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H. Mirza (foto Vogue Italia) |
Haroon Mirza compone opere in cui forza e fragilità, silenzio e rumore, assenza e presenza, si combinano tra loro in maniera inaspettata ed apparentemente elementare, in realtà il suo è un gioco sofisticato e calibrato in ogni punto, fatto di coincidenze pianificate e moti concatenati.
Il background alle spalle dell'artista inglese è eclettico ed ampio. Dall'elettronica alle avanguardie del classico passando per il jazz.
I suoi lavori sono stati classificati nel 2008 dal NY Arts Magazine come "manipolazioni musicali".
Componimenti fisici in cui ogni suono è generato da un oggetto apparentemente non musicale. Una sorta di ready made sonoro visivo, ma anche un assemblage di oggetti dell'elettronica nuovi o obsoleti.
Componimenti fisici in cui ogni suono è generato da un oggetto apparentemente non musicale. Una sorta di ready made sonoro visivo, ma anche un assemblage di oggetti dell'elettronica nuovi o obsoleti.
Alla Biennale d'arte in corso a Venezia, il suo Leone d'Argento come miglior artista promettente ha messo tutti d'accordo.
In quel di Venezia ha presentato due installazioni elettroniche: la prima, nel Padiglione Centrale ai Giardini, all'interno dell'angusto e stellare "parapadiglione" ideato da Monica Sosnowska; la seconda nella sua camera anecoica presso le Corderie dell'Arsenale intitolato "The National Apavilion of Then & Now".
Eccovi il video:
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