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sabato 31 dicembre 2011

di Unknown

La storia della pittura del Realismo socialista

Le soste dinanzi ad ogni quadro sono obbligatoriamente prolungate. La minuzia di particolari, le rughe dei volti, i disegni geometrici dei tappeti, gli sguardi delle folle e i ritratti invitano lo spettatore ad un'osservazione lenta. A questa si addizioni la portata politica e sociale di ogni scena raffigurata.


Realismi socialisti: grande pittura sovietica 1920-1970, questo il titolo della mostra ospitata nelle sette sale del Palazzo delle Esposizioni a Roma, è la più completa rassegna di questo movimento presentata fuori dalla Russia.
Una selezione di quadri, suddivisi cronologicamente, in cui l'iter artistico s'intreccia di continuo con gli eventi politici e storici. 
Il risultato è un racconto per immagini che corre su un doppio binario: la pittura diviene chiave interpretativa della Russia rivoluzionaria e dell'Urss nelle diverse fasi della sua storia.

Si parte dalla pittura del Realismo socialista in seno alle ultime fasi della guerra civile, passando per il potere assoluto ed incontrollato di Stalin, l'invasione nazista e l'unità antifascista con Stati Uniti e Gran Bretagna,  per approdare alla stagione brezhneviana ed arrestarsi agli anni settanta.

Lo sguardo dell'osservatore si perde tra le scene corali con gente comune o in tele di grande formato affollate da autorità politiche. Basti pensare all'opera di Isaak Brodski,  Cerimonia di apertura del secondo Congresso della III Internazionale in cui ogni volto è un ritratto di intenzioni bloccate come in un'istantanea.

Momenti storici raccontati con occhi disincantati e privi di patinatura da manuale,  in cui la forza ideologica dei contenuti si combina con la cura stilistica di ombre e luci che su gote e capigliature insinuano un alito di iperrealtà. 
Numerosi i quadri trionfalistici che ripetono i motivi del culto della personalità, degli operai raggianti, delle famiglie sane e felici, dei collettivi agricoli motivati. Un mondo che spesso risultava molto propagandistico e poco reale.

La mostra mette in risalto tutte le sfaccettature e le contraddizioni di questo grande movimento, che nonostante seguisse l'imperativo ideologico di creare una coerenza artistica, fu invece internamente contrastante e discontinuo, sempre in bilico tra utopia e realtà.

Affrettatevi! La mostra chiude i battenti l'8 gennaio. Ottimo modo per concludere le feste.
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