sabato 6 ottobre 2012

di Unknown

Nella lista della spesa aggiungete anche Warhol e Matisse

Costco, la più grande catena americana di ipermercati all'ingrosso

Lista della spesa: tonno, detergente e Warhol. E' questo il titolo di un articolo, comparso oggi sul "New York Times", in cui si rende noto il nuovo mercato on line da parte di Costco, la più grande catena americana di ipermercati all'ingrosso.
Insieme con le balle di carta igienica e confezioni di salsa di pomodoro, i clienti di Costco possono riempire i carrelli della spesa on line anche con un Warhol, un Matisse, un Braque.

In realtà già sei anni fa la vendita on line sui generis avevo preso piede, ma l'azienda aveva smesso di vendere arte in seguito al sollevarsi di dubbi circa l'autenticità di alcuni disegni attribuiti a Picasso. A muovere le accuse era stata Maya Widmaier, figlia dell'artista.

Ora il business torna alla carica tramite un'apposita nicchia all'interno della sezione "Home & Décor".
Mentre le polemiche cominciano a sollevarsi nuovamente, Costco ha già messo da parte un degno bottino. In sole due settimane ha già venduto due litografie con cornice di Henri Matisse, una per 1000$ e una per 800 $, una litografia con cornice di Georges Braque per 1400$, una serigrafia con cornice di Andy Warhol per 1450$ e un collage di Heather Robinson. Sempre secondo il New York Times, a dichiarare ciò è stato Mori Greg, fornitore d'arte di Costco.

Molto probabilmente, per non destare nuovamente sospetti circa l'autenticità delle opere, l'azienda da ora in poi ripiegherà su artisti viventi o su opere senza firma dell'autore. Il dubbio circa l'autenticità in molti permane, forse anche per i prezzi convenienti. Comunque Costco invita il cliente a contattare direttamente Mori Greg e garantisce per ogni suo prodotto, comprese quindi le opere d'arte in questione, un rimborso completo entro i 90 giorni dall'acquisto se non si è soddisfatti. Giusto il tempo di una perizia esterna.

E da noi? Ce li vedete i grandi marchi nostrani della distribuzione a vendere opere on line? L'opera potrebbe arrivarvi a casa con il frigorifero e la lavatrice pagate a rate.

Condividi questo post
di Unknown

Buona 8° Giornata del Contemporaneo!


Buondì amanti e curiosi dell'arte. Già deciso dove passerete la vostra 8° Giornata del Contemporaneo?

Oggi, 6 ottobre 2012, gli eventi si moltiplicano in ogni dove. C'è solo l'imbarazzo della scelta. Vi aiuta però il sito di Amaci, con la sua lista di eventi che trovate a questo link e relativa mappa.

Se vi va potete condividere sulla nostra pagina Facebook foto e altro sugli eventi e mostre a cui parteciperete.

Buona Giornata a tutti! 
Condividi questo post
di Unknown

Non solo Amsterdam. L'arte contemporanea la trovi tutta a Tilburg

Amsterdam, si sa, è la capitale europea preferita dai giovani che, sacco in spalla, prendono l'aereo della compagnia low cost più nota del momento e fanno scalo ad Eindhoven, per il loro week end all'insegna del divertimento. Ma, prima di dirigervi verso i piaceri della capitale, vi consiglio una piccola deviazione per il vostro itinerario di viaggio, soprattutto se come me siete appassionati di arte contemporanea e avete qualche giorno in più rispetto ai due, tre canonici.

La meta è Tilburg, un comune olandese del Brabante Settentrionale. Siamo a soli 35 minuti circa da Eindhoven.

Dovete assolutamente recarvi in Wilhelminapark numero 1, al Museo De Pont.

De Pont, Tilburg
Si tratta di una vecchia fabbrica per la filatura della lana, nel 1992 convertita in museo di arte contemporanea. Il complesso architettonico oggi si presenta come un mix di spazi monumentali e piccole stanze simili a caveu. Non accade spesso di godere delle opere in assoluta visione solitaria, qui invece molti dei lavori sono esposti all'interno di queste stanzette in cui una volta si conservava la lana.

De Pont, Tilburg
Quando ci sono stata io, nel maggio scorso, era in corso una bellissima mostra su Ai Weiwei, il noto artista dissidente cinese. Vi erano esposte le sue opere datate tra il 2003 e il 2011, un gran numero di sculture e la sua quasi completa produzione video. Non poteva mancare Semi di girasole, il suo lavoro più importante, che già aveva affascinato i visitatori della Tate Modern di Londra e al De Pont presentato in una versione più ridotta. Dal 13 ottobre prossimo ci sarà una mostra tutta dedicata ad Anish Kapoor.

Ai Weiwei, Semi di girasole,
Museo De Pont
Ma anche la collezione permanente è davvero interessante e comprende nomi del panorama internazionale. 
Bellissima l'installazione a led della canadese Angela BullochNight Sky, Saturn North from Earth, o i lavori dell'artista belga Thierry De Cordier, in particolar modo a,a,a, ...

Angela Bulloch, Night Sky, Saturn North from Earth,
Museo De Pont
Thierry De Cordier, a, a, a, ...,
Museo De Pont
Inoltre può capitarvi di imbattervi anche in artisti italiani, come l'esponente dell'arte povera Giuseppe Penone con Scrigno.

Giuseppe Penone, Scrigno,
Museo De Pont
Nelle grandi aree del museo, campeggiano installazioni e lavori oltre misura, in grado di destabilizzare il visitatore nella percezione dello spazio. Ricordo i tre giganti in alluminio Big spirits, del tedesco Thomas Schutte o l'imponente pila di piatti verdi Senza Titolo dello statunitense Robert Therrien.

Thomas Schutte, Big Spirits,
Museo De Pont
Robert Therrien, Senza Titolo,
Museo De Pont
La percezione olfattiva è stuzzicata da Wachsraum, stanza in c'era d'api del tedesco Wolfgang Laib.
Inaspettatamente mi sono ritrovata anche dinanzi a The Greeting di Bill Viola, oramai un suo classico.

Bill Viola, The Greeting,
Museo De Pont
Come sempre, chi ha già letto altre mie recensioni su musei lo sa, il mio occhio di riguardo va alle sezioni didattiche. De Pont offre un programma che spazia dall'arte alla poesia, toccando perfino la filosofia. Particolare attenzione è rivolta agli adolescenti. Basti pensare che il museo ha addestrato guide di 16/17 anni, quindi coetanee al visitatore, per parlare di arte come si farebbe con un amico. Bello no? E poi dibattiti, lezioni in classe e laboratori pratici a tu per tu con le opere della collezione.

Museo De Pont
 (sezione didattica)
Invitandovi quindi a fare un giro dalle parti di Tilburg vi do ancora un'ultima dritta. Come avrete già intuito, Tilburg ha un importante passato nel settore tessile, soprattutto per quanto riguarda la lana. Non potete quindi lasciare la città senza aver fatto tappa anche all'Audax Textielmuseum, museo del tessile in Goirkestraat 96. Qui, oltre a visitare il museo storico, c'è anche un laboratorio che coinvolge artisti e fashion designers, tutti impegnati ad esplorare le infinite possibilità del materiale e a svilupparne progetti che spesso si traducono in mostre.

Textielmuseum
Textielmuseum














Eccovi due link utili per scoprire i due musei: De Pont  e Audax Textielmuseum.

Infine colgo l'occasione per ringraziare Cornelis, Cicerone olandese di questa mia incursione a Tilburg.
Condividi questo post

giovedì 4 ottobre 2012

di Unknown

Ornaghi nomina Bartolomeo Pietromarchi Curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2013

Bartolomeo Pietromarchi
Finalmente dal MIBAC giunge l'attesissima fumata bianca per il nuovo Curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2013. Meglio tardi che mai... Ministro Ornaghi!

Trattasi di Bartolomeo Pietromarchi, attualmente direttore del MACRO di Roma e con una carriera alle spalle che lo ha visto prima direttore della sezione arte della Fondazione Adriano Olivetti, poi collaboratore del MAXXI.
Pietromarchi porterà una ventata di vera arte italiana a Venezia? Che sia talentuosa ma soprattutto che restituisca dignità al Padiglione? Noi crediamo e speriamo proprio di si. Certo i tempi sono davvero stretti. 
Intanto il Mibac in una nota del 3 ottobre dichiara: Il Ministro, Prof. Lorenzo Ornaghi, nell’apprezzare assai positivamente il livello culturale delle proposte pervenute, ha sottolineato il valore complessivo del progetto di Bartolomeo Pietromarchi. Tale progetto potrà rappresentare in modo significativo il ruolo dell’arte italiana contemporanea nel quadro dei cambiamenti, estesi e profondi, che caratterizzano questa fase storica del nostro Paese.

Caro Pietromarchi non Le rimane che rimboccarsi le maniche e gettarsi a capofitto nel progetto. Auguri!
Condividi questo post
di Unknown

Erwin Wurm e la manipolazione del reale attraverso semplice e sano humor

Improbabili punti di ancoraggio, case ciccione o esageratamente slim, macchine obese, strani maglioni che nascondono forme in espansione, teste e mani talmente curiose da perdersi nei corpi altrui, forme e volumi pompati e sgonfiati come fossero palloncini ad elio, tir che prendono una brutta piega...Erwin Wurm gioca con la fantasia non solo platonicamente. 

Erwin Wurm, Fat House

Erwin Wurm, Camion

E' come se, durante il processo creativo, l'artista austriaco fosse colto da attacchi schizofrenici che all'improvviso lo spingono verso variazioni destabilizzanti. In tutta la sua produzione si nasconde un'azione non ordinaria che ha un tempo sia perenne che istantaneo. Una casa in bilico sul tetto di un palazzo, bloccata ma che sta per schiantarsi al suolo. Corpi su muri agganciati come quadri che da un momento all'altro cadranno. Abbinamenti inaspettati e dimensioni relative si combinano di volta in volta.

Rewin Wurm, House Attack

One Minute Sculptures, questa la definizione dei suoi lavori, a metà tra sculture temporanee e installazioni precarie immortalate dal mezzo fotografico, affrontano di petto la realtà e, servendosi di oggetti d'uso quotidiano e familiari, la stravolgono attraverso un unico media: sano e semplice humor.

Erwin Wurm, one minute sculpture

Consiglio: divertitevi a cercare altre foto dei suoi lavori sul web. Se poi avete voglia di trovarvi faccia a faccia con i lavori di Wurm, sappiate che sono parte di prestigiose collezioni. In Italia, ad esempio, lo troviamo nella Collezione del Centro per l'Arte Contemporanea Pecci di Prato.
Condividi questo post

mercoledì 3 ottobre 2012

di Unknown

Intelligenza collettiva delle formiche e modelli di crescita sociale ed economica. Rapporto di Luana Perilli

La prima, la più grande, era stata esposta al MACRO Testaccio di Roma, nella mostra Re-generation. Ora la seconda, di dimensioni più ridotte, campeggia nel centro della romana The Gallery Apart per la mostra 108 (spontaneous collective in thoughtless awareness).

Luana Perilli, 108
 The Gallery Apart

Si tratta di teche in vetro contenenti ecosistemi improbabili ma reali. Mondi a parte in cui mobili dal design anni '50 fungono da nidi per colonie di formiche tessitrici. A realizzarle è Luana Perilli, artista romana  mai scontata e sempre inaspettatamente diversa da se stessa. 
L'avevamo conosciuta sempre presso il MACRO, questa volta nella sede di via Nizza, con l'affascinante intreccio emotivo di The man of the Season, un video nato dalla riflessione sullo schema proppiano della fiaba. 

Luana Perilli, 108
 The Gallery Apart

Ora l'analisi invece coinvolge la sociobiologia, approfondendo in chiave artistico scientifico modelli eusociali di animali, in particolar modo quello della formica. Partendo dall'intelligenza collettiva che contraddistingue l'insetto meglio conosciuto dall'uomo, la critica si rivolge all'attuale crisi dei modelli di crescita sociale ed economica.

Luana Perilli, 108
 The Gallery Apart
(frame dal video)

Come sempre l'approccio alla materia avviene per vie diverse ma tutte collegate tra loro: dalle teche installazioni agli studi svolti su fogli di quaderno, dagli appunti grafici sul design al video spot degli anni '50 montato su un sottofondo tipico di Bollywood.

Luana Perilli? Artista da tenere sott'occhio!

Per maggiori info sulla mostra eccovi un link

Condividi questo post

martedì 2 ottobre 2012

di Unknown

Richard Artschwager da Gagosian Gallery

Nome impronunciabile dell'artista e arte altrettanto difficile da favellare. Ma ci proviamo. 
Certo non ci aiuta la mostra presso Gagosian Gallery, come sempre molto molto minimal, ma se non altro in linea con l'artista che espone.

Richard Artschwager, Gagosian Gallery, Roma

Cominciamo con qualche informazione sull'artista. Richard Artschwager, un destino già tutto nel cognome, statunitense, classe 1923, nasce a Washington ma vive e lavora a New York. Ha mosso i suoi primi passi nel mondo dell'arte intorno ai primi anni '50, proprio mentre la Pop Art e la Minimal Art mettevano definitivamente KO il concetto di arte unica e irripetibile.
Il suo lavoro è stato spesso ricollegato alle due correnti artistiche, alla Pop Art per la funzionalità degli oggetti e per l'uso di materiali commerciali e industriali; alla Minimal Art per il suo linguaggio geometrico e asciutto. Ma le due correnti non sono sufficienti per spiegare la sua ricerca poliedrica e zeppa di rimandi. 

Richard Artschwager, Gagosian Gallery, Roma

Procediamo dunque per punti.

Arredamento d'interni: I suoi lavori sono un ibrido tra mobili di design e sculture vere e proprie.
Materiali sintetitici:i suoi preferiti sono fòrmica e celotex.
Punti escamativi, interrogativi e parentesi: sicuramente vi sarete già imbattuti in queste sculture, gigantografie 3D dei segni di interpunzione, riprodotti con materiali morbidi o solidi. 

Nella mostra di Roma Artschwager riprende un filo concettuale iniziato con Piano (1965). Come scritto nel comunicato stampa "gli straordinari pianoforti di Artschwager sostengono una confusione attentamente orchestrata tra pittura e scultura e ci ricordano che siamo nel regno dell'arte e non nella realtà".

Richard Artschwager, Piano Malevich, 2012
(Courtesy Gagosian Gallery)

La musica e le sue partiture entrano nel mondo di quest'artista per essere scompaginate con variazioni minime. Ad esempio i tasti bianchi, riprodotti sui parallelepipedi ricoperti in formica, hanno dimensioni diverse (fa, sol e la sono più grandi rispetto a do, re, mi e si); i pedali dei pianoforti ora sono tre, ora due. Tanto quanto basta per fuorviarci ancora una volta.
Sempre dal comunicato stampa: "Nel sorprendente universo metaforico di Artschwager, nulla è mai soltanto un'unica cosa (...) un pianoforte è al tempo stesso un mobile, una scultura e un'immagine".

Il suo lavoro è sempre rimasto ancorato all'ambiguità della percezione, nell'interazione tra osservazione e illusione. Oggetti solo apparentemente riconoscibili che stuzzicano i piani dello sguardo e della mente.
Condividi questo post