Visualizzazione post con etichetta Biennale di Venezia. Mostra tutti i post
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venerdì 3 giugno 2011

di Unknown

Carsten Holler è il vincitore dell'Enel Contemporanea Award

Mentre il mondo dell'arte contemporanea si accende a Venezia con le "ILLUMInazioni" della Biennale, L'Enel si illumina con le due giostre di Carsten Holler, vincitore dell'Enel Contemporanea Award.
Riunitasi il 2 giugno in Laguna, in concomitanza con la vernice della 54. Esposizione Internazionale d'Arte - di cui Enel è Main Sponsor, la giuria del premio ha decretato il vincitore fra tre artisti di fama internazionale - oltre a Carsten Holler (Belgio), hanno concorso anche Bruce Mau (Canada) e Paola Pivi (Italia).


"Double Carousel with Zollner Stripes", questo il titolo dell'opera, sarà esposta nel prossimo autunno al Macro di Roma.


Due giostre dalle luci multicolore saranno azionate per creare un moto rotatorio antiorario e a rallenty, mentre sulle pareti disegni geometrici in bianco e nero disturberanno la vista.
I visitatori potranno salire sulla scultura ludica e farsi rapire il corpo e lo sguardo dal moto e dagli effetti ottici destabilizzanti.

Il premio, giunto alla sua quinta edizione, ci aveva già affascinato con il battito d'ali sottovuoto del duo Bik Van der Pol, vincitore dello scorso anno.
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mercoledì 1 giugno 2011

di Unknown

Al via la Biennale di Venezia. Gli artisti di ieri illuminano il contemporaneo

Rullo di tamburi: Three...Two...One...Go! Che lo spettacolo abbia inizio.


Ufficialmente le danze in laguna si sono aperte ieri con la vernice per gli addetti ai lavori, che si protrarrà fino al 4 giugno, quando anche i comuni mortali potranno varcare la soglia dei Padiglioni delle meraviglie.
Eppure della Biennale se ne è già parlato molto, con anticipazioni, critiche, polemiche, nomine, accuse, elogi, liste e conferenze rocambolesche. 

"La macchina del vento", come definì Paolo Baratta la kermesse, ha cominciato a soffiar a pieni polmoni il pulviscolo babelico dell'arte che da Venezia si espande in ogni dove.

Con il tutto ormai alle spalle, il battello della Biennale, con il suo fascinoso fardello di proposte artistiche, ha preso il largo e ha spalancato le sue porte al pubblico per svelare il suo cuore: le opere e gli artisti.

C'è chi tra la stampa, forse ormai stanco delle frecciate già estratte a gran quantità dalla faretra, preferisce usar l'inchiostro per parlar solo bene e si concentra sul Tintoretto, eleggendolo re indiscusso della mostra contemporanea.

Tintoretto, La creazione degli animali
(esposta nel Padiglione Internazionale  ILLUMInazioni)

Pierluigi Panza, dalle file de "Il Corriere della Sera", nota come valga in generale ancora il concetto platonico dell’arte che imita l’arte, con gli artisti di oggi che imitano gli artisti di ieri. Uno per tutti, Urs Fischer, nuovo alla Biennale, che propone una copia in cera del Ratto delle Sabine del Giambologna.

C'è chi invece sceglie di metter il dito nella piaga e gironzolare nel Padiglione più chiacchierato, quello italiano firmato Sgarbi. Ad esempio "La Stampa" lo definisce alla stregua di un circo, una sorta di "affare di famiglia", dove la raccomandazione muove il tutto.

In attesa di altre considerazioni più colorite dalla stampa, vi diamo appuntamento al 4 giugno, quando anche noi parteciperemo all'Inaugurazione ufficiale e Premiazione della 54. Esposizione Internazionale d'arte in quel di Venezia. Vi terremo aggiornati. Detto fatto!
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lunedì 30 maggio 2011

di Unknown

La mappa della Biennale di Venezia 2011

Si aprono le danze. Da oggi ha inizio il tam tam di vernissage in quel di Venezia per l'apertura della 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale

Per chi dal 4 giugno ha in programma una vera full immersion nell'arte contemporanea internazionale, eccovi la mappa dei vari Padiglioni ed eventi collaterali per scegliere con calma l'itinerario giusto.



A Map by The Odd Tag

▪ Guarda la Mappa della Biennale di Venezia 2011 in una finestra più grande.
▪ Per segnalare segnaposti mancanti vi preghiamo di postare un commento cliccando qui.
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martedì 24 maggio 2011

di Unknown

Jan Fabre e la sua Pietà macabra a Venezia

J. Fabre, Sogno compassionevole, 2011
 (foto da www.kataweb.it)

Già fa discutere l'opera "Sogno compassionevole" presentata dal fiammingo Jan Fabre, una versione della Pietà Michelangiolesca conturbante e macabra ma secondo l'artista "affatto blasfema". 
La vergine, il cui volto è raffigurato da un teschio, stringe tra le braccia non un Cristo morto ma il corpo dell'artista stesso, in abito da sera e in stato di decomposizione, attaccato da farfalle, insetti e scarabei. Con una mano sorregge un viscido cervello in puro marmo di Carrara.

J. Fabre, Sogno compassionevole, 2011
 (foto da www.kataweb.it)
L'opera è visibile presso la Scuola Grande della Misericordia a Venezia ed è parte di una grande installazione composta da altre cinque sculture tra cui cervelli ingranditi sormontati da tartarughe rovesciate, alberi bonsai e croci. Il tutto posto su un'aurea pedana su cui è possibile salire solo in pantofole.

L'opera è stata presentata in anteprima e fa parte delle mostre collaterali alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale.
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domenica 22 maggio 2011

di Unknown

VideoPost | la donna secondo Tayeba Begum Lipi

Nella ricerca artistica di Tayeba Begum Lipi, artista bengalese che vedremo nell'imminente 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia (Padiglione Bangladesh), il doppio è un motivo che ritorna spesso per indagare l'animo e l'io femminile, per richiamare, simbolicamente, l'emancipazione della donna, per spiegarne le contraddizioni culturali e psicologiche.
Lipi utilizza l'immagine femminile come punto di riferimento anche nella pittura, incisione, performance ed installazione.

Ecco per voi  "I wed myself" del 2010, in cui l'artista si sdoppia per farsi vestire a festa sia da uomo che da donna, tutto per poi riunire in matrimonio i due sposi.


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di Unknown

Sgarbi parla del suo flop in tv e dichiara: "Ho perso una battaglia, in compenso ho vinto il tempo per occuparmi della Biennale"

Sgarbi si confessa a Domenica 5 riguardo il suo recente "flop" televisivo con la trasmissione andata in onda mercoledì sera "Adesso ci tocca anche Sgarbi... Or vi sbigottirà".
Il critico ferrarese rivela che il 18 maggio è stata una giornata davvero particolare. Prima le accuse della presunta infiltrazione mafiosa nel comune di cui è sindaco, quindi la scelta di rimandare alla settimana successiva il programma, seguita da due ore di indecisione sul da farsi, infine si va in onda.

Sgarbi ammette di non essere affatto un conduttore e riguardo il flop dichiara:
"Ho perso una battaglia, in compenso ho vinto il tempo per occuparmi della Biennale" 
Sì, caro Sgarbi, finalmente hai messo la testa a posto, peccato che all'apertura della Biennale manchi poco più di una settimana. Giusto il tempo di inserire un altro centinaio di nomi nelle tue liste.

Ma è mai possibile? Le preoccupazioni che ci avevano colto pochi giorni fa rispetto alla qualità delle attività che vedevano impegnato il critico, curatore a Venezia e contemporaneamente showman a Rai uno, sembrano rivelarsi non prive di fondamenta. 
E se tanto ci dà tanto, o i padiglioni e para-padiglioni di Sgarbi in quel di Venezia si riveleranno anch'essi un flop, come già in molti sperano, o vogliamo ben sperare che il programma televisivo sia stato mal preparato perché il critico era troppo preso dagli impegni veneziani. Comunque siano andate le cose ci rimane una domanda.

Sgarbi sembrerebbe essersi reso conto che un critico e storico non possa fare il conduttore.
E' ancora sicuro che registi, attori teatrali, uomini di cultura, ma non critici d'arte, possano selezionare gli artisti da invitare alla Biennale?
Il dubbio permane, ma per un giudizio definitivo e più critico attendiamo di vedere i risultati nella laguna veneta.  
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sabato 21 maggio 2011

di Unknown

I 9 artisti italiani selezionati da Bice Curriger


Sono 9 gli italiani che esporranno al Padiglione centrale della Biennale di Venezia dal titolo "ILLUMInazioni / ILLUMInations", selezionati da Bice Curriger. 5 donne e 4 uomini. Alcuni straconosciuti, sia al pubblico più informato sia a quello meno vicino all'arte contemporanea; altri un po' meno.
Abbiamo sbirciato per voi nei curricula di questi artisti nostrani e per ognuno abbiamo selezionato almeno un buon motivo per cui vale la pena andarli a vedere a Venezia. Cominciamo!

Giorgio Andreotta Calò. Nato a Venezia, classe 1979, vive e lavora ad Amsterdam.

E' stato allievo di Ilia Kabakov (già questo è un buon motivo) ma soprattutto, vale la pena vederlo, perché i suoi lavori balzano sempre oltre i limiti, situandosi ad una distanza minima, ma invalicabile, dalla realtà.



Elisabetta Benassi. Nata a Roma, classe 1966, vive e lavora a Roma.

Perché ogni suo video è una ministoria intrisa di forza simbolica, in cui attualità e memoria, tecnologia e fantasia si combinano grazie all'intensità del ritmo narrativo.


Meris Angioletti. Nata a Bergamo, classe 1977, vive e lavora a Parigi.

Perché quest'artista non si arrende mai all'idea di Arte come puro gene impazzito e di volta in volta imposta la sua vivace ricerca artistica affiancando all'arte la scienza, la filosofia, la letteratura. 


Monica Bonvicini. Nata a Venezia, classe 1965, vive e lavora a Berlino.

Perché quest'artista approccia alla scultura in maniera davvero singolare. Tra installazione e performance, la sua arte è stata spesso definita "aggressiva" ma anche "liberatoria".


Gianni Colombo. Nato a Milano, classe 1937. Deceduto a Melzo nel 1993.

Per la sua forza innovatrice, sempre impegnato in un gioco continuo, in cui il visitatore è continuamente messo in crisi dalle suggestioni virtuali e da manipolazioni spaziali.


Luca Francesconi. Nato a Mantova, classe 1979, vive e lavora tra Milano e Parigi.

Perché è una sorta di archeologo del contemporaneo, sia nel reperimento dei materiali e oggetti che utilizza, sia nell'analisi e lettura a cui l'opera invita.


Luigi Ghirri. Nato a Scandiano, classe 1943. Deceduto a Reggio Emilia nel 1992.

Perché è stato uno dei più influenti fotografi europei e nei suoi paesaggi sospesi, in bilico tra realtà e visione metafisica, l'uomo si perde e nel contempo si trova accolto come in un grembo materno. 


Giulia Piscitelli. Nata a Napoli, classe 1965. Vive e lavora a Napoli.

Perché è un'artista che attraverso il disegno, la pittura, la performance e il video indaga nel quotidiano attraverso resti e azioni sempre apparentemente innocue ma in realtà di forte impatto emotivo, mettendo in luce la contraddittorietà moderna e amara dell'uomo.


Marinella Senatore. Nata a Cava dei Tirreni, classe 1977, vive e lavora tra Madrid e New York.

Perché nei suoi lavori, dalle fotografie ai video, dal cinema alle installazioni, pone maniacale attenzione alla luce, trasformando luoghi, spazi e figure in vere e proprie epifanie, il tutto intriso di accenti autobiografici.
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venerdì 20 maggio 2011

di Unknown

Il Padiglione Bangladesh alla Biennale di Venezia ci regala "parables" affascinanti

Avete già comperato il vostro taccuino da viaggio da riempire con le impressioni dell'imminente Biennale di Venezia?
Questo è un padiglione a cui dedicar tempo e spazio.

Il progetto artistico ‘Parables / Parabole’ è un iniziativa straordinaria che permette alla Repubblica Popolare del Bangladesh di partecipare per la prima volta in assoluto all’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia con un proprio Padiglione Nazionale. Un’occasione inedita che giunge in concomitanza con i festeggiamenti per i quarant'anni dell' indipendenza.

 Mahbubur Rahman (artista Padiglione Balngladesh)

I cinque artisti Bengalesi selezionati vivono e lavorano tutti nella capitale Dhaka e sono: Promotesh Das Pulak, Kabir Ahmed Masum Chisty, Imran Hossain Piplu, Mahbubur Rahman e Tayeba Begum Lipi.

Tayeba Begum Lipi (artista e commissario Padiglione Bangladesh)

Ogni artista ha concepito e creato un’installazione site-specific relazionandosi al contesto storico-architettonico che lo accoglie, sia della Gervasuti Foundation che della stessa città di Venezia, esplorando interessi universali e contemporanei, tra riflessioni politiche, ambientali e sociali, che hanno sempre come punto di partenza le radici e le storie personali e simboliche di ognuno. Come si legge nel Comunicato Stampa:
"Parabole’ è un termine che storicamente riporta ad un’azione: mettere a confronto una cosa o un’idea nota con una ignota, attraverso associazioni di pensiero che aiutano a comprendere ciò che prima era oscuro o irriconoscibile. Tradizionalmente note per la loro capacità evocativa di significati nascosti, le parabole sono spesso utilizzate in riferimento a una dimensione spirituale, a un atteggiamento morale o a un principio religioso. L’intenzione qui è di utilizzare le ‘Parabole’ come strumenti per descrivere una narrazione, per segnare i punti di una scena, così da creare un collegamento tra riflessioni culturali diverse su problematiche comuni – una parabola che diventa un ponte che nel contempo sottolinea ma illumina della stessa luce posizioni distinte geografiche e concettuali"

Il Padiglione del Bangladesh offre l'opportunità di conoscere diversità e similitudini geografico culturali attraverso l'occhio sensibile dei suoi interpreti. E' un racconto contemporaneo a più voci che invita a scoprire un mondo per taluni aspetti lontanissimo dal nostro e per altri così vicino, sempre e comunque davvero affascinante.

Vi rimandiamo al sito della Biennale per maggiori informazioni.
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giovedì 19 maggio 2011

di Unknown

Padiglione Messico alla Biennale di Venezia, in scena Melanie Smith.

Melanie Smith  è stata selezionata per rappresentare il Messico alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte
La sede del padiglione sarà il Palazzo Rota Ivancich, Castello 4421. Sarà presentata l'opera "Cuadrado Rojo, Imposible Rosa /Red Square Impossible Pink /Quadrato Rosso, Impossibile Rosa".



COMUNICATO STAMPA:
Quadrato Rosso, Impossibile Rosa è un’indagine sulla cornice come limite estetico e politico della rappresentazione nell’arte. La questione visiva della cornice come limite ha diretto gran parte della ricerca artistica di Melanie Smith. Rielaborando le pratiche estetiche e artistiche della modernità – in particolare la relazione tra astrazione e utopia nel Suprematismo – questo progetto lavora sugli spostamenti e sulle variazioni che questa utopia ha prodotto nelle posizioni geoestetiche dell’America Latina. Così, Smith affronta il problema della trasformazione delle utopie come proiezioni artistiche in eterotopie come produzioni di esperienza sociale e politica in America Latina.
La mostra è articolata in tre opere video, firmate insieme a Rafael Ortega, una serie di pitture e un’installazione. Le opere video sviluppano la nozione di posizionamento come gioco dialettico tra rovine e caos, un’operazione nella quale pitture e installazioni fungono da interventi spettrali tra Palazzo Rota Ivancich e le opere video. Delirio, compulsione e melanconia sono i tre affetti che Melanie Smith esplora in queste opere.
Con questa partecipazione, la presenza del padiglione Messicano alla Biennale di Venezia si consolida nel dialogo stabilito tra l’arte attualmente prodotta in Messico e le pratiche artistiche contemporanee. Questa è la terza volta di seguito che il padiglione Messicano si presenta, dopo le precedenti partecipazioni di Rafael Lozano-Hemmer nel 2007 (curata da Príamo Lozada † e Bárbara Perea) e Teresa Margolles nel 2009 (curata da Cuauhtémoc Medina).

José Luis Barrios
Curatore

Biografia
Melanie Smith è nata a Poole in Inghilterra nel 1965. Si è diplomata in Belle Arti all’Università di Reading. Dal 1989 vive e lavora a Città del Messico, esperienza che da quel momento ha segnato fortemente la sua opera. Il suo lavoro è caratterizzato dalla rilettura delle categorie formali ed estetiche dei movimenti delle avanguardie e delle post-avanguardie, rimesse in questione nei luoghi e negli orizzonti delle eterotopie. La sua produzione rientra in una concezione allargata della nozione di modernità, mantenendo una relazione sia con quello che questa parola significa in America Latina, e in particolare in Messico, sia con ciò che questa nozione implica per le sue indagini artistiche come momento critico nella struttura estetico-politica della modernità e della tardo-modernità.
Le sue opere precedenti avevano come oggetto la stessa Città del Messico, e registravano le sue moltitudini, la sua violenza, la sua banalità, la sua natura clandestina e nello stesso tempo la sua decomposizione intrinseca. L’opera più importante di questo ciclo è il video Città Spirale (2002). In un'altra delle sue opere, espandeva la nozione di luogo e non-luogo documentando il piccolo sobborgo di Parres nella periferia della città. Ha prodotto una trilogia di film in 35mm e una serie di pitture e installazioni che lavorano sull’idea modernista del monocromo. Melanie Smith è rappresentata da Peter Kilchmann Gallery e Nara Roesler Gallery.


Info
Co-autore dei progetti filmici: Rafael Ortega
4 Giugno - 27 Novembre 2011

Conferenza stampa: 2 Giugno h. 17 :00. Vernice : 2 Giugno h. 18 :00

ORGANIZZAZIONE
Consejo Nacional para la Cultura y las Artes
Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura

COMMISSARIO
Gastón Ramírez Feltrín (commissionato dall’ Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura per il Padiglione Messicano)

ISTITUZIONI PRODUTTRICI
Messico: Instituto Nacional de Bellas Artes
Italia: Green Spin s.r.l. Vicenza - Venezia

CURATORE
José Luis Barrios Lara

SEDE
Palazzo Rota Ivancich
Castello 4421 (vicino a Piazza San Marco e a Campo Santa Maria Formosa) 30122 Venezia
Telefono/Fax:  +39 041 2411242

CON IL SUPPORTO DI
Agustín Coppel, Peter Kilchmann e il Governo dello Stato di San Luis Potosí

PRESS OFFICE
Chiara Lunardelli
email: press@agreenspin.com
cellulare: (+39) 349 2559976
telefono/fax: (+39) 0412411242

www.mexicobienal.org
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di Unknown

"Adesso ci tocca anche Sgarbi...Or vi sbigottirà": prima puntata


Ci aspettavamo qualche uscita riguardo l'imminente Biennale o qualche accenno anche molto sporadico sull'arte contemporanea ed invece, forse anche giustamente, il suo nuovo programma televisivo Sgarbi l'ha pensato così.

Inizia con un’anteprima con le note di  Jannacci "Vengo anch’io no tu no", e il critico d’arte ripreso a Salemi tra il suo staff, nella sua casa, durante i preparativi per il programma. 
Poi la sigla vera e propria con le immagini del "Giudizio universale" di Michelangelo e travolgenti sequenze di catastrofi. Alla fine del filmato, è ancora musica, con "Il mio canto libero" di Battisti con tante bocche canterine, poi una bella capra sale sul palco.

La messa in onda è in diretta e Sgarbi tiene a precisare tutto riguardo le beghe dei giorni passati riguardo titolo e tema della trasmissione e stranamente mantiene la calma.



Con il passare dei minuti e l'affollarsi dei concetti qualche accenno d'ira si fa avanti. Come ad esempio quando si difende dalle ultime notizie sbattute sui maggiori quotidiani riguardo le presunte infiltrazioni di mafia nel comune di cui è sindaco, Salemi. 
La colpa ricade sulle dichiarazioni del suo ormai "amico nemico" Oliviero Toscani, per cui recita versi poetici. 

Per chi si aspettava urla e sberleffi, il critico ferrarese le offre su un piatto d'argento con un bel montaggio dei suoi storici litigi in TV.
Nel mezzo, una serie di liste spiegate dal conduttore, riguardo il tema della serata: "il padre".

Come padri personali: Federico Zeri e Francesco Cossiga,
Come padri della TV: il Renzo Arbore del "Quelli della notte", Walter Chiari e Buster Keaton.
Come padri della passione e amore per l'Italia: Leo Longanesi, l'Adriano Celentano della Via Gluk, Pier Paolo Pasolini, Carlo Vulpio e Cesare Brandi (in tempi e modi diversi tutti a difesa dell'Art. 9 della Costituzione Italiana e contro il deturpamento del paesaggio)

Fonte: Ansa.it

In tarda serata una bella predica televisiva del vescovo di Noto, Antonio Staglianò, invitato per parlare di "Dio", tema scelto in un primo momento, ma  poi scartato e sostituito con il tema "il padre"

Ad un certo punto il programma si fa delicato e molto personale e lì, lo ammettiamo, "ci ha sbigottito". Forse per il gusto del  curiosare in casa d'altri. 
E' entrato Carlo Sgarbi, figlio di Vittorio, ed in collegamento c'era Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio, per sgomitolare la matassa contorta dei loro legami e spiegarci cosa "non è" un padre. 
Infine l'intervento di Gavino Ledda, con il suo racconto sul padre padrone per spiegarci cosa "è" un padre.

Il tutto annaffiato dalle note di Morgan, prima con la colonna sonora de "Il Padrino" ricordando Nino Rota, poi con un tributo ad Umberto Bindi ed infine per i saluti "Marcondirondello", accompagnato da un coro di bambini.

Poca organizzazione, il tutto aveva il sapore dell'improvvisazione, i tempi televisivi non erano affatto rispettati e gli ospiti erano costretti a congedarsi da soli, a volte anche subendo le ire del conduttore. 
Se in TV questa formula delle Liste e dell'improvvisazione ci è piaciuta, la stessa formula alla Biennale proprio non ci va giù, ma, per un giudizio definitivo, dobbiamo aspettare i primi di giugno. 
Per ora cerchiamo di non farci influenzare dai giudizi critici in anteprima. Non siamo pecore, anzi "capre"!
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mercoledì 18 maggio 2011

di Unknown

Alla Biennale di Venezia di Sgarbi, Luca Vitone dice no. Chapeau!

L. Vitone
Nel 1988 Luca Vitone, presso la Galleria Pinta a Genova, dispone sul pavimento una planimetria della galleria stessa. Qualche anno più tardi a Palazzo Mediceo di Seravezza, in occasione della mostra "Agire il mondo", si serve di depliant turistici del luogo per la sua installazione.
Solo alcuni esempi per dimostrare come l'artista in questione abbia sempre posto al centro della sua ricerca un complesso rapporto tra il luogo e l'opera.

Ed è questo uno dei motivi che oggi lo ha spinto a rifiutare l'invito alla Biennale di Venezia.
Luca Vitone ha inviato una lettera in cui rinuncia a partecipare al Padiglione Italia della 54. Esposizione Internazionale d'Arte, in programma dal 4 giugno al 27 novembre 2011.

Infatti nella lettera dell'artista genovese si legge:
"Spedire un pacco insomma senza sapere che tipo di spazio è stato destinato al mio lavoro, senza aver avuto la possibilità di fare un sopralluogo e di conseguenza decidere l'opera da esporre, per una mostra che si inaugura il primo giugno. Ça va sans dire che non sono queste le modalità di lavoro consone a un'istituzione di tale importanza"
Vitone dice la sua anche sul metodo "acritico" con cui gli artisti sono stati scelti e dichiara:
"Vittorio Sgarbi nell'allegato che conteneva la mia lettera di invito afferma che il coinvolgimento di tante persone nella scelta degli artisti da invitare muove dal desiderio di non cedere alla tentazione di una scelta arbitraria, in questo senso e senza alcun intento polemico, vorrei rilevare che l'arte contemporanea per il fatto di non avere subito alcuna selezione dal tempo, dalla Storia, richiede un criterio selettivo altamente professionale che implica il rischio dell'errore, l'assunzione della responsabilità dell'arbitrio, conditio sine qua non per la qualifica di critico, curatore, storico dell'arte contemporanea"
Chapeau per Luca Vitone!

Rinunciare ad un'esposizione fondamentale per la carriera di qualsiasi artista, come la Biennale, è indice di grande rispetto e seria passione nei confronti dell'arte.


(Per la lettera in versione integrale clicca qui.)
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lunedì 16 maggio 2011

di Unknown

The Unicredit Venice Award: i 5 progetti finalisti

L'Unicredit Venice Award è un premio per l'arte contemporanea internazionale dedicato agli artisti dei Paesi dell'Europa Centro Orientale che saranno presenti alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia: Azerbaijan, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca e Slovacchia, Estonia, Ungheria, Kazakistan, Kyrgyzstan, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Turchia e Ucraina.

Con questo premio UniCredit ha l'obiettivo di sostenere i giovani artisti nel loro percorso di formazione e di crescita professionale.

Da poco la giuria, composta dai membri della Commissione Scientifica - Walter Guadagnini, Luca Massimo Barbero, Lorand Hegyi, Angelica Nollert - e dai Top Manager di UniCredit, ha reso noti i cinque progetti ammessi alla finale.

Rullo di tamburi... I finalisti sono: Croazia, Estonia, Repubblica Ceca, Serbia, Turchia.

Per la Croazia è stato scelto Antonio G. Lauer, anche conosciuto come Tomislav Gotovac e il collettivo BADco, selezionati dal comitato curatoriale What, How and for Whom/WHW, con il progetto One Needs to Live Self-Confidently… Watching. Per l’Estonia l’artista Liina Siib e il curatore Johannes Saar, con il progetto A Woman Takes Little Space. Per la Repubblica Ceca e Slovacca l’artista Dominik Lang e la curatrice Yvona Ferencová, con il progetto The Sleeping City. Per la Serbia l’artista Todosijevic Dragoljub Raša e il curatore Zivko Grozdanic, con il progetto Light and Darkness of Symbols. Per la Turchia, l’artista Ayse Erkmen e la curatrice Fulya Erdemci, con il progetto Plan B.

Per il verdetto finale c'è da attendere ancora per un po'. Sarà declamato venerdì 3 giugno 2011 presso Palazzo Grassi a Venezia e si aggiudicherà, per la vendita dell’opera, un riconoscimento del valore di 150.000 euro.

L’opera, o le opere vincitrici, entreranno a far parte della collezione UniCredit. Saranno poi cedute in comodato d’uso gratuito di lungo periodo ad un museo di arte contemporanea del Paese di provenienza.

Per maggiori info: http://www.unicreditgroup.eu/it/Culture/Art.htm
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sabato 14 maggio 2011

di Unknown

VideoPost | L'indimenticabile visita alla Biennale di Venezia di Anna Longhi e Alberto Sordi

A. Sordi e A. Longhi sul set

L'attrice Anna Longhi è morta ieri all’età di 76 anni, a seguito delle complicazioni dovute ad una polmonite.

Volendola ricordare con il sorriso, vi riproponiamo l'indimenticabile visita alla Biennale di Venezia nel '78 al fianco di Alberto Sordi nell’ episodio “Le vacanze intelligenti” del film “Dove vai in vacanza?” (1978).

Le vacanze estive dei coniugi Proietti vengono per la prima volta organizzate dai loro figli, ormai quasi tutti vicini alla laurea, che costringono i genitori ad ovviare alle solite vacanze rilassanti per rimpiazzarle con visite a musei, città e luoghi di interesse artistico. La Biennale è tappa obbligatoria.

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venerdì 13 maggio 2011

di Unknown

Fondo Sgarbi: la lista degli altri artisti convocati per la Biennale

In questo precedente post eravamo riusciti a tenervi informati circa le fantomatiche liste degli artisti selezionati da Sgarbi per il Padiglione Italia dell'imminente 54. Esposizione Internazionale d'Arte La Biennale di Venezia.
All'appello mancavano però alcuni nomi, nascosti nel cosiddetto Fondo Sgarbi.

Questa la Sgarbi's List mancante aggiunta e pubblicata sul sito del Mibac. Speriamo sia l'ultima!



► Scarica il file .pdf


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mercoledì 11 maggio 2011

di Unknown

L'Iraq alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia




Ammettiamolo, siamo ormai già stanchi di parlare di Biennale di Venezia sempre e solo riguardo la tarantella imbastita intorno al Padiglione Italia. 
Per un attimo abbandoniamo il signor Sgarbi e le sue liste infinite per dedicare la nostra attenzione ad un altro padiglione, in cui vi assicuro che basteranno i sei artisti scelti da Ali Assaf e Mary Angela Schroth, rispettivamente commissario e curatrice, per rendersi conto della vitalità dell'arte contemporanea in terra irachena.

A. Assaf (artista e commissario del Padiglione Iraq)

M. A. Schroth (curatrice del Padiglione Iraq)

L'Iraq ritorna per la prima volta alla Biennale dopo la partecipazione datata al 1976. Si ripresenta, quindi, con un carico di esperienze ed eventi che sicuramente l'arte avrà  metabolizzato a suo modo.
Infatti nel comunicato stampa si legge:
"Questo è un momento straordinario per l’Iraq. Il progetto di creare un padiglione ufficiale per la 54°edizione della Biennale di Venezia nasce da un incessante lavoro di squadra iniziato nel 2004. Storicamente, avviene in un periodo di grande rinnovamento, dopo oltre 30 anni di guerre e di conflitti".
La formula scelta è quella del confronto tra due generazioni di artisti. Ali Assaf, Azad Nanakeli e Walid Siti sono nati nei primi anni '50 e sono cresciuti negli anni ‘70, assistendo all'affermazione del socialismo politico. Adel Abidin, Ahmed Alsoudani e Halim Al Karim, più giovani, hanno fatto i conti con la guerra Iran-Iraq (1980-1988), l’invasione del Kuwait, la schiacciante sanzione economica delle Nazioni Unite ed il successivo isolamento artistico.
Questi artisti, dopo aver studiato arti visive a Baghdad, hanno tutti completato il proprio percorso artistico in Europa e negli Stati Uniti.
Nelle loro opere l'identità nazionale, a suon di denunce e nostalgie, si accorda alla pratica artistica contemporanea tramite "un approccio sofisticato e sperimentale".

A. Nanakeli, "Destnuej", 2011


A. Assaf  "Narciso", 2010

La pittura, la fotografia, la performance, il video e l'installazione, tutti media per opere in situ, ruoteranno  attorno ad un unico tema: l'acqua o meglio "acqua ferita", questo il titolo del Padiglione.
Al pari della guerra civile e del terrorismo, documentati continuamente dalla cronaca internazionale, la mancanza di un bene primario come l'acqua rappresenta una delle maggiori emergenze in Iraq.

Sarà  inoltre proiettato un documentario a cura di Rijin Sahakian riguardo la vita d’alcuni giovani artisti che vivono oggi in Iraq e Patrono Onorario del padiglione sarà l’architetto Zaha Hadid.
Padiglione da non perdere!

Per maggiori informazioni si rimanda a http://www.pavilionofiraq.org
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domenica 8 maggio 2011

di Unknown

Giovanni Albanese da artista a regista, dalla fabbrica al vernissage in "Senza arte nè parte"

La disoccupazione è oramai una piaga della nostra società a cui già da un bel po' il cinema ci ha abituati, proponendocela attraverso svariati punti di vista.

Il poliedrico Giovanni Albanese, essendo regista ma anche artista, non poteva che scegliere il confronto stridente con la bizzarria e la frivolezza del sistema ruotante intorno all'arte contemporanea. 
Non a caso lo fa proprio alla vigilia della 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, evento che lo vedrà coinvolto nei panni di artista (anche lui compare nella lunghissima lista di Sgarbi).
In "Senza arte nè parte", nelle sale cinematografiche dallo scorso 6 maggio, mette quindi in atto una critica  contro il sistema di cui egli stesso fa parte. 

G. Albanese sul set con i protagonisti del film

La storia ruota intorno a tre operai del rinomato pastificio salentino Tammaro, licenziati e poi riassunti dallo stesso Cavallier Tammaro (Paolo Sassanelli), come custodi di una piccola ma importantissima collezione d'arte contemporanea. 
Tra questi c'è Enzo (Vincenzo Salemme), sposato con Aurora (Donatella Finocchiaro) e due figli piccoli a carico. C'è Carmine (Giuseppe Battiston), divorziato alle prese con una madre bizzarra ed un fratello minore scapestrato (Giulio Beranek). Infine Bandula (Hassan Shapi), un immigrato indiano, ormai al verde e senza più un posto dove dormire.
L'incontro con i "Tagli" di Fontana, la "Merda d'artista" o l' achrome "Rosette" di Piero Manzoni o di un'opera come "Bachi da setola" di Pino Pascali, innescano con facilità il meccanismo che vedrà coinvolti gli ex quattro moschettieri del rigatone in una pseudo-truffa  nel bel mondo dei galleristi, tra vernissage ed aste dai numeri esorbitanti.

G. Battiston (Carmine) in una scena del film,
 mentre sceglie le rosette per riprodurre l'achrome di Manzoni

Il film è pungente ma affatto irriverente. Attraverso il faccia a faccia di due mondi totalmente estranei ne vien fuori una commedia agrodolce, in cui dramma e satira, scherzo e presa di coscienza si intrecciano e si alternano in maniera calibrata, senza perdersi in banalità.
L'idea iniziale, però, imbastita attorno alla frase più banale che si possa pronunciare di fronte ad un'opera d'arte contemporanea, "Questa saprei farla anch'io!", si sarebbe potuta ampliare maggiormente.
D'accordo con me anche P. Mereghetti che su "Il Corriere della Sera" ha scritto: 
"E alla fine non riesci a toglierti dalla testa che un’idea di questo tipo avrebbe potuto essere sfruttata molto di più"
Vale comunque la pena andarlo a vedere. Guardate il trailer, magari vi invoglia.



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venerdì 6 maggio 2011

di Unknown

La Lista degli Artisti - Biennale di Venezia 2011 | 5 maggio 2011

Sono stati resi noti gli elenchi degli artisti scelti per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, 54. Esposizione Internazionale d'Arte. 
Sgarbi, come ha già preannunciato nella conferenza stampa di ieri, si riserva la possibilità di inserire ancora qualche nome qua e là.

Indice del documento:
  • ELENCO ARTISTI PADIGLIONE ITALIA - ARSENALE
  • ELENCO ARTISTI REGIONI
  • ELENCO ARTISTI ISTITUTI ITALIANI DI CULTURA ALL’ESTERO
  • ELENCO INIZIATIVE PROPOSTE DAL CURATORE
  • FONDO SGARBI”. INDICE DEGLI ARTISTI DEL CURATORE



Scarica il file .pdf


Aggiornamento 11/05/2011:  Sono stati resi noti altri nomi inclusi nel Fondo Sgarbi. Consultate il documento cliccando qui.



Aggiornamenti: pubblichiamo di seguito i nominativi di altri artisti che ci hanno segnalato la loro presenza alla Biennale ma che non risultano ancora nelle liste del Mibac.

- 01/06/2011: Guido Fabrizi (Padiglione Italia, Regione Lazio, Palazzo Venezia)
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di Unknown

VideoPost | Biennale Venezia 2011: L'intervento integrale di Sgarbi in Conferenza Stampa

In attesa di una lista ufficiale degli artisti che parteciperanno alla Biennale di Venezia per il Padiglione Italia, vi proponiamo l'intervento integrale di Vittorio Sgarbi durante la conferenza stampa di ieri, 5 maggio 2011, a Roma.

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giovedì 5 maggio 2011

di Unknown

5 maggio 2011 | Cronaca della Conferenza Stampa della Biennale di Venezia per il Padiglione Italia

Presso la sala ex stenditoio del Complesso Monumentale del San Michele a Ripa Grande, si è conclusa da poco la conferenza stampa per la partecipazione italiana alla 54° Esposizione Internazionale d'arte della Biennale di Venezia
Inutile anticiparvi che quando c'è Sgarbi il clima si fa sempre rovente e per far scoppiare la polemica ci vuol poco.

V. Sgarbi durante la Conferenza stampa, da www.artribune.com

I ringraziamenti ed il benvenuto sono della Dott.ssa Antonia Pasqua Recchia, Direttore Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte contemporanee, che ha evidenziato il carattere di eccezionalità del Padiglione italiano della edizione di quest'anno, tant'è che una conferenza stampa esclusiva per l'Italia, come quella di oggi, non si era mai avuta nelle edizioni passate.

A. P. Recchia

Non poteva mancare, oltre ai dovuti ringraziamenti a tutti coloro che hanno partecipato alla gestazione dell'evento, anche un accenno alle polemiche che l'hanno colorata: 
 "Polemiche che mi hanno fatta soffrire, ma allo stesso tempo sono servite a  riscuotere l'interesse sul Padiglione",
ha dichiarato la Pasqua Recchia. 

La parola è stata poi passata ad altri importanti personalità che hanno partecipato alla messa in opera dell'evento.
Per primo è intervenuto Giovanni Accolla, Consigliere Culturale del Ministro degli Affari Esteri, che ha ricordato che anche
"La cultura tout court è un mezzo di politica estera".
Giuseppe Furlanis, Presidente del CNAM, ha posto l'accento sull'intervento delle accademie chiamate a partecipare. 

In collegamento via Skype è intervenuto anche Mario Caligiuri, assessore alla cultura della Regione Calabria che, parlando riguardo il ruolo delle regioni nel progetto, ha dichiarato:
"E' una vetrina importante e prestigiosa per moltissimi artisti importanti a livello regionale che in qualche modo saranno così risarciti".
Dopo tutte queste belle parole e ringraziamenti a gogò, la Pasqua Recchia ha passato la parola al curatore Sgarbi. 

Dopo circa un quarto d'ora di monologo tutto incentrato su un'affascinante metafora erotica rispetto all'arte, che ha visto coinvolti in un paradossale confronto Albertazzi (presente alla conferenza), Picasso, Berlusconi e il padre di Sgarbi, e dopo essersi dilungato tra culatelli e salami di Ferrara, uno dei presenti, si è risentito ed ha alzato la voce per ottenere meno chiacchiere ed informazioni più concrete riguardo la Biennale.
Inutile dirvi che Sgarbi l'ha alzata ancor più forte, spiegando come i discorsi appena fatti fossero strettamente legati al suo maxi progetto per Venezia. 

Rientrata la polemica e calmate le acque, il critico ferrarese è tornato a spiegare. 

Un nodo essenziale del Padiglione è sicuramente la sezione dal titolo "L'Arte non è cosa nostra", scritta che tra l'altro campeggiava alle spalle degli intervenuti alla conferenza di oggi. 
Più di 200 artisti, in gran parte anche sconosciuti, sono stati indicati da uomini di cultura volutamente non critici d'arte. 
Ad esempio il regista turco Ferzan Ozpetek ha scelto l'artista Lello Esposito.


F. Ozpetek
L. Esposito


La domanda che ha dato vita a questa impostazione, come ha più volte ripetuto Sgarbi, è:
"Perchè un uomo di cultura che non è un critico d'arte non può segnalare un artista? Chi è che decide? Perchè Ermanno Olmi, Miriam Mafai, Ada Alberti, Giuliano Ferrara, Ferdinando Bologna... non possono avere un occhio all'arte contemporanea?".
Gli uomini che hanno un pensiero possono averlo anche per l'arte e gli artisti. Questo in sintesi il senso del Padiglione. La lista è lunghissima.
Un'impostazione che vuol tentare un'esplicita critica al sistema dell'arte di cui il curatore stesso fa parte. 

Dopo aver salutato Albertazzi, che in medias res lascia la conferenza stampa, Sgarbi passa agli altri numerosi eventi collaterali al Padiglione.

Le Accademie coinvolte nel progetto hanno scovato, tra i diplomati degli ultimi 10 anni, 158 artisti. Altri 50, ancora studenti del secondo o terzo anno, sono stati selezionati personalmente da Sgarbi. 

Da parte loro, gli Istituti Italiani, hanno curato tanti piccoli padiglioncini all'estero. Qualcuno ha fatto scelte monografiche, come ad esempio Parigi con Valerio Adami. A Tunisi ed Algeri, non trovando artisti contemporanei italiani, si è optato per fotografi attivi durante le campagne militari. 
Gaetano Pesce e Angelo Filomeno saranno invece esposti da New York. Tutte le mostre degli Istituti  saranno direttamente collegati con Venezia tramite videoschermi.

Un'altra parte del progetto è dedicata agli artisti stranieri ed a riguardo Sgarbi ha ricordato:
"Una delle cose più belle che abbiamo in Italia sono i pittori stranieri che hanno eletto L'Italia come patria artistica".
Ne sono stati selezionati circa 60 ma non ci sono, ad oggi, ancora  spazi disponibili per loro. 

Sempre per motivi di spazio, rimangono fuori altri mini progetti espositivi. Quindi a Venezia, per ora, non vedremo ad esempio la mostra di Elthon John, quella dedicata al Museo della Pazzia, a Canaletto ed altre ancora. Per Cucchi, ad esempio, che aveva promesso personalmente opere di grande formato, è ancora in forse la disponibilità di Palazzo Grimani. 

Per quanto riguarda le Regioni, si è chiesto loro di dar vita ad una sorta di mappa, un inventario degli artisti degli ultimi dieci anni, attivi a livello regionale. Così pezzi della Biennale saranno visitabili anche in luoghi lontani dalla laguna, da Nord a Sud dell'Italia.

Un accenno poi anche alla Fotografia, che avrà un ruolo importante e non secondario.

Sgarbi ha chiuso il suo intervento con un ringraziamento all'ex Ministro dei Beni Culturali Bondi, ricordando come l'intento comune iniziale fosse 
"Liberare l'arte contemporanea dai lacci".
Partire con un intento del genere significa non porsi limiti stabili ed alla fine la mancanza di spazi, al centro delle scorse polemiche, potrebbe rivelarsi solo uno degli effetti collaterali del sovraddosaggio. 
Tant'è che come ha anticipato la Tagliabue, progettista del Padiglione,
 "Se le opere non entrano negli spazi a disposizione, useremo anche dei gommoni"


Proprio così, alla fine delle beghe, Sgarbi ha proposto di ripiegare su veri e propri gommoni a mo' di piedistalli, come quelli su cui arrivano i clandestini sulle nostre coste. 
Come non sembra esserci posto per loro, a Venezia non c'è posto per le opere e tante rimarranno perfino imballate. 
Non so se gli artisti saranno felici di vedere le proprie opere a galla in quel di Venezia, ma io la trovo un'idea sicuramente molto originale, anche se provocatoria ed in perfetto stile Sgarbi.
D'altronde il fermento intorno al Padiglione Italia è sintomo di un'arte contemporanea italiana tutt'altro che alla deriva.
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mercoledì 4 maggio 2011

di Unknown

VideoPost | Bill Viola: videoarte sacra in luogo sacro

Si avvicina la nuova Biennale di Venezia e alla curiosità per le opere che saranno presentate si sovrappone il ricordo delle opere delle passate edizioni.

Una per tutte è "Ocean without a Shore" di Bill Viola, presentata nell'ambito della Biennale del 2007.
Forse torna alla mente per la sua collocazione insolita. Non un padiglione qualsiasi ma la Chiesa di San Gallo, vicino San Marco.
Il risultato fu strabiliante, il misticismo che pervade da sempre le opere dell'artista si rispecchiava nelle volte dello spazio sacro.
Daltronde qualche tempo fa girava la voce che proprio a lui fosse stata commissionata una video pala d'altare da installarsi, non in maniera temporanea ma definitiva, presso St. Paul a Londra. A che punto si trovi la committenza londinese ancora non si sa.

Nel frattempo godetevi queste immagini, ripescate su You Tube, relative all'installazione del 2007.




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