giovedì 14 febbraio 2013

di Unknown

VideoPost | Dai sistemi di classificazione scientifica alla micologia visionaria di Salvatore Arancio

Presso la Federico Schiavo Gallery (Roma) è in corso una mostra che indaga in maniera inedita il mondo della micologia e più in generale dei sistemi di classificazione scientifica. Ma l'artista in questione, Salvatore Arancio, con questa mostra intitolata The Little Man of the Forest With the Big Hat, va oltre l'apparenza e ne fa trasparire, mediante giochi scultorei e composizioni ardite, i risvolti inaspettatamente folli, maniacali e visionari.

S. Arancio,The Little Man of the Forest with the Big Hat, 2012, 
five glazed ceramics, gouaches on printed paper, perspex, painted MDF, giclée print on canvas
(
photo by Giorgio Benni, courtesy Federica Schiavo Gallery, Roma)
La mostra ruota attorno all'omonima installazione scultoreaprogettata e realizzata dall'artista nel 2012 a Faenza, in occasione della residenza presso il Museo Carlo Zauli. Ceramiche in bianco e nero lucente riproducono le forme di insoliti funghi velenosi, che ritroviamo anche in  illustrazioni di schede di classificazione rubate dai libri di micologia.

La manipolazione e la distorsione di forme e catalogazioni precise inducono la ricerca verso l'altra faccia della medaglia, dove la rigida classificazione dilaga in volontà maniacale. Stessa ambivalenza si rintraccia nelle proprietà benefiche e allucinogene del fungo.

S. Arancio, Bird, 2012,
looped video for projection,
(
photo by Giorgio Benni, courtesy Federica Schiavo Gallery, Roma)
Salvatore Arancio presenta anche un video, Bird, girato in Super 8 all'interno del Museo di Zoologia di Bologna. L'indagine qui si concentra sulle collezioni ornitologiche, in particolare quella della prima metà del secolo di Zaifagnini- Bertocchi. Alla manipolazione scultorea si sostituisce la manipolazione della ripresa lenta e ambigua, che ancora una volta mostra al fruitore l'aspetto più visionario insito nella nel rigore dell'azione catalogatrice. Ruolo fondamentale in questo senso è dato anche al suono che accompagna il film, Expo 70, progetto musicale di culto di Kansas City.

S. Arancio, View of The Little Man of the forest with the big hat, 2013
mixed media, installation view,
(
photo by Giorgio Benni, courtesy Federica Schiavo Gallery, Roma)
Nella terza ed ultima sala le relazioni natura/scienza si palesano più chiaramente, tramite giochi illustrativi e l'esposizione di una nuova scultura, realizzata durante una residenza d'artista presso l'European Ceramic Workcentre di 's-Hertogenbosch (Paesi Bassi).

Mostra da non perdere, in corso fino al 16 marzo.
Nel frattempo eccovi un video


Per maggiori info Federica Schiavo Gallery
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mercoledì 13 febbraio 2013

di Unknown

Piante su piante, garden project di Michele Guido

Garden Project, la mostra in corso presso Z20 Galleria | Sara Zanin, comprende una serie di lavori site specific nati dalla ricerca di Michele Guido, artista da sempre interessato a svelare visivamente il rapporto tra natura e spazio architettonico. 

M. Guido, michele guido_02.02.13_garden project Installation view,
©Michele Guido courtesy z2o Galleria | Sara Zanin, Photo credits: Michele Guido

Una similitudine palesata in maniera geometrica, mediante proiezioni ortogonali e sovrapposizioni  di piante su  piante. Le prime botaniche, le seconde architettoniche. 

M.Guido, lotus garden project #03 2013, Installation view,
©Michele Guido courtesy z2o Galleria | Sara Zanin, Photo credits: Michele Guido

Lotus Garden project# 05_Raphael Urbinas 1504_2011 è un'opera recente che mette in relazione la nervatura di una foglia di loto con il tempio sullo sfondo de Lo sposalizio della Vergine di Raffello e quindi anche con il Tempietto di San Pietro in Montorio del Bramante.

M. Guido, Studio Lotus Garden Project #05_Raphael Urbinas 1504_2011, 
©Michele Guido courtesy z2o Galleria | Sara Zanin Photo credits: Michele Guido
L'intera galleria è poi trasformata in una sorta di giardino: le pareti e il soffitto della sala principale divengono supporto di macro fotografie di foglie di loto e dimora di piante della famiglia dell'euphorbia. Un esemplare dalle foglie strette e oblunghe spunta dall'alto con tutto il suo peso leggiadramente invadente.


M. Guido, michele guido_02.02.13_garden project, 2013 Installation view,
©Michele Guido courtesy z2o Galleria | Sara Zanin, Photo credits: Michele Guido
L'evocazione prospettica e analitica delle due forme prese in esame visivamente, si compone e scompone continuamente, si concretizza e nello stesso istante si fa evanescente. Il fruitore ottiene così la piena percezione di uno spazio organico e geometricamente perfetto, che rimane però irreale e impalpabile. 

La mostra sarà visitabile fino al 16 marzo.

Per maggiori info Z2O Galleria | Sara Zanin

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martedì 12 febbraio 2013

di Unknown

Art Passport, la cittadinanza sotto il segno dell'arte

I progetti in fase di start-up hanno sempre una magia particolare che affascina, forse data dal carico di aspettative sempre in bilico tra sogno e scommessa.
Art Passport, la sfida lanciata dall’associazione bergamasca The Blank, ha tutto il fascino del sogno ma anche la forza prorompente di una razionale progettualità, che mantiene i piedi ben saldi a terra e  si permette il lusso di volare più in alto solo quando può. La sfida consiste nel far rete nel mondo dell’arte contemporanea, sia a livello nazionale che internazionale, ma lo fa in maniera del tutto originale, udite udite: creando passaporti d’arte.
Per aiutarvi a comprendere meglio l’intero progetto, abbiamo rivolto loro qualche domanda.




Da chi e come, è nata l’idea di Art Passport?
Art Passport è l’estensione di un progetto nato per Art Date 2012, tre giornate dedicate all’Arte Contemporanea nella città di Bergamo organizzate da The Blank. L’idea è nata sviluppando su un piano artistico il modello dei timbri presenti lungo il Cammino di Santiago di Compostela, nei luoghi di culto Giapponesi o nei rifugi di montagna. In tutti questi posti abbiamo notato che le persone avevano piacere a utilizzare il timbro per imprimere e portar via un ricordo del luogo e un momento della propria vita. Abbiamo pensato che tutti, andando in un centro d’arte, avrebbero voluto avere non solo un ricordo del luogo ma anche una vera e propria opera d’arte da portare via, così è nata l’idea di Art Passport.

Ci spiegate meglio in cosa consiste?
Ci sono tre elementi principali: l’Art Passport - un vero e proprio passaporto personalizzato cartaceo – il network di musei, gallerie e istituzioni culturali italiane e straniere e i timbri realizzati dagli artisti che si trovano in questi luoghi. Il passaporto potrà essere ritirato facendone richiesta dal sito www.artpassport.it o direttamente nelle istituzioni culturali che partecipano al network. Ogni polo culturale inviterà un artista con cui ha lavorato a realizzare un timbro d’autore che chiunque potrà poi applicare al proprio passaporto rendendolo un’opera d’arte aperta e preziosa. Inoltre al raggiungimento di un certo numero di timbri saranno sbloccati dei bonus – dall’ingresso gratuito ai musei, alla spedizione di cataloghi etc… - per incentivare la circolazione e la fruizione dell’arte contemporanea.

Dal vostro sito abbiamo potuto notare che procedete per fasi, obiettivo dietro obiettivo. A che punto della vostra sfida vi trovate?
Il progetto è appena stato lanciato, siamo nella fase di raccolta fondi che ci permetterà di stampare i passaporti veri e propri e di attivare a inizio Aprile il network italiano. In meno di un mese abbiamo già raccolto da 350 sostenitori 3.320 Euro dei 10.000 necessari alla start-up.

Quali sono i segnali che vi incoraggiano e quali quelli che vi farebbero gettare subito la spugna?
Sicuramente il grande numero di donatori, pur non essendo ancora stato inserito su una piattaforma di crowdfunding (finanziamento collettivo) la partecipazione è stata notevole e ci ha lasciato particolarmente stupiti. Così come l’attenzione attorno al progetto che sarà presentato ad AMACI – associazione che riunisce tutti i principali musei d’arte contemporanea italiani – ad Aprile. Per questo al momento e per fortuna non vediamo molti segnali negativi, ma il percorso è lungo e ci saranno sicuramente imprevisti.

Avete già qualche nome da svelarci circa gli artisti coinvolti nella realizzazione dei timbri?
Durante Art Date 2012 sono stati coinvolti artisti come Marcello Maloberti, Riccardo Beretta, Shannon Ebner, Alis/Filliol, Navid Nuur, Andrea Mastrovito, Oscar Giaconia etc… ma saranno i musei, le gallerie e le istituzioni culturali che entreranno a far parte del network – ci sarà una selezione qualitativa degli spazi e quindi anche degli artisti- a scegliere l’artista che li rappresenterà.

Tre buoni motivi per sostenervi nel progetto?
Pensiamo che sia un’idea originale, gestibile da un punto di vista organizzativo e sostenibile nel suo aspetto economico. Crediamo sia un progetto utile per ampliare il pubblico e la circolazione delle persone all’interno dell’arte contemporanea, aggiungendo come stimolo la possibilità di iniziare una collezione gratuita, quindi accessibile a chiunque abbia voglia di scoprire i linguaggi del nostro tempo.

Eccovi il video di presentazione di Art Passport, per avere maggiori informazioni ed aderire al progetto www.artpassport.it


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lunedì 11 febbraio 2013

di Unknown

E' morto Richard Artschwager

L'artista americano Richard Artschwager è morto all'età di 89 anni. La notizia è stata confermata nel tardo pomeriggio di sabato da Gagosian Gallery, la galleria che rappresenta l'artista.  La nostra ultima visita da Gagosian a Roma c'è stata proprio durante la personale di Artschwager con una serie di sculture pianoforti. Vi riproponiamo quindi una carrellata di foto scattate proprio in quell'occasione, per rendere omaggio all'artista che più di altri ha reso labili i confini tra minimalismo, concettuale e Pop Art. Tant'è vero che una volta Gagosian Gallery ha dichiarato:
"Richard forged a richly maverick path, confounding the genres and limits of art while forever changing how we view and understand space and the everyday objects that occupy it".










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di Unknown

VideoPost | Dialogo a tre: Armin Linke, Kuehn Malvezzi, Carlo Mollino

Prorogata fino al 28 febbraio la mostra in corso presso Vistamare a Pescara. 
La mostra consiste in un percorso fotografico dovuto all'interesse di Armin Linke e Wilfried Kuehn nei confronti di tutta l'architettura di Carlo Mollino, architetto torinese con una speciale visione del Modernismo, visione "spregiudicata e visionaria".

A. Linke, Carlo Mollino,
 Furggen cableway, ghost station Cervinia (Aosta), Italy
(link photo)

Ne è nata una mostra, anzi due: la prima dal titolo Maniera Moderna, presso l'Haus der Kunst di Monaco, curata da Linke e Kuehn e realizzata con lo studio Kuehn Malvezzi. La seconda a Pescara presso la galleria Vistamare di Benedetta Spalletti. Le due mostre offrono sguardi diversi ma complementari. Se nella prima l'interesse verte tutto su una lettura della "modernità divagante" di Mollino, nella seconda il punto di vista si ribalta e il lavoro dell'architetto torinese diventa l'occasione per approfondire concetti e punti di vista di Linke e Kuehn Malvezzi. Architetture, interni, mobili, fotografie, spazi inventati e installazioni di Mollino fotografati da Linke e divenuti fonte d'ispirazione per Kuehn Malvezzi.

A. Linke, Carlo Mollino,
Casa sull'altopiano (Villa K2), Agra (Varese), Italy
Le affinità si svelano palesemente. Prima tra tutte l'idea di Mollino dell'architettura come display, come palcoscenico, un luogo in cui mettere in scena o provocare delle dinamiche. Stessa ricerca è portata avanti dallo studio berlinese di Johannes, Wilfried Kuehn e Simona Malvezzi, mosso sempre dalla volontà di creare prima che oggetti, relazioni.
Stesso concetto torna in Armin Linke, attraverso l'obiettivo fotografico.

Un discorso a tre colmo di affinità e risvolti ben analizzati dal testo critico di Cloe Piccoli che indaga alla perfezione anche l'altra idea condivisa dalle tre ricerche, ossia il montaggio, inteso con lo stesso carico concettuale di un ready made duchampiano: accostamenti e ri-significazioni di elementi che appartengono a contesti diversi.

La mostra diviene terreno fertile per momenti di riflessione sull'architettura ma anche sul ruolo della fotografia come strumento d'indagine.

Per saperne di più eccovi il link alla galleria e un video della mostra.

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venerdì 1 febbraio 2013

di Unknown

VideoPost | Gli artigiani della moda ospiti nelle gallerie d'arte


Quest'anno A.I. Gallery, gli artigiani della moda nelle gallerie d'arte, ha fatto tappa nel quartiere Parione di Roma, tra Corso Vittorio Emanuele, Via di Monte Giordano, Via della Vetrina, Piazza Monte Vecchio e Via dell'Anima. Molte gallerie d'arte del quartiere hanno così ospitato nei loro spazi, e a tu per tu con le mostre in corso, gli artigiani della moda. 

Curiosi di scoprire i risvolti del binomio arte/moda, siamo stati in alcune delle gallerie coinvolte nell'evento. Di seguito trovate due video. 

Il primo si riferisce a quanto esposto presso la galleria Monitor e la Galleria Marie Laure Fleish. Nella prima galleria un abito di Hans Nicholas Mott pendeva dal soffitto, mentre la mostra di Nathaniel Mellors occupava il resto dello spazio. Nella Galleria Marie Laure Fleish abbiamo avuto il piacere di ammirare i gioielli tridimensionali, simili a strutture architettoniche, di Stefania Lucchetta, in una condivisione di spazi con le opere della bella mostra in corso Anima/Viscera (Etti Abergel|Yael Balaban, project room: Ofri Cnaani).

Nel secondo video trovate un'intervista ad Armando Porcari, uno dei padroni di casa di The Gallery Apart, in compagnia delle due giovani ospiti Aleksandra Badura e Chiara Sabatini, artigiane della moda per il marchio Badura Roma. Anche in questa galleria la visita si fa doppia: le borse di Badura, pezzi unici pensati e realizzati come gioielli, sono accolte nel medesimo spazio espositivo dalle opere dell'artista Alessandro Scarabello, nella mostra Uppercrust (comunicato stampa).
Filosofie ispiratrici contrastanti ma altissima qualità in comune.

Eccovi i video





A chi non bastasse, per saperne di più riguardo tutte le altre gallerie che hanno preso parte all'evento, consiglio questo articolo di Grazia o direttamente il sito di A.I. Artisanal Intelligence
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lunedì 28 gennaio 2013

di Unknown

VideoPost | L'arte surreale e grottesca di Nathaniel Mellors

Si è conclusa ieri la mostra dedicata al lavoro di Nathaniel Mellors presso la galleria Monitor di Roma. L'artista inglese nell'ultima Biennale di Venezia aveva catturato l'interesse del pubblico con il suo memorabile Hippy dialectics, una sorta di scultura animatronica a due teste. La ricordate? A noi era piaciuta moltissimo. 

N. Mellors, Hippy dialectics, 2010
(link foto)
La mostra Recent collaboration before THE SAPROPHAGE è la seconda personale dell'artista inglese nella galleria romana. Sviluppata in collaborazione con Gwendoline Christie e Chris Bloor, comprende un nuovo film, stampe digitali e dipinti.

Monitor
Monitor
L'intera mostra gira intorno al video The Soprophage in cui due personaggi, alquanto improbabili, dibattono su un'apocalisse culturale di cui sembrano essere entrambi superstiti. Il loro confronto verbale è bruscamente interrotto dall'arrivo inaspettato di un terzo personaggio, the Saprophage, un predicatore portatore di spiritualità negli Stati Uniti, chiaro omaggio dell'artista al mai realizzato San Paolo di Pier Paolo Pasolini.
A far da sfondo uno strano paesaggio, in verità tre diverse locations: Los Angeles, l'East London e la Grecia che, grazie al video, sembrano catapultare i tre personaggi in uno spazio unico ma temporalmente ibrido, in cui passato e futuro si annullano in un continuo presente.

Surreale e grottesco sono gli aspetti che tornano di nuovo nella ricerca artistica di Nathaniel Mellors. 

Per voi un video della mostra

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