giovedì 6 settembre 2012

di Unknown

Galleria Gallerati: Land Market di Stefano Parrini




E' già tutta nel titolo della mostra la poetica di Stefano Parrini
La serie Land Market, presentata alla Galleria Gallerati dal 28 giugno al 5 settembre (in realtà ancora visitabile fino a lunedì prossimo), racchiude una visione della terra in cui l'uomo non è contemplato, o meglio un luogo in cui l'unica accoglienza possibile è rivestita, prima ambiguamente e poi più esplicitamente, da una minacciosa ambientazione che restituisce il conto in sospeso. 

E' una storia di violenza e potere che, tramite la messa in mostra dei danni, riscatta il silenzio passivo della natura sopraffatta dal progresso incurante.
Si parte con la visone di un carrello da supermarket vuoto, posizionato come punto di partenza di un'azione ripetitiva e quasi compulsiva, sempre usurpatrice della natura. 
Man mano che il carrello avanza nella composizione fotografica, dall'apparente serenità di un campo fiorito, due generose e placide mucche al pascolo ed innocue zolle di terra smosse si passa a cieli minacciosi, tronchi dal verticalismo esasperato, bottiglie di plastica e macchie di sangue su candidi manti nevosi. Nell'ultima immagine con i palloncini neri la denuncia si fa esplicita e ancora più urgente e inquietante.

Per saperne di più sull'artista vi rimando al suo sito. Per un'amara resa dei conti con la natura, velata però da sarcasmo ed ironia, tipici ingredienti dell'autore, non vi resta che fare un salto in via Apuania 55, a Roma.

Stefano Parrini, Land Market
(courtesy by Galleria Gallerati)

Stefano Parrini, Land Market
(courtesy by Galleria Gallerati)

Stefano Parrini, Land Market
(courtesy by Galleria Gallerati)

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mercoledì 5 settembre 2012

di Unknown

VideoPost | Al Giappone il Leone d'oro della Biennale d'Architettura 2012

(photo: Domus Web)
L'architetto Toyo Ito ha affascinato tutti alla 13. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Il suo progetto sta con i piedi ben saldati a terra, una terra che ha visto e vissuto la tragedia dello tsunami nello scorso marzo. Il Giappone presenta il suo domani ripartendo dall'architettura e dai luoghi di un passato che sembrava perso per sempre. Il tema del padiglione è "Qui l'architettura è possibile?". L'installazione presentata alla Biennale rappresenta un "Sì" grande come una casa.

Ci sono senso pratico, minima preoccupazione estetica e valori primitivi per un'architettura che svela le sue forme essenziali. Come afferma Ito stesso in questa intervista
"Quando gli esseri umani si ritrovano davanti ad una tale catastrofe ritornano ad avere un certo tipo di purezza, cominciano a rimettersi insieme per cercare di creare di nuovo una comunità e per ritrovarsi"
200 modellini di strutture possibili, di cui 130 esposti a Venezia, segnano l'iter progettuale di Toyo Ito ed altri tre giovani architetti giapponesi, Kumiko InuiSou Fujimoto Akihisa Hirata, per arrivare a creare un edificio che realmente sarà realizzato nelle zone colpite dallo tsunami.

Home for all, questo il nome del progetto giapponese, ha preso il via grazie al confronto con le persone, le loro esigenze e loro desideri. Una sorta di case-palafitte costruite con i tronchi risparmiati dalla furia dello tsunami sono un esempio di casa razionale, ecologica e che nella ricostruzione metabolizza anche i traumi della tragedia.
Il Giappone ha colto a pieno il concetto di Common Ground richiesto dal Presidente della rassegna di quest'anno, David Chipperfield.

(La Biennale Channel)


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martedì 4 settembre 2012

di Unknown

Sgombero definitivo per il Tacheles di Berlino

(General-anzeiger)
Questa mattina alle 8 in punto, Linda Cerna ha consegnato le chiavi della Kunstaus Tacheles all'ufficiale giudiziario Olaf Schmalbein. Un semplice gesto che pone fine alla vita artistica di uno storico palazzo di Berlino, a metà tra centro sociale e casa d'arte.

Solo una decina di agenti di polizia per effettuare uno sgombero giusto solo dal punto di vista legale. Interessi di privati contro cui la politica non ha attuato un piano di vera e sentita salvaguardia, considerando l'anima e il cuore da sempre anarchico del centro. Non stupisce quindi che l'unica voce alzatasi in merito sia stata quella del Segretario alla Cultura Andrè Schmitz e solo per dichiarare testuali parole:
" Il Tacheles non può essere salvato. Dobbiamo accettare che si tratta di controversie tra privati"
L'edificio, divenuto polo artistico all'indomani della caduta del muro di Berlino, contenitore di molta controcultura berlinese, molto probabilmente sarà raso al suolo per costruire un nuovissimo e moderno edificio per ospitare un albergo.

Molti degli artisti, che qui hanno ancora il loro studio e laboratorio, si trasferiranno a Neukolln, quartiere in espansione nella zona sud di Berlino.
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di Unknown

VideoPost | Metamorfosi di capelli da Bangkok

Imhathai Suwatthanasilp (The Nation)

Cotone, lana, seta, ràfia, corda, lino, canapa o juta... I filati da utilizzare per l'uncinetto possono essere davvero tanti ma il mondo dell'arte contemporanea non smette mai di stupirci. E' il caso di Imhathai Suwatthanasilp, artista thailandese che, da quando suo padre in fin di vita perché malato di cancro, le ha lasciato in eredità la sua treccia di capelli, non ha mai smesso di sferruzzare con essi ed ogni volta conferendo alle sue creazioni valori simbolici e poetici: una federa per un cuscino, un involucro per souvenir della Tour Eiffel, l'Arco di Trionfo e La Cattedrale di Notre Dame.
Le sue opere possono essere ammirate, fino al 30 settembre, nella mostra in corso alla Galleria d'Arte Moderna Ardel a Bangkok, nel quartiere Thawee Wattan.
La mostra Hair for Hope: The new Beginning presenta i suoi ultimi lavori: farfalle ad uncinetto realizzate con i capelli di pazienti sottoposti a chemioterapia.

Immagini scultoree leggere che raccontano le strane metamorfosi della vita e tutta la sua fragilità. I capelli caduti, simbolo di malattia, sono però trasformati in opere d'arte, icone di speranza.

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lunedì 3 settembre 2012

di Unknown

Il cinema per l'Abramovic a 360°

Giada Colagrande, Marina Abramovic, Willem Dafoe
"il cinema é qualcosa di familiare: da ragazzina a Belgrado quasi scappavo di casa per andare in una specie di cineclub dove vedevo tutti i film di Kurosawa, Bergman, Visconti, Antonioni, De Sica, mentre al massimo a casa mia si vedevano in tv i discorsi di Tito e i film di guerra. Amo il cinema d'autore, detesto i film commerciali americani, sempre così ripetitivi" (fonte: ANSA.it)
A dichiararlo è Marina Abramovic, l'artista e performer serba impegnata in questi giorni alla Biennale di Venezia, per la 69° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, in qualità di giurata (con lei Laetitia Casta, Peter Ho-Sun Chan, Ari Folman, Matteo Garrone, Ursula Meier, Samantha Morton, Pablo Trapero e presieduta da Michael Mann)

Ma il 1 settembre, in una delle Giornate degli Autori, a Venezia è stato proiettato un film d'eccezione che la riguarda da vicino: Bob Wilson's - Life and Death of Marina Abramovic della giovane italiana Giada Colagrande.

Una sorta di documentario sull'omonimo spettacolo teatrale (di cui Blarco aveva già parlato in questo post). La macchina da presa segue l'incontro e la collaborazione di quattro artisti: il regista Robert Wilson, la Abramovic, il cantante-compositore Antony Hegarty e l'attore Willem Dafoe. Eccovi un bel video del film trovato su YouTube.

Ancora una volta la Abramovic fonde stili, linguaggi artistici e piani differenti su cui la vita scorre.

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di Unknown

XXXIX Premio Sulmona 2012: il caso Sgarbi, il vincitore, le foto e il video dell'evento

Parte della Giuria del XXXIX Premio Sulmona
da sx Giorgio Seveso, Vittorio Sgarbi, Chiara Strozzieri (foto Zac 7)
Come detto nel precedente post riguardo il XXXIX Premio Sulmona, tutti ci aspettavamo anche l'arrivo del noto critico d'arte Vittorio Sgarbi che però, durante l'inaugurazione, non si è fatto vivo. A quanto pare è giunto al Polo Museale Diocesano solo domenica mattina e a riflettori già spenti, provocando il disappunto degli altri critici giunti a Sulmona dalle 17,30 del pomeriggio precedente.
Secondo "Abruzzo Web", considerando il ritardo, non gli sarebbe stata data la possibilità di votare. Immaginate la reazione del calmo e pacatissimo Vittorio...

Alla fine sembra essersi risolto tutto per il meglio, con voto accettato e breve giro di perlustrazione nel Sulmonese, tanto quanto basta per scatenare il bel ciuffo ed accendere una seconda polemica.
Sempre secondo "Abruzzo Web", in seguito alla visita della prestigiosa Abbazia di Santo Spirito al Morrone, il critico avrebbe avanzato disappunto riguardo gli indennizzi post-sisma per gli edifici storici:
"Se lo stesso indennizzo - ha detto - viene dato a un edificio che si trova all'Aquila e uno che si trova a Sulmona, si può dire che quest'ultima sia privilegiata rispetto al capoluogo abruzzese".
"Alla fine - ha concluso Sgarbi - abbiamo mangiato un buon piatto di spaghetti e visitato chiese bellissime. Splendido l'eremo di Celestino, anche il territorio merita di non restare nell'anonimato" (Abruzzo web)
Empedocle Amato, Stazione di notte, 2009
Al di là delle facili polemiche e scaramucce tra critici e addetti ai lavori vi annunciamo che il vincitore della XXXIX Edizione del Premio Sulmona è Stazione di notte, un olio su tela del neorealista Empedocle Amato.

Per voi la galleria di foto e il video dell'inaugurazione del 1 settembre con gli interventi del Presidente e Vice Presidente de "Il Quadrivio" Giuliano Presutti e Raffaele Giannantonio, il Sindaco di Sulmona Fabio Federico, l'On. e Imprenditrice di Sulmona Paola Pelino, la Vice Presidente della Provincia dell'Aquila Antonella Di Nino, gli storici e critici d'arte Giorgio Di Genova, Toti Carpentieri e Duccio Trombadori.




Servizio fotografico realizzato da Silvia Lucantoni
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domenica 2 settembre 2012

di Unknown

Premio Sulmona: Sgarbi assente ma i critici d'arte non mancano

Inaugurazione XXXIX Premio Sulmona

La XXXIX edizione del Premio Sulmona ha aperto i battenti sotto un cielo plumbeo, non solo in senso metereologico. Durante la cerimonia di apertura, i primi interventi degli addetti ai lavori hanno ribadito a lungo le problematiche economiche che negli ultimi anni hanno reso sempre piú difficoltosa la realizzazione dell'evento. Anche quest'anno niente premi in denaro per i tre vincitori, il che non porterà a nessun tipo di nuova acquisizione per la Pinacoteca di Arte moderna e contemporanea del Polo Museale Diocesano di Sulmona

Franca Minnucci (presentatrice dell'evento)
e  l'On. Paola Pelino
Il sindaco della città, Fabio Federico, si scusa per non aver potuto metter mano al portafogli, ma in questo periodo di crisi, le priorità per le giunte comunali sono altre. Se non altro ci ha messo la faccia. L'On.Paola Pelino, dell'insigne Fabbrica di confetti Pelino, ribadisce l'urgenza di promuovere il Premio e pubblicamente si impegna ad occuparsene rivolgendosi al Ministero dei Beni Culturali. Almeno per ora non ci resta che concederle il beneficio del dubbio, ma ci chiediamo come mai non l'abbia già fatto. 

Toti Carpentieri, Gaetano Pallozzi, Giorgio Di Genova

Gaetano Pallozzi, Duccio Trombadori

I critici di spicco presenti, Giorgio Di Genova, Duccio Trombadori e Toti Carpentieri, rinnovano il loro affetto nei confronti del Premio Sulmona e del suo ideatore segretario Gaetano Pallozzi, ed invitano gli imprenditori locali a rissolevare le sorti del Premio facendo da sponsor. Grande assente, ospite d'onore tanto declamato sulle locandine, Vittorio Sgarbi, Presidente di giuria. Ci auguriamo di vederlo per la Premiazione del 29 settembre

Una delle opere in concorso
Paola Grizzi, Improv-viso, 2012
Traspare passione, affetto, amore per l'arte e voglia di continuare in questo Premio di periferia che, con il tempo e la costanza, ha guadagnato peso e prestigio nel panorama italiano.
Nel 2013 compirà 40 anni, un'età in cui il fascino e la maturità procedono di pari passo con la volontà e il dovere di rinnovarsi.
A parer nostro qualcosa va fatto per renderlo un po' piú accattivante, magari includendo altri media artistici in concorso e non solo pittura e scultura. Intessendo legami piú forti e concreti con la cittadinanza, uscendo anche fuori dalle mura museali. Proprio in merito a ció, abbiamo chiesto ai critici d'arte Duccio Trombadori e Giorgio Di Genova in cosa secondo loro andrebbe rinnovato il Premio Sulmona.
Eccovi il video dell'intervista


Servizio fotografico realizzato da Silvia Lucantoni
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