lunedì 11 luglio 2011

di Unknown

In scena vita e morte di Marina Abramović

photos: Lucie Jansch
Artista poliedrica e sempre oltre la barriera che separa l'usuale dallo straordinario, sacerdotessa della performance art, Marina Abramović ancora una volta ci stupisce.
Questa volta  lo fa in teatro, portando in scena un racconto epico e quasi fantastico dei suoi travagli professionali e privati nell'ambito del Manchester International Festival a Salford.

The Life and Death of Marina Abramović, diretto da Robert Wilson, racconta la vita dell'artista dalla sua infanzia in Serbia ad oggi. Il tutto sulle note incisive composte ed interpretate da Antony Hegarty. La pièce teatrale, oltre all' Abramović stessa ed un cast di performer internazionali,  ha come protagonista anche Willem Dafoe.

"The Life and Death of Marina Abramović è un ottimo esempio di ciò per cui il MIF è stato creato - è un lavoro di alcuni tra i maggiori artisti del mondo"
Ha dichiarato Alex Poots, Direttore del Festival iniziato il 9 luglio e che andrà avanti fino al 16 luglio.

Eccovi le foto della prima del 9 luglio, scovate su un blog inglese (clicca qui).

photos: Lucie Jansch 
photos: Lucie Jansch

photos: Lucie Jansch


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domenica 10 luglio 2011

di Unknown

Ti presento Serena Riglietti, matita italiana di Harry Potter

Serena Riglietti
In attesa dell'ormai imminente uscita nelle sale italiane dell'ultimo film Harry Potter e i doni della morte, parte 2, al cinema dal 13 luglio, ci piaceva l'idea di accogliere il maghetto quattrocchi più osannato dalla critica e dall'editoria, raccontandovi di un'italiana che lo conosce davvero a pennello.

Trattasi di Serena Riglietti, illustratrice italiana di Harry Potter fin dal 1998, ai tempi di Harry Potter e la pietra filosofale, primo volume della fortunata saga. 


Poi arrivarono anche Harry Potter e la camera dei segreti, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il calice di fuoco, Harry Potter e l'ordine della fenice.

Ma la trascrizione grafica delle vicende raccontate non sono mai prive di inventiva e tracce personali. Ad esempio nel 1998 la prima copertina presentata alla Rawling, l'autrice, già si faceva notare per il copricapo scelto dalla Riglietti per il suo Potter. Dello strano cappello a forma di testa di topo non vi era alcuna traccia nel romanzo.

S. Riglietti, Harry Potter e la pietra filosofale

La Riglietti ha sempre da aggiungere ai personaggi che le sono proposti. E' quel pizzico di sale in più che rende speciale un piatto. Quasi come volesse fabulare anche lei, lasciando in libera uscita i pensieri fantastici che ognuno di noi fa quando la mente ancora non si scontra con i limiti imposti dal reale, quando si è ancora bambini. Ogni sua scelta però, sempre ponderatissima, nasconde sempre un perché. 
Lei stessa come si legge nella suo personal site, svela:
"Se i giochi dell’infanzia servono per conoscere il mondo, proseguirli ‘da grandi’ significa conoscere la libertà di inventarne altre versioni [...] Io disegno per raccontare con i segni, i simboli e le metafore, e li utilizzo come se fossero parole"
Oltre alla combriccola dei maghi in erba di Hogwarts, la disegnatrice marchigiana ha dato un volto e nuova forza visiva anche ad altri personaggi fiabeschi. 

S. Riglietti, Il mago di Oz

La sua matita ha solcato con dovizia di particolari i voli di un Peter Pan verso la sua Isola che non c'è, le cadute oniriche quasi metafisiche di un Alice nel Paese delle meraviglie, le peripezie di Dorothy nel mago di Oz e tante altre avventure di rocamboleschi attori dell'immaginario collettivo. 
Tutte opere nate dalla collaborazione con varie case editrici italiane e straniere fra cui Grimm Press, Simon e Shuster, Fabbri, Mondadori, Ta Chien Pubblishing e Salani (quest'ultima per Harry Potter).
Racconti visivi dell'artista tutti riuniti nella recente mostra "Da Peter Pan a Harry Potter - sogni e disegni di Serena Riglietti", allestita presso la Rocca di Gradara, da gennaio a maggio scorsi.

Della Riglietti ci piace il suo sguardo disincantato ed elegante, il suo tratto limpido e fresco, le sue connotazioni iconiche, che rendono riconoscibile ogni sua creatura, come fosse figlia adottiva di una madre premurosa.

Per saperne di più e gongolarvi tra le tavole dell'artista vi rimandiamo al suo official site (clicca qui)
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di Unknown

Scatti d'arte con amore. Man Ray e i cinquanta volti di Juliet

M. Ray, fotografia, vintage print, 1946
 (fonte: www.fondazionemarconi.org)
Man Ray nel 1940 per sfuggire al pericolo nazista si trova in America e più precisamente ad Hollywood, dove incontra e subito si innamora della danzatrice Juliet Browner.
L’affascinante fanciulla di ventotto anni “dai lineamenti fauneschi e gli occhi a mandorla che le davano un aspetto vagamente esotico” (Man Ray) nel 1946 diventa sua moglie.
La cerimonia a Beverly Hills si moltiplica per quattro: anche Max Ernst e la pittrice Dorothea Tanning si sposano e i due amici si fanno da testimoni reciprocamente, come si evince da una memorabile foto di Ernst.

Dal 1941 al 1955 lo sguardo delicatamente morboso del fotografo artista più celebre del XX secolo, si posa su Juliet in maniera ossessiva.
Man Ray interviene sul volto e sul corpo di sua moglie, musa ispiratrice definitiva, con visioni di volta in volta nuove. Bastano un tocco di matita, un copricapo, un velo semitrasparente, un faccia a faccia con una maschera o un ricamo grafico  per rendere omaggio all'amore. Il tutto supportato dall'inventiva fotografica surrealista.

Conclusasi il 19 giugno l'ampia antologica al Museo d'Arte di Lugano, anche la Fondazione Marconi di Milano dedica una mostra a questo duetto artistico. The fifthy faces of Juliet raccoglie circa cinquanta fotografie  scattate dal Man Ray a sua moglie.
Per l'occasione l'editore Carlo Cambi e la Fondazione Marconi hanno pensato bene di pubblicare una riedizione anastatica del libro del 1981 che raccoglie tutti gli scatti della donna tanto amata da quest'artista.

La mostra, inaugurata il 9 giugno scorso, rimarrà aperta fino al 29 luglio. Consigliata a tutti coloro che non riescono più, o non sono mai riusciti, a comprendere che dietro ogni donna esiste un'infinità di sfaccettature. Scoprirle tutte è un'arte!
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di Unknown

L'arte contemporanea vola tutta verso il Qatar


Il piccolo ma ricco stato del Qatar è il più grande acquirente nel mercato internazionale di arte, soprattutto per quanto riguarda le occasioni più importanti dell’arte moderna e contemporanea degli ultimi sei anni. A rivelarlo è il "The Art Newspaper".

Attraverso un gruppo di consulenti preparati e grazie all’ acquisto diretto presso le aste, il Qatar starebbe puntando sulla realizzazione di una collezione di arte moderna e contemporanea di altissimo livello. 
Il tutto grazie anche all’ interesse di Shika Al Mayassa Bint Hamad Bin Khalifa Al- Thani, 27 anni, figlia dell’Emiro del Qatar. 

E. Dolman
Il mese scorso proprio lei ha annunciato che il presidente di Christie, Edward Dolman, in qualità di direttore esecutivo, collaborerà con il consiglio di amministrazione che già sovrintende i musei e le iniziative culturali del paese. 

Dolman lavorerà su acquisizioni d'arte per la crescente rete di musei, che sono diretti dallo storico dell'arte ed ex capo della Rhode Island School of Design, Roger Mandle. Secondo Dolman: 
"Il Qatar sta cercando di fornire una serie di entusiasmanti progetti culturali in tempo per la Coppa del Mondo del 2022
Nel settore contemporaneo, il Qatar ha già commissionato un importante progetto a Richard Serra, inoltre ha in programma una mostra per Jeff Koons e lo scorso anno ha già finanziato la mostra a Versailles di Takashi Murakami, mostra che sarà riallestita nel 2012 anche a Doha, capitale del Qatar. 

A causa dell'esistenza di accordi di riservatezza, commercianti e case d'aste non sono tenuti a rivelare le offerte che il Qatar ha fatto, ma si è parlato dell’agente francese Philippe Ségalot, la cui partnership Giraud, Pissarro, Ségalot (GPS) ha sede a Parigi e New York, come figura chiave nelle negoziazioni per molte delle acquisizioni. 

Le statistiche degli Stati Uniti danno le esportazioni culturali in Qatar come pari a $ 428.162.894 nel periodo dal 2005 ad aprile 2011, con un picco di $ 250.5m nel 2007, anno in cui il Qatar ha acquistato il "Rockefeller" RothkoWhite Center (Yellow, Pink and Lavender on Rose), per $ 72.8m. 
Inoltre è finita nelle mani del Qatar anche Lullaby Spring, di Damien Hirst per 9,2 sterline presso un'asta londinese del 2007. 
 

  
Il Rockefeller Rothko da Sotheby's acquistato dal Qatar nel 2007

Eccovi la lista stilata dal "The Art Newspaper" per le ipotetiche acquisizioni attribuite al Qatar: 


Il "Rothko Merkin": un affare da $ 310m con 11 Rothko venduti per ordine del tribunale ad un "acquirente non identificato" nel 2009, provenienti dalla collezione del finanziere J. Ezra Merkin, che è stato citato in giudizio a New York. Le opere sono state successivamente esposte presso il Garage Center for Contemporary Culture di Mosca, alimentando le voci, prontamente smentite, che davano come acquirente l’oligarca russo Roman Abramovich. Due fonti secondo molto affidabili, sostengono che le opere siano finite proprio in Qatar. 

La tenuta Sonnabend: $ 400m per la tenuta del famoso mercante d'arte, che comprende importanti opere di Lichtenstein e Koons. L'accordo è stato negoziato da privati ​​nel 2007-08, andando a GPS; più fonti hanno identificato il suo cliente come Qatar. Ségalot invece avrebbe dichiarato che "il gruppo è stato venduto a più di un cliente". 

La donazione Claude Berri: Un gruppo di nove opere di Ryman, Reinhardt, Morandi, Serra e Fontana promesso al Centro Pompidou di Parigi ma poi venduto dagli eredi del regista, per circa € 50m  al Qatar, attraverso Ségalot. 

The men in her life di Andy Warhol, opera del 1962, venduto per $ 63.4m da Phillips de Pury a New York nel novembre 2010, in una vendita orchestrata sempre da Philippe Ségalot. Quest'ultimo insiste sul fatto che l'opera sarebbe stata acquistata da un compratore americano. Ma una fonte che ha acquistato regolarmente da Ségalot avrebbe dichiarato che per le vendite che spesso avvenivano per mezzo della sua società statunitense, al compratore tecnicamente americano, corrisponderebbe in realtà un proprietario finale di qualsiasi nazionalità. 

Le Fonti ufficiali del Qatar hanno rifiutato di commentare i risultati pubblicati da "The Art Newspaper".

(Fonte:Georgina Adam and Charlotte Burns | From The Art Newspaper, July-August 2011
Published online 7 Jul 11)
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sabato 9 luglio 2011

di Unknown

VideoPost | Rosa Barba a Rovereto e Trento

Rosa Barba
L'arte della siciliana, tedesca d'adozione, Rosa Barba, classe 1972, è davvero unica nel suo genere.

Gira film in 16 e 35 mm con visioni semi-astratte ma, un attimo dopo, quasi dimenticandosi della funzione canonica della pellicola, della luce e del proiettore, li utilizza come materiali di un fare scultoreo dalle mille combinazioni. 
A questi lavori si aggiunge la forza delle parole inscritte su tele e feltri che rimandano a Kosuth e Wittgenstein

Per chi volesse conoscere meglio e più direttamente l'opera di miss Barba, vi consigliamo la personale Stage Archive, divisa tra il Mart di Rovereto e la Galleria civica di Trento. Avete tempo fino al 28 agosto per indagare su quest'artista dai mille volti, tramite una selezione di sue recenti opere a cui si aggiunge l'inedita installazione che comprende testi, film, oggetti scultorei e suoni che trasformano l’archivio futurista del Mart in un palcoscenico.

Nel frattempo eccovi un video:


Per maggiori INFO clicca qui
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martedì 5 luglio 2011

di Unknown

Cy Twombly è morto a Roma


Da qualche parte ricordo di aver letto che qualcuno asseriva di aver sentito la madre dell’artista raccontare che da bambino Cy, piccolissimo, ripeteva sempre: “Da grande andrò a Roma!”. 
Oggi, in un ospedale di Roma, Cy Twombly è morto all'età di 83 anni, malato da tempo per un cancro. 
A dare la notizia è stato Eric Mezil, direttore della collezione Lambert en Avignon.

Twombly giunge a Roma per la prima volta nel '52 accompagnato dall'amico Robert Rauschenberg e subito se ne innamora. Vi ritorna nel '57 per restare a lungo.
Non stupisce quindi il suo desiderio di essere sepolto nella città eterna, a cui era legato da ormai cinquant'anni, anche se ultimamente viveva a Gaeta.

Twombly ( vero nome Edwin Parker jr), nato nel 1928 a Lexington, Virginia, studia presso l'Art Students League di New York dal 1950 al 1951 dove incontra Robert Rauschenberg che lo conduce al Black Mountain College, dove conosce anche John Cage. Suoi maestri saranno Franz Kline, Robert Motherwell e Ben Shahn.



Liricità del segno, musicalità della pittura e candore scultoreo. L'opera di Cy è stata interpretata in diversi e mille modi ma rimane ancora un enigma dell’arte contemporanea. 
Il semiologo francese Roland Barthes parlò di una contrapposizione della scrittura con altri simboli grafici in grado di produrre la scossa che porta allo stato zen dell’illuminazione.
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di Unknown

60 artisti per Papa Benedetto XVI

(fonte: Ansa.it)
E' stata inaugurata ieri, alla presenza del Santo Padre, la mostra "Lo splendore della verità, la bellezza della carità".  
Nell'atrio dell'Aula Paolo VI, Benedetto XVI si è rivolto agli artisti presenti per ribadire il legame tra arte e fede dichiarando: 
"La Chiesa e gli artisti tornano ad incontrarsi, a parlarsi, a sostenere la necessità di un colloquio che vuole e deve diventare sempre più intenso e articolato".
Sua Santità si è poi soffermato sul titolo della mostra e quindi sulla complementarietà di verità e carità rispetto alla bellezza, rivolgendo ai presenti un caloroso appello: 
"E' proprio dall’unione, vorrei dire dalla sinfonia, dalla perfetta armonia di verità e carità che emana l’autentica bellezza [...] non scindete mai la creatività artistica dalla verità e dalla carità, non cercate mai la bellezza lontano dalla verità e dalla carità ma con la ricchezza della vostra genialità, del vostro slancio creativo, siate sempre, con coraggio, cercatori della verità e testimoni della carità; fate risplendere la verità nelle vostre opere e fate in modo che la loro bellezza susciti nello sguardo e nel cuore di chi le ammira il desiderio e il bisogno di rendere bella e vera l'esistenza, ogni esistenza, arricchendola di quel tesoro che non viene mai meno, che fa della vita un capolavoro e di ogni uomo uno straordinario artista: la carità, l'amore".
L'esposizione ha accolto, dopo un'attenta selezione, 60 artisti internazionali per festeggiare i 60 anni di sacerdozio di Ratzinger.
Sono rappresentate le discipline più varie, dalle arti figurative alla scultura, dall'architettura all'oreficeria, dalla musica ai bozzetti architettonici, dalla fotografia alla letteratura.

Tra gli artisti il brasiliano Oscar Niemeyer, maestro dell'architettura ormai ultracentenario, lo spagnolo Santiago Calatrava, lo svizzero Mario Botta, il greco Jannis Kounellis, gli italiani Ennio Morricone, Renzo Piano, Tullio Pericoli, Mimmo Paladino, Mario Ceroli, Paolo Portoghesi, Arnaldo Pomodoro.

L'apertura della mostra è stata accompagnata dalle note al pianoforte di Arvo Pärt, il cui spartito musicale è stato esposto al termine del percorso di visita. Commovente l'augurio al papa da parte del mondo del cinema italiano tramite il video Guardando oltre,  a cura di Pupi Avati, in cui compare anche il papa stesso quando sessant'anni fa fu ordinato sacerdote.
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