mercoledì 11 maggio 2011

di Unknown

L'Iraq alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia




Ammettiamolo, siamo ormai già stanchi di parlare di Biennale di Venezia sempre e solo riguardo la tarantella imbastita intorno al Padiglione Italia. 
Per un attimo abbandoniamo il signor Sgarbi e le sue liste infinite per dedicare la nostra attenzione ad un altro padiglione, in cui vi assicuro che basteranno i sei artisti scelti da Ali Assaf e Mary Angela Schroth, rispettivamente commissario e curatrice, per rendersi conto della vitalità dell'arte contemporanea in terra irachena.

A. Assaf (artista e commissario del Padiglione Iraq)

M. A. Schroth (curatrice del Padiglione Iraq)

L'Iraq ritorna per la prima volta alla Biennale dopo la partecipazione datata al 1976. Si ripresenta, quindi, con un carico di esperienze ed eventi che sicuramente l'arte avrà  metabolizzato a suo modo.
Infatti nel comunicato stampa si legge:
"Questo è un momento straordinario per l’Iraq. Il progetto di creare un padiglione ufficiale per la 54°edizione della Biennale di Venezia nasce da un incessante lavoro di squadra iniziato nel 2004. Storicamente, avviene in un periodo di grande rinnovamento, dopo oltre 30 anni di guerre e di conflitti".
La formula scelta è quella del confronto tra due generazioni di artisti. Ali Assaf, Azad Nanakeli e Walid Siti sono nati nei primi anni '50 e sono cresciuti negli anni ‘70, assistendo all'affermazione del socialismo politico. Adel Abidin, Ahmed Alsoudani e Halim Al Karim, più giovani, hanno fatto i conti con la guerra Iran-Iraq (1980-1988), l’invasione del Kuwait, la schiacciante sanzione economica delle Nazioni Unite ed il successivo isolamento artistico.
Questi artisti, dopo aver studiato arti visive a Baghdad, hanno tutti completato il proprio percorso artistico in Europa e negli Stati Uniti.
Nelle loro opere l'identità nazionale, a suon di denunce e nostalgie, si accorda alla pratica artistica contemporanea tramite "un approccio sofisticato e sperimentale".

A. Nanakeli, "Destnuej", 2011


A. Assaf  "Narciso", 2010

La pittura, la fotografia, la performance, il video e l'installazione, tutti media per opere in situ, ruoteranno  attorno ad un unico tema: l'acqua o meglio "acqua ferita", questo il titolo del Padiglione.
Al pari della guerra civile e del terrorismo, documentati continuamente dalla cronaca internazionale, la mancanza di un bene primario come l'acqua rappresenta una delle maggiori emergenze in Iraq.

Sarà  inoltre proiettato un documentario a cura di Rijin Sahakian riguardo la vita d’alcuni giovani artisti che vivono oggi in Iraq e Patrono Onorario del padiglione sarà l’architetto Zaha Hadid.
Padiglione da non perdere!

Per maggiori informazioni si rimanda a http://www.pavilionofiraq.org
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