martedì 13 novembre 2012

di Unknown

VideoPost | Finissage letterario per StereotiPOP

Sabato sera siamo stati al Finissage della seconda edizione di StereotiPOP, una collettiva ospitata presso un nuovo spazio adibito all'arte in quel di Pescara
BR1 Cultural Space è una suggestiva palazzina settecentesca nel borgo di Montesilvano colle, ristrutturata ed adibita a galleria dall'imprenditore e mecenate Bruno Peca. Lo spazio è diretto dall'artista neo pop Pep Marchegiani coadiuvato dal curatore Alessio Sarra.

BR1 Cultural Space
StereotiPOP è la terza iniziativa dall’apertura del nuovo spazio a luglio, dopo la personale di Pep Marchegiani e la collettiva Inside Marilyn. 17 artisti provenienti da tutta Italia, dall'inconfondibile stile pop, hanno presentato una serie di lavori che indagano, denunciano e mettono alla berlina stereotipi, clichè, congetture e luoghi comuni.

Vania Elettra Tam, La nascita di Venere, olio su tela, 2008
Ritroviamo un sottile e amaro humor alla Desperate Housewives nelle opere di Vania Elettra Tam che cattura lo sguardo con la sua Venere, ahimè sostenuta non da una conchiglia ma da un bidet, nascente non dalla spuma del mare ma dalla schiuma depilatoria, sospinta dall'aria di un phon e non dal soffio fecondo di Zefiro. Casalinghe che cercano di fuggire dall'immagine di se stesse tramite versioni domestiche dei miti del cinema e dell'arte.
La quotidianità appare come un gioco in cui tutto è possibile e tutto può accadere, nell'ottica, dall'inconfondibile stile Lego, di Stefano Bolcato.
Naturalmente non potevano mancare le opere di Pep Marchegiani sempre irriverente quanto basta e produttore inesauribile di visioni alternative a quelle stabilite dal potere politico, economico e sociale. 

Maura Chiulli
La bella collettiva è stata salutata da un reading letterario che ha visto protagonista Maura Chiulli, la scrittrice pescarese autrice di Maledetti froci & maledette lesbiche e altri importanti testi in materia di omofobia (a breve tornerà nelle librerie con un nuovo romanzo).
Con la stessa irriverenza e intelligenza degli artisti presenti in mostra, Maura ha raccontato gli stereotipi che generano pregiudizi (mal)velati dall'ipocrisia.


Eccovi un video della serata, connubio perfetto tra Arte e Letteratura.






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sabato 10 novembre 2012

di Unknown

New Art | Tomaso Marcolla e l'ironica serietà dell'arte

Tomaso Marcolla non gira mai intorno ai concetti, punta dritto al senso e non senso di ciò che intorno a noi accade. La sua produzione è una contaminazione tra grafica, arte pittorica, arte digitale e illustrazione.
I suoi collage sono sipari in acrilico che mandano in scena realtà naturali: un fiore, un paesaggio o un intreccio di rami. La stampa fotografica sembra disperdersi nell'acrilico e viceversa. Sembra quasi che una strana pozione stia sciogliendo i colori dinanzi ai nostri occhi. 
La sua produzione grafica a penna ed acquerello sembra essere il dettato visivo di un occhio che scruta il mondo e i suoi oggetti del quotidiano con scrupolosa cura.

T. Marcolla, Mela_inavado,
2006, foto e computer grafica

Ma la parte più interessante del lavoro di quest'artista, quella che ci restituisce le contraddizioni e assurdità della nostra civile società, si nasconde in una serie di  vignette. Un mix tra foto e computer grafica, forti immagini d'impatto visivo e concettuale, che senza equivoci ci spingono ad una riflessione ben precisa. Il gioco è imbastito tutto su semplici e mai scontati accostamenti soppesati con ironica serietà.

T. Marcolla, War, 2007,
foto e computer grafica
War, la sua composizione di proiettili non anonimi, è un quadro amaro delle intenzioni umane che smuove le coscienze e nel contempo un invito alla presa di responsabilità.
La sua matita stretta in vita da un etichetta di censura è più eloquente di uno sciopero di logorroici giornalisti.
La sua Mela_invade è più forte e comunicativa di qualsiasi prima pagina di stampa: una mela rossa, che simboleggia il mondo, e due morsi dalle sembianze di militari che avanzano muniti di mitra. Non a caso quest'opera grafica è stata utilizzata per promuovere una commedia sui diritti umani e ha ottenuto il primo premio nella sezione grafica dei “Best artist 2009” organizzati dal Muvac, Museo Virtuale Arte Contemporanea.

Se è vero che l'arte contemporanea produce prima di tutto simboli, le immagini confezionate da Marcolla potrebbero essere etichette simboliche del nostro tempo. 

Per saperne di più sull'artista e i suoi lavori vi invito a fare un giro sul suo sito.
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Tomaso Marcolla, Diplomato all'Istituto d'Arte di Trento ha iniziato l'attività di grafico nel 1985.Attualmente è impegnato nel campo della grafica, si occupa inoltre di prodotti multimediali. Socio dell'AIAP "associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva". Membro del BEDA "Bureau of European Designers associations". All'attività professionale di grafico, abbina l'attività artistica con una variegata produzione che spazia dagli acquerelli agli oli, dalla fotografia all'acrilico, dalle vignette ai lavori grafici fino alla computer grafica. Ha già vinto Premi, esposto in numerose collettive ed ha allestito personali in diverse gallerie e spazi pubblici. 
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giovedì 8 novembre 2012

di Unknown

Maya Zack e il suo mondo fatto su misura

Still from the video Black and White Rule,  2011 
one channel HD video, duration:17:45 min
(courtesy by gallery)

Di quest'artista israeliana ho apprezzato in primo luogo l'eleganza nascosta tra l'immagine docile di una donna e l'azione ripetitiva e ossessiva di misurazione. Mi ha affascinato la precisione maniacale e il suo bagaglio pratico fatto di equazioni, immagini di archivio e diagrammi che si amplificano nell'alternarsi di rumori strumentali e silenzi mentali. Una sorta di scienza precisa per ordinare la confusione del mondo reale. 

Still from the video Mother Economy,  2007,
one channel HD, duration:19:45 min

(courtesy by gallery)
Still from the video Black and White Rule,  2011 
one channel HD video, duration:17:45 min
(courtesy by gallery)


Maya Zack è ospite della galleria Marie-Laure Fleisch di Roma con un'installazione plurilinguistica nella mostra Made to Misure. Ad accogliervi troverete un asettico ufficio pieno di scatole di cartone, alle pareti disegni su carta di varie dimensioni che appaiono con le stesse sembianze e freddezza di tono degli studi scientifici o rilievi post crimine. Un video, Black and white rule (2011), che vi manterrà con il fiato sospeso per tutta la durata, in attesa di un istante continuamente rinviato e algebricamente preannunciato. Nella Project room della galleria ritroviamo la stessa compulsiva misurazione ma in un ambiente domestico, nel video Mother Economy (2008). 
Finito e infinito sono gli estremi del linguaggio di quest'artista, che indagando meticolosamente l'immagine, la forma e il concetto di realtà, non fa altro che metterne in discussione l'esistenza. Una formula che spinge l'osservatore nuovamente verso il caos da cui si è partiti. Un po' come tutte le scienze che, arrivate al loro momentaneo e precario limite, osano guardare oltre, con una tensione che muove verso l'infinito.

Made to Misure fa parte del progetto About Paper. Israeli Contemporary art, a cura di Giorgia Calò.

Per maggiori info vi rinvio al sito della Galleria Marie-Laure Fleisch.
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martedì 6 novembre 2012

di Unknown

Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per festeggiare Obama o Romney?

Torino è nel pieno della sua art week, tra Artissima, Photissima e The Others Fair. Ma questa sera un evento particolare avrà luogo alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Mentre tutto il mondo aspetta di svegliarsi dinanzi al suo caffè con il nome del nuovo Presidente americano sbattuto in primissima pagina e speciali sui TG, la fondazione ha deciso di movimentare l'attesa con un happening per poter assistere in gruppo allo spoglio dei voti. A partire dalle 22,00 di questa sera, con ingresso gratuito previa registrazione, chiunque potrà partecipare all'evento. Per l'occasione anche un buffet in pieno stile americano, in linea con la mostra in corso a cura di Mario Calabresi e Francesco Bonami dal titolo "For President"
Quale? Obama o Romney?  
Noi lo scopriremo soli soletti a casa nostra.
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lunedì 5 novembre 2012

di Unknown

NewArt | Diego Perucci e la sua poetica semplicità

Diego Perucci, in arte Don Manuel Bueno Martire, è un artista essenziale. 

E' questa la primissima impressione che si ha guardando i suoi lavori. Dal suo curriculum vitae scopriamo che è anche una sorta di scrittore in erba.

Uait, tecnica mista, 2011
In effetti, un po' in tutti i suoi lavori, sembra nascondersi una storia che attende di essere raccontata. Quella che ognuno di noi immagina dinanzi a due occhi che si perdono nel bianco di un fondo monocromo, o negli occhi di un cane, Otto, che ci guarda silenzioso, quasi a volerci ipnotizzare. 

Otto, tecnica mista, 2012
In alcuni suoi dipinti, soprattutto nei paesaggi, il mondo sembra perdere il suo equilibrio e dilatarsi. Dell'uomo non rimane che la silhouette. Spesso sembra di sfogliare un libro illustrato di favole contemporanee fatte di partenze e approdi in luoghi della memoria. Dinanzi alle sue quattro piccole sedie color cielo si ha la voglia irresistibile di sedersi e prendersi una pausa dal quotidiano.

Sedie, tempera su legno, 2011
E poi ci sono i motivi a metà tra pattern anni '70, linee nere sinuose dal sapore art nouveau e labirintici tratti alla Keith Haring che si mescolano e si accordano con naturalezza su qualsiasi tipo di supporto, perfino su violini chitarre.
Diego ci ha colpiti per la sua poetica semplicità!

Per saperne di più vi consigliamo di fare un giro sul suo sito.
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Diego Perucci è nato a Brescia nel 1985. Si è diplomato al Liceo Classico Arnaldo di Brescia e ha conseguito la Laurea in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Siena. Vive e lavora fra Brescia e Siena. Dal 2008 è membro del Collettivo RAM di Brescia, gruppo di artisti e tecnici rivolto alla sperimentazione artistica del suono. Dal 2010 è Presidente dell’Associazione culturale RèSISTANCe di Siena, attiva nella ricerca, nella produzione artistica e nell'organizzazione di eventi. Nel 2009 è stato vincitore del "X Premio di Narrativa essenziale formiche rosse" di Siena. Ha già partecipato a diverse mostre personali e collettive.
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domenica 4 novembre 2012

di Unknown

Le gallerie di New York devastate dall'uragano Sandy


Gagosian Gallery  letteralmente inondata e una scultura di Henry Moore che vi galleggia, mentre alcune lastre di Carl Andre si asciugano sul marciapiede dinanzi alla Paula Cooper Gallery. 
Sembra un'installazione di strada ma non lo è affatto. 

Sandy ha inflitto un duro colpo anche sulle gallerie di New York che all'indomani dell'uragano si sono risvegliate al buio, con opere devastate dall'acqua e dal fango. Molte esposte sui marciapiedi in attesa di scrollarsi di dosso le tracce della tempesta. 

La notte del 29 ottobre scorso il fiume Hudson ha rotto gli argini e con una potenza inaudita ha invaso tutte le strade di Manhattan. Molte gallerie, malgrado le precauzioni, sono state duramente colpite. Per capire la portata del danno, basti pensare che nella zona di Chelsea, una delle più colpite, in dieci isolati si concentrano circa 300 gallerie.
Tra la 30ma e la 14ma strada, erano presenti alcuni dei nomi più prestigiosi del panorama internazionale: David Zwirner, Leo Koenig, Zach Feuer, Gasser and Grunert, Nicole Klagsbrun, Tina Kim Gallery, Marc Jancou e molti altri.  
Oggi al Moma ci sarà un importante incontro per tutti i galleristi, per capire meglio come conservare le opere danneggiate dalla furia di Sandy.

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di Unknown

Mimmo Paladino e la sua croce gigante a Firenze

Firenze affascina ogni volta che i suoi tesori del passato si affacciano sui sagrati e sulle piazze. Stupisce quando il contemporaneo piomba all'improvviso e la rende più accattivante che mai. 

(photo ANSA)

Da ieri non si fa che parlare della grande installazione di Mimmo Paladino in Piazza Santa Croce, ideata e realizzata in occasione di Florens 2012. Un simbolo reinventato in pieno stile paladiniano. Non una croce che relega l'uomo alla sola contemplazione, ma un percorso vero e proprio. Un cammino tra rocce di marmo di Carrara fortemente legate alla cultura che in tutti gli angoli della città si respira ancora.  Un'inusuale  interazione nasce dalla praticabilità dell'opera e dai rapporti spaziali che si combinano di volta in volta. Inoltre il passante può lasciare la propria impronta nei grandi blocchi, così l'opera si completa man mano, grazie a chi decide di viverla. Una croce sotto il cielo che fa da pendant ai tre crocifissi lignei di Donatello, Michelangelo e Brunelleschi, che per l'occasione sono esposti nel Battistero.

Un dialogo tra antico e contemporaneo che resterà visibile per la durata di Florens, fino all'11 novembre.
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