania, si è laureato in scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di L' Aquila, vive e lavora in Abruzzo da oltre un ventennio. Elie Abou Samra, nato a Beirut, Libano, si è laureato in pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia, dopo una permanenza in Italia risiede nuovamente in Libano. 
Si sono conosciuti in Libano durante le numerose attività di pedagogia teatrale ed artistica che l’artista tedesco realizza insieme con Cam Lecce con il progetto internazionale La Linea di Pace.

Di seguito altre foto delle opere in mostra:















Sede: Via Dietro le Mura, s.n Area E-Spò - Spoltore PE
Curatore: Rolando Alfonso
Catalogo: AUTOMATISMI RESIDUI, foto di Gino di Paolo
Durata mostra: 19 dicembre – 23 dicembre 2010
Orario: 18,00 - 21,00
Ingresso gratuito




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