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lunedì 11 febbraio 2013

di Unknown

E' morto Richard Artschwager

L'artista americano Richard Artschwager è morto all'età di 89 anni. La notizia è stata confermata nel tardo pomeriggio di sabato da Gagosian Gallery, la galleria che rappresenta l'artista.  La nostra ultima visita da Gagosian a Roma c'è stata proprio durante la personale di Artschwager con una serie di sculture pianoforti. Vi riproponiamo quindi una carrellata di foto scattate proprio in quell'occasione, per rendere omaggio all'artista che più di altri ha reso labili i confini tra minimalismo, concettuale e Pop Art. Tant'è vero che una volta Gagosian Gallery ha dichiarato:
"Richard forged a richly maverick path, confounding the genres and limits of art while forever changing how we view and understand space and the everyday objects that occupy it".










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domenica 4 novembre 2012

di Unknown

Le gallerie di New York devastate dall'uragano Sandy


Gagosian Gallery  letteralmente inondata e una scultura di Henry Moore che vi galleggia, mentre alcune lastre di Carl Andre si asciugano sul marciapiede dinanzi alla Paula Cooper Gallery. 
Sembra un'installazione di strada ma non lo è affatto. 

Sandy ha inflitto un duro colpo anche sulle gallerie di New York che all'indomani dell'uragano si sono risvegliate al buio, con opere devastate dall'acqua e dal fango. Molte esposte sui marciapiedi in attesa di scrollarsi di dosso le tracce della tempesta. 

La notte del 29 ottobre scorso il fiume Hudson ha rotto gli argini e con una potenza inaudita ha invaso tutte le strade di Manhattan. Molte gallerie, malgrado le precauzioni, sono state duramente colpite. Per capire la portata del danno, basti pensare che nella zona di Chelsea, una delle più colpite, in dieci isolati si concentrano circa 300 gallerie.
Tra la 30ma e la 14ma strada, erano presenti alcuni dei nomi più prestigiosi del panorama internazionale: David Zwirner, Leo Koenig, Zach Feuer, Gasser and Grunert, Nicole Klagsbrun, Tina Kim Gallery, Marc Jancou e molti altri.  
Oggi al Moma ci sarà un importante incontro per tutti i galleristi, per capire meglio come conservare le opere danneggiate dalla furia di Sandy.

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martedì 2 ottobre 2012

di Unknown

Richard Artschwager da Gagosian Gallery

Nome impronunciabile dell'artista e arte altrettanto difficile da favellare. Ma ci proviamo. 
Certo non ci aiuta la mostra presso Gagosian Gallery, come sempre molto molto minimal, ma se non altro in linea con l'artista che espone.

Richard Artschwager, Gagosian Gallery, Roma

Cominciamo con qualche informazione sull'artista. Richard Artschwager, un destino già tutto nel cognome, statunitense, classe 1923, nasce a Washington ma vive e lavora a New York. Ha mosso i suoi primi passi nel mondo dell'arte intorno ai primi anni '50, proprio mentre la Pop Art e la Minimal Art mettevano definitivamente KO il concetto di arte unica e irripetibile.
Il suo lavoro è stato spesso ricollegato alle due correnti artistiche, alla Pop Art per la funzionalità degli oggetti e per l'uso di materiali commerciali e industriali; alla Minimal Art per il suo linguaggio geometrico e asciutto. Ma le due correnti non sono sufficienti per spiegare la sua ricerca poliedrica e zeppa di rimandi. 

Richard Artschwager, Gagosian Gallery, Roma

Procediamo dunque per punti.

Arredamento d'interni: I suoi lavori sono un ibrido tra mobili di design e sculture vere e proprie.
Materiali sintetitici:i suoi preferiti sono fòrmica e celotex.
Punti escamativi, interrogativi e parentesi: sicuramente vi sarete già imbattuti in queste sculture, gigantografie 3D dei segni di interpunzione, riprodotti con materiali morbidi o solidi. 

Nella mostra di Roma Artschwager riprende un filo concettuale iniziato con Piano (1965). Come scritto nel comunicato stampa "gli straordinari pianoforti di Artschwager sostengono una confusione attentamente orchestrata tra pittura e scultura e ci ricordano che siamo nel regno dell'arte e non nella realtà".

Richard Artschwager, Piano Malevich, 2012
(Courtesy Gagosian Gallery)

La musica e le sue partiture entrano nel mondo di quest'artista per essere scompaginate con variazioni minime. Ad esempio i tasti bianchi, riprodotti sui parallelepipedi ricoperti in formica, hanno dimensioni diverse (fa, sol e la sono più grandi rispetto a do, re, mi e si); i pedali dei pianoforti ora sono tre, ora due. Tanto quanto basta per fuorviarci ancora una volta.
Sempre dal comunicato stampa: "Nel sorprendente universo metaforico di Artschwager, nulla è mai soltanto un'unica cosa (...) un pianoforte è al tempo stesso un mobile, una scultura e un'immagine".

Il suo lavoro è sempre rimasto ancorato all'ambiguità della percezione, nell'interazione tra osservazione e illusione. Oggetti solo apparentemente riconoscibili che stuzzicano i piani dello sguardo e della mente.
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