giovedì 17 novembre 2011

di Unknown

Il mito di Leonardo nell'arte contemporanea alla Reggia di Venaria

Inizia oggi, alla Reggia di Venaria di Torino, la mostra dedicata a Leonardo Da Vinci, "Leonardo. Il genio, il mito" che resterà aperta fino al 29 gennaio 2012 e già prima dell'inaugurazione ha registrato un totale di circa 25.000 prenotazioni.

La mostra permette di ricostruire il percorso artistico di Leonardo  grazie a 30 disegni originali che arrivano dall'Italia e dall'Europa sui quali spicca il famoso Autoritratto, solitamente preservato presso la Biblioteca Reale di Torino ed ora esposto e commentato da una video - inchiesta  di Piero Angela, che si chiede "Come era Leonardo da giovane?".

La mostra è suddivisa in quattro sezioni. Quella curata da Renato Barilli è tutta dedicata ai contemporanei che in qualche modo hanno tratto ispirazione dall'opera di Leonardo, focalizzando le loro ricerche sui temi del volto, della natura, dell'anatomia umana e delle macchine. 

M. Duchamp,
The other side of the painting 
Basti pensare al celebre omaggio di Marcel Duchamp che mise i baffi alla Gioconda o a Last supper di Andy Warhol, ma anche ad altri nomi del panorama artistico più recente: Spoerri, Nitsch, Recalcati. Il tema dell'Uomo vitruviano è riproposto nell'opera di Ceroli.
Lo studio della fisionomica, passando per le tipologie proposte da Lavater,  da Leonardo giunge all'estro di Goya, Daumier e Grosz
Infine gli informali come Wols, Tàpies, Rotella, Twombly, Bendini, Novelli che traggono spunto da Leonardo quando invita a leggere nelle macchie dei muri la presenza di paesaggi arcani.




Mostra da non perdere! 
Consiglio: Prenotate la vostra visita con largo anticipo. 
In considerazione dell’eccezionalità dell’evento e delle straordinarie misure di sicurezza e conservazione necessarie per le opere esposte in mostra, l’accesso è consentito ad un numero massimo di 120 visitatori contemporaneamente ogni mezzora.

Per maggiori info

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mercoledì 16 novembre 2011

di Unknown

Lorenzo Ornaghi è il nuovo Ministro dei Beni Culturali

L. Ornaghi

Mario Monti, nuovo Premier, si è recato al Quirinale e dopo l'incontro con Napolitano per sciogliere la riserva sulla formazione del governo e sottoporgli la lista dei ministri, durato quasi due ore, alle 13:28 circa ha comunicato la tanto attesa compagine del nuovo governo. 
Dopo l'assillante toto - ministri dei giorni scorsi, abbiamo quindi la lista ufficiale.

Naturalmente per noi l'interesse si focalizza sul nome scelto per i Beni Culturali.
Trattasi di Lorenzo Ornaghi, che proprio stamane avrebbe chiuso in anticipo una lezione per recarsi a Roma, come già anticipato tramite Twitter da uno studente della Cattolica.
Ma non tutti sanno chi è Ornaghi, eccovi una breve presentazione.

Lorenzo Ornaghi, classe 1948, è un rettore italiano. Ornaghi si è laureato in Scienze politiche nel 1972 all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e vi ha lavorato come ricercatore fino al 1987, quando è diventato professore associato presso l'Università di Teramo. Nel 1990 è ritornato alla Cattolica di Milano diventando titolare della cattedra di Scienza politica nella facoltà di Scienze politiche e di Storia delle dottrine politiche. Dopo essere stato pro-rettore con incarico alle relazioni internazionali durante, nel 2002 è stato eletto rettore. Nel 2006 è stato rieletto per un secondo mandato quadriennale. Nel 2010 è di nuovo eletto per un terzo mandato.
Autore di numerosi volumi e saggi pubblicati su riviste italiane e internazionali, negli ultimi anni, oltre che alle indagini sul sistema politico e sulle élite dell'Italia, si è dedicato allo studio dell'integrazione politico-istituzionale dell'Europa e al tema della Costituzione europea.
Ornaghi riveste o ha rivestito anche diversi incarichi di prestigio in enti pubblici e privati:è direttore dell'ASERI (Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali).
E' direttore della rivista "Vita e pensiero", è vicepresidente del quotidiano "Avvenire, è vicepresidente della Fondazione Vittorino Colombo di Milano, è membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Policlinico IRCCS di Milano, dal 2001 al 2006 è stato presidente dell'Agenzia per le Onlus. 

Nel 2006 ha ricevuto l'Ambrogino d'oro dal Comune di Milano.
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lunedì 7 novembre 2011

di Unknown

Idee per una rinascita del "corpo sociale" dal MUSPAC


MUSPAC, inaugurazione ufficiale del 6 novembre 2011
In un paese in cui da qualche anno non si fa altro che chiudere musei o tagliare i fondi alla cultura, ogni tanto un segnale positivo ci lascia ben sperare.
Ancor di più se arriva dal capoluogo abruzzese colpito dal violento sisma del 2009.
Ieri, 6 novembre 2011, a partire dalle ore 12:00, il MU.SP.A.C. Museo sperimentale d'Arte contemporanea dell'Aquila, ha inaugurato gli spazi della nuova sede in via Ficara, Piazza d'Arti.

Nato nel 1993 come organo strumentale dell'Associazione Culturale "Quarto di Santa Giusta" (fondata nel 1984), il MUSPAC svolgeva l'attività artistica e culturale nel centro storico della città, in via Paganica 17. Scopo fondamentale è sempre stato quello di 
 "considerare l'arte come una pratica di esperienza globale, un processo totalizzante che serve alla rigenerazione e liberazione degli uomini dalle costrizioni della società". 
Oggi la città, liberata in maniera drastica e dolorosa da tutti i dictat di una società urbanisticamente definita e culturalmente schematizzata, si rivolge all'arte con una libertà ed una volontà del tutto nuova. 

Tavola rotonda
La tavola rotonda che ha avuto luogo ieri al MUSPAC, in cui sono intervenuti critici, artisti ed operatori culturali, ha sottolineato la necessità di rinsaldare e nel contempo ricreare ex novo le parti di un "corpo sociale", in cui l'arte e la cultura fungano da collante e forza rigeneratrice.

Un concentrato di idee e contributi che, dall'esperienza personale a quella collettiva, dalla memoria del passato alla volontà di affacciarsi al domani, tesse la trama di un nuovo assetto sempre più interdisciplinare, aperto e libero. 

Un concentrato che verrebbe voglia di imbottigliare e spedire a tutte quelle istituzioni e luoghi sacri del contemporaneo, sfavillanti e comodi nei loro nuovi, aurei, macro e maxi spazi, spesso più impegnati nel sottostare alle leggi del marketing e del profitto che a puntare alla sostanza.

E. Sconci e il sindaco dell'Aquila On. Massimo Cialente
al taglio del nastro
Chapeau per il direttore del museo Enrico Sconci e per tutte le menti illuminate impegnate nel campo culturale e sociale intervenute al dibattito, perché hanno reso giustizia alle potenzialità dell'arte e del suo magico contenitore qual è, o meglio dovrebbe essere, il museo.


Questa sera sul nostro canale YouTube il video integrale della tavola rotonda e dell' inaugurazione ufficiale. Nel frattempo eccovi qualche foto.


Piazza d'Arti
MUSPAC, la nuova sede
Inaugurazione ufficiale
Sindaco dell'Aquila,
 On. M. Cialente
E. Sconci e l'artista
 C. Pagone (Monticelli & Pagone)
La nuova sede del museo
La nuova sede del museo
La nuova sede del museo

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lunedì 10 ottobre 2011

di Unknown

David Smith al Whitney Museum di New York con i suoi giganti d'acciaio

D. Smith Cubi XXI , 1964, installato presso il Whitney Museum
(http://www.artnet.com)
L'artista americano David Smith e la sua ricerca costante della forma geometrica attraverso sculture di piccole e monumentali dimensioni, sono al centro della mostra allestita presso il Whitney Museum of American Art.
"David Smith: cubes and anarchy", questo il titolo della mostra, riunisce circa 60 opere tra sculture, disegni, dipinti, fotografie e alcuni dei suoi taccuini mai esposti prima, per esplorare l'intero percorso dell'artista.

Il sottotitolo della mostra  rimanda al potere rivoluzionario delle forme geometriche già preannunciato dai costruttivisti russi. L'arte di Smith è stata suggestionata da grandi artisti del calibro di Mondrian, Kandinsky e Picasso.
Smith, partendo dalle loro intuizioni, si afferma quale poeta della scultura saldata, producendo una quantità eterogenea di lavori definibili per ossimori. 

D. Smith, Zig III, 1961
(http://www.whitney.org/Exhibitions/DavidSmith)
Le sue opere sono fusioni  di geometrie semplici e tecniche e materiali di fabbricazione industriale; sono felici connubi tra forme senza tempo, gesti assoluti e potenza e materia viva della vita moderna, vestita d'acciaio e d'alluminio. 
Formule precise che hanno reso Smith un felice funambolo dell'arte in bilico tra matematica, geometria e fantasia.
Nella creazione di questa sintesi, Smith ha ridefinito l'estetica e le ambizioni della scultura.

La mostra, al Whitney fino all'8 gennaio 2012, sarà riallestita presso il Wexner Center for the Arts, Columbus, nell'Ohio.
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venerdì 7 ottobre 2011

di Unknown

VII Giornata del contemporaneo per AMACI

G.Paolini per la VII Giornata del Contemporaneo
Sabato 8 ottobre la Giornata del Contemporaneo apre le porte dei musei. Giunto alla sua settima edizione, il grande evento, promosso dall'Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (Amaci), presenta artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme che regalerà al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea. 

Protagonista di ogni edizione della Giornata è un artista italiano di fama internazionale. Dopo Pistoletto (2006), Cattelan (2007), Pivi (2008), Ontani (2009) e Arienti (2010), quest'anno va in scena Giulio Paolini, ideatore dell’immagine guida dell’evento, che attraverso un'architettura simbolica, una prospettiva aulica, una cornice d'oro, focalizza l'attenzione su temi come la percezione dell'opera d'arte e la sua destinazione museale.

Non ci resta che augurarvi una buona giornata del contemporaneo!
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di Unknown

Addio a Steve Jobs. L'occhio del 2000 in un'App

Se è vero che la fotografia, scoperta nel 1826 da Niepce, influenzò la schiera degli impressionisti nelle loro rivoluzionarie inquadrature e nel ruolo dell'arte nei confronti della rappresentazione della realtà...
Se è vero che il futurismo fece dell'evoluzione tecnologica il suo pane quotidiano e tutta l'arte del '900 si impadronì più di una volta dei suoi mezzi... 

Se è vero quindi che spesso la tecnologia e le sue invenzioni hanno rivoluzionato il modo di fare e pensare l'arte ed hanno influenzato il suo rapporto con la realtà, cosa mi dite delle trasformazioni dell'arte contemporanea nell' era di Steve Jobs in cui basta una "App" per cambiare sguardo verso il mondo?


Le intuizioni del visionario di Cupertino, ribatezzato dal giorno della sua morte il Newton dei nostri tempi e come tale compianto, hanno innegabilmente rivoluzionato il mondo dei computers e della telefonia, ma di riflesso le sue innovazioni tecnologiche e di design sono riuscite a cambiare anche il mondo dell’arte contemporanea. 

Alcuni esempi?

iMovie è un programma di montaggio video che innumerevoli video artisti usano ogni giorno. Ryan Trecartin ne ha fatto largo uso.
Numerosi fotografi usano un Mac per i loro ritocchi, preferendolo per le qualità grafiche ai suoi diretti concorrenti.
C’è un’applicazione per iPhone e iPad che si chiama Brushes, costa pochissimo ma offre infinite possibilità ed è per questo utilizzato da molti artisti. 
D. Hockney
L'artista inglese  David Hockney dal 2008 ad oggi ha creato oltre 400 dipinti con questa applicazione: ritratti, autoritratti, piante, fiori e paesaggi, che Hockney ha “dipinto” con le proprie dita o con apposito pennino. La critica lo ha eletto già nuovo messia della digital art.
Miltos Manetas ha creato l'applicazione Jackson Pollock, una sorta di programma che permette a tutti di creare capolavori di action painting con un dito.
Il mondo museale inoltre ha cominciato in questi ultimi anni a servirsi di un nutrito numero di supporti a marchio Apple per la fruizione interattiva di mostre ed eventi.
Gli esempi potrebbero essere ancora molti... Ma al di là dell'uso dei prodotti di Apple come meri mezzi artistici, rimane da chiederci quali siano le trasformazioni ancora in atto, che stanno rivoluzionando il nostro modo di percepire la realtà, rapportarci ad essa, metabolizzarla e restituirla sotto forma di arte. 
Come lo storico d'arte Michael Baxandall  mostra nel suo Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento che il modo di guardare della vita quotidiana di una società nei suoi momenti sociali, religiosi e commerciali, si riflette negli stili pittorici giungendo alla definizione delle abitudini visive del pubblico del '400, così oggi dovremmo rianalizzare l'arte in relazione alle nostre abitudini percettive. Dovremmo ripartire dalla medesima domanda che accese Baxandall, anche se apparentemente banale, giungendo a definire una sorta di "occhio del 2000".
Sicuramente molte delle nostre abitudini avranno a che fare con le intuizioni e innovazioni tecnologiche di Jobs.

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mercoledì 5 ottobre 2011

di Unknown

Videopost | Per una rappresentazione dell'alienazione umana

Chiara Mazzocchi è una giovane visual artist, performer e fotografa.
Vive e lavora a Berlino.
Vi propongo questo suo video in cui mette in scena le costrizioni della donna intrappolata nella cosiddetta "società dello spettacolo", come fosse una sorta di burattino dai lacci legati ben stretti. Simbolo di tale costrizione il collant che ossessivamente "indossa" in ogni azione quotidiana.
Per questo video la Mazzocchi ha ottenuto anche la Menzione Speciale della Giuria nell'ambito di Flux, Concorso Internazionale Videoarte Lodi 2011, perchè
"La complessità di rappresentazione dell'alienazione umana oppressa dal quotidiano, anche se nell'artista ne connota la condizione femminile contemporanea, è mostrata contraddittoriamente senza finzione ma con artifici teatrali (gli indumenti femminili calati sul volto rendono l'anonimato) e l'uso dell'immagine in autoscatto sembra ridurre il gesto ancor più a straniante ripetizione"
Eccovi "Selfportrait":

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