venerdì 20 maggio 2011

di Unknown

Giornata grigia al MACRO: Luca Massimo Barbero dà le dimissioni


Notizia di oggi: Luca Massimo Barbero, direttore del Macro, il museo d'arte contemporanea in via Nizza a Roma, ha ufficializzato le sue dimissioni con una lettera, destinatario il Campidoglio.
Le critiche, come riporta Repubblica, non si sono fatte attendere. Ad esempio, secondo il  noto critico d'arte Achille Bonito Oliva, le cause andrebbero ricercate
 "nell'immobilismo totale di una giunta che trascura l’arte contemporanea".
Nel mirino della polemica nata intorno al caso finisce la giunta comunale romana ed in primis Alemanno e la soprintendenza. Una delle principali problematiche lamentate, risulterebbe essere l'insufficienza dei fondi stanziati ed il lavoro da fare di volta in volta per ottenerli, ma la lista dei perché di Barbero è lunga e non legata solo ed esclusivamente a ragioni economiche.

Luca Massimo Barbero
Certo è che rinunciare ad un elemento come Barbero, che gode di una certa reputazione non solo in Italia ma anche all'estero, è indice del fatto che comincia a traballare tutto un sistema, ancora in fieri ma promettente, ruotante intorno all'arte contemporanea a Roma. O meglio, che quel sistema non goda delle dovute garanzie da parte di chi dall'alto tutto muove. 
Per non essere di parte va anche detto che, per bocca di Alemanno, la storia è tutt'altra, visto che a suo dire le dimissioni non avrebbero accenti polemici. Infatti ha dichiarato:
"Nella lettera di dimissioni che mi ha inviato, il direttore del Macro ritiene concluso un suo percorso personale. Lo ringrazio perché ha fatto un grandissimo lavoro, molto creativo. Nella lettera non ci sono accenti polemici. Adesso bisogna andare avanti con il progetto Macro".
Per ora non ci resta che attendere i nomi papabili al titolo. La decisione, come puntualizzato dal sindaco, toccherà all'assessore Gasperini e al sovraintendente Broccoli
Certo, resta un po' d'amaro in bocca e la certezza di aver lasciato andar via un pezzo importante dell'ingranaggio che muoveva da più di un anno verso l'idea di una Roma centro dell'arte contemporanea.
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