Si è conclusa la fiera d’arte contemporanea capitolina. Noi
di Blarco abbiamo fatto un salto tra gli stand nel giorno conclusivo e in un momento di calma apparente.
L’arena dormiva sotto il sol di mezzogiorno, aperitivi
privati andavano in scena tra baci e saluti di rito accanto alla sezione
bookstore temporanea di Cura e Let’s Art che spacchettavano e impacchettavano cataloghi e simili. Non
mancavano le gallerie e i loro cavalier galleristi, un po’ stanchi in verità,
occupati in un estremo colpo di elegante fioretto ai collezionisti curiosi in cerca
di buone occasione da accaparrare.
C’era anche qualche giornalista dell’ultimo minuto
(d'altronde come noi), gli stand delle riviste web piene di buoni propositi, quelle
non virtuali e gratuite di punta, quelle popolari e le fedelissime del cartaceo. A
zonzo, tra una conferenza e l’altra, i critici omnipresenti, gli esperti, gli operatori
di settore, gli studentelli appassionati e naturalmente non poteva mancare qualche artista in incognito sparso qua e là.
Giudizi? Sicuramente la sezione più interessante è stata la
Start up, che riuniva le gallerie con appena cinque anni di vita.
L’appuntamento è
all’anno prossimo. Stessa ora e stesso luogo? Staremo a vedere … certo è che il
Macro Testaccio ha sempre un suo invidiabile fascino.
Eccovi un video, tanto per rendere l’idea e il sapore dell’atmosfera che si respirava.