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domenica 27 aprile 2014

di Anonimo

Le collezioni del MoMA, nell’epoca della riproduzione digitale


È sabato, mattinata inoltrata. Appena arrivata a New York City dopo un viaggio in autobus piuttosto lungo. Non ho molto tempo per visitare i musei, ma ho le idee chiare e subito mi dirigo verso la 53a strada per raggiungere il MoMA. Ho tre ore piene da dedicare alle collezioni e magari, se avanza del tempo, dare un’occhiata alle esposizioni temporanee.
Sono fortunata, non mi attende una fila troppo lunga alla biglietteria e posso in breve tempo avviarmi all’entrata. Non prendo l’ascensore, preferisco soffermarmi un attimo davanti all’enorme vetrata che apre sul giardino delle sculture per poi prendere le scale che mi offrono scorci e visuali della struttura del museo. Giusto uno sguardo, breve ma intenso, all’architettura in “stile internazionale” di quest’edificio inaugurato nel 1936, che pure meriterebbe attenzione pari a quella per le opere che contiene. 

sabato 31 dicembre 2011

di Unknown

La storia della pittura del Realismo socialista

Le soste dinanzi ad ogni quadro sono obbligatoriamente prolungate. La minuzia di particolari, le rughe dei volti, i disegni geometrici dei tappeti, gli sguardi delle folle e i ritratti invitano lo spettatore ad un'osservazione lenta. A questa si addizioni la portata politica e sociale di ogni scena raffigurata.


Realismi socialisti: grande pittura sovietica 1920-1970, questo il titolo della mostra ospitata nelle sette sale del Palazzo delle Esposizioni a Roma, è la più completa rassegna di questo movimento presentata fuori dalla Russia.
Una selezione di quadri, suddivisi cronologicamente, in cui l'iter artistico s'intreccia di continuo con gli eventi politici e storici. 
Il risultato è un racconto per immagini che corre su un doppio binario: la pittura diviene chiave interpretativa della Russia rivoluzionaria e dell'Urss nelle diverse fasi della sua storia.

Si parte dalla pittura del Realismo socialista in seno alle ultime fasi della guerra civile, passando per il potere assoluto ed incontrollato di Stalin, l'invasione nazista e l'unità antifascista con Stati Uniti e Gran Bretagna,  per approdare alla stagione brezhneviana ed arrestarsi agli anni settanta.

Lo sguardo dell'osservatore si perde tra le scene corali con gente comune o in tele di grande formato affollate da autorità politiche. Basti pensare all'opera di Isaak Brodski,  Cerimonia di apertura del secondo Congresso della III Internazionale in cui ogni volto è un ritratto di intenzioni bloccate come in un'istantanea.

Momenti storici raccontati con occhi disincantati e privi di patinatura da manuale,  in cui la forza ideologica dei contenuti si combina con la cura stilistica di ombre e luci che su gote e capigliature insinuano un alito di iperrealtà. 
Numerosi i quadri trionfalistici che ripetono i motivi del culto della personalità, degli operai raggianti, delle famiglie sane e felici, dei collettivi agricoli motivati. Un mondo che spesso risultava molto propagandistico e poco reale.

La mostra mette in risalto tutte le sfaccettature e le contraddizioni di questo grande movimento, che nonostante seguisse l'imperativo ideologico di creare una coerenza artistica, fu invece internamente contrastante e discontinuo, sempre in bilico tra utopia e realtà.

Affrettatevi! La mostra chiude i battenti l'8 gennaio. Ottimo modo per concludere le feste.
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