Per la poltrona in via del Collegio Romano, sede del MiBACT, molti i papabili: da Gianni Cuperlo ad Alessandro Baricco alla fedelissima Maria Elena Boschi e alla fine la scelta è ricaduta su Dario Franceschini
Ecco la lista integrale dei ministri del neo governo Renzi:
Dario Franceschini alla Cultura
Angelino Alfano al Viminale
Beatrice Lorenzin alla Salute
Maurizio Lupi ad Infrastrutture e Trasporti
Andrea Orlando alla Giustizia
Marianna Madia alla Pubblica amministrazione,
Maria Elena Boschi alle Riforme e Rapporti con il Parlamento.
Federica Mogherini ministro degli Esteri
Stefania Giannini all’Istruzione
Federica Guidi allo Sviluppo Economico
Roberta Pinotti alla Difesa
Maria Carmela Lanzetta agli Affari Regionali.
Pier Carlo Padoan, al ministero dell’Economia
Classe 1958, Franceschini è un politico, avvocato e scrittore italiano.
Già segretario nazionale del Partito Democratico dal 21 febbraio al 25 ottobre 2009 e presidente del gruppo del PD alla Camera dei deputati dal 17 novembre 2009 al 19 marzo 2013, durante il governo Letta è stato Ministro per i Rapporti con il Parlamento e il Coordinamento delle attività di governo, deputato della XVII Legislatura.
Già segretario nazionale del Partito Democratico dal 21 febbraio al 25 ottobre 2009 e presidente del gruppo del PD alla Camera dei deputati dal 17 novembre 2009 al 19 marzo 2013, durante il governo Letta è stato Ministro per i Rapporti con il Parlamento e il Coordinamento delle attività di governo, deputato della XVII Legislatura.
Ci sarà da rimpiangere il ministro uscente Bray che, pur con criticità da ridiscutere, qualcosa stava muovendo? Il popolo dei social sembra essere di questo parere. In pochi credevano nella sua nomina bis ma in molti l'auspicavano.
Matteo Renzi, dopo aver incassato il "No" di Alessandro Baricco, come temevamo, si è impantanato nelle logiche di palazzo, sordo nei confronti del popolo dei social network che cinguettava #iostoconBray, lanciava petizioni online e pagine dal titolo inequivocabile: Toglietemi tutto ma non il mio Bray. Renzi ha pensato invece di liberare la poltrona.
Tra critiche e lodi, Massimo Bray ha lasciato il segno in un dicastero che in soli dieci mesi cominciava comunque a muoversi, forse in direzioni spesso discutibili, ma senza mai gongolarsi in attese sterili. Non una rivoluzione vera e propria, ma un programma che nel bene e nel male si stava portando avanti con passione e dedizione.
Tra critiche e lodi, Massimo Bray ha lasciato il segno in un dicastero che in soli dieci mesi cominciava comunque a muoversi, forse in direzioni spesso discutibili, ma senza mai gongolarsi in attese sterili. Non una rivoluzione vera e propria, ma un programma che nel bene e nel male si stava portando avanti con passione e dedizione.
Basti pensare ai Bronzi di Riace che sono tornati al Museo di Reggio Calabria con mesi di anticipo, all’acquisto della Reggia di Carditello da parte del Ministero per i Beni Culturali, ai fondi europei sbloccati per Sibari e Kaulon, ai Decreti Valore Cultura e Valore Turismo, (senza dimenticarne le loro molteplici criticità) e ultima in ordine di tempo la ratifica della Convezione Europea per la protezione del patrimonio archeologico (la cosiddetta "Convenzione della Valletta"), raggiunta il 14 febbraio, dopo ben 22 anni.
Tutti, anche coloro che lo hanno criticato, hanno avvertito i segni del cambiamento.
Tutti, anche coloro che lo hanno criticato, hanno avvertito i segni del cambiamento.
Basta poco per comprendere le intenzioni del ministro che, zainetto in spalla, prendeva la circumvesuviana per raggiungere Pompei o arrivava in sella alla sua bici alla Reggia di Caserta.
Prendiamo in prestito uno dei suoi ultimi tweet per dare il benvenuto al nuovo ministro Dario Franceschini.
Prendiamo in prestito uno dei suoi ultimi tweet per dare il benvenuto al nuovo ministro Dario Franceschini.
"Fare politica deve essere guardare il mondo non con i propri occhi, ma con quelli di chi condivide l'amore per il Paese"
Ecco la lista integrale dei ministri del neo governo Renzi:
Dario Franceschini alla Cultura
Angelino Alfano al Viminale
Beatrice Lorenzin alla Salute
Maurizio Lupi ad Infrastrutture e Trasporti
Andrea Orlando alla Giustizia
Marianna Madia alla Pubblica amministrazione,
Maria Elena Boschi alle Riforme e Rapporti con il Parlamento.
Federica Mogherini ministro degli Esteri
Stefania Giannini all’Istruzione
Federica Guidi allo Sviluppo Economico
Roberta Pinotti alla Difesa
Maria Carmela Lanzetta agli Affari Regionali.
Pier Carlo Padoan, al ministero dell’Economia
Giuliano Poletti Lavoro e Welfare.
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